A una tavola rotonda sul diavolo, tenutasi molti anni or sono, nel corso del dibattito con il pubblico, un interlocutore — visto che eravamo sicuri del fatto nostro - chiese se fosse possibile evocarlo con una seduta per poi scacciarlo in maniera che stesse per un po' alla larga da noi!
Avrei voluto mandare lui al diavolo, ma mi ritenni perché il maligno avrebbe potuto offendersi per l’atteggiamento di certi visitatori inopportuni e ritenni che non fosse così improbabile che ricambiasse la cortesia, venendo egli stesso o mandando qualcuno la sua infernale coorte. Che poi, per allontanare fosse necessario esorcizzare: e poteva trattarsi sia di persone, sia di case.
Altri tempi! Psicologicamente mi sembra fin troppo comodo, oggi, attribuire tutte le colpe al diavolo e affidarsi a qualcun altro per sconfiggere il male. Anche se la possessione diabolica pare sia un fatto innegabile e un tema suggestivamente contagioso!
Se il nostro fosse un Paese in cui si legge di più, il successo dell'Esorcista sarebbe esploso nel '72 tre anni prima della versione cinematografica. Ma quando il romanzo di William Peter Blatty (Cfr. Il caso Roland Doe) uscì, passò del tutto inosservato, o forse il Diavolo non era ancora tornato di moda. Oggi il fenomeno non è più cinematografico, semmai sta diventando un fatto di costume. Si riallaccia all'innato fascino per il soprannaturale più occulto. Certi psicologi moderni poi, arrivano a riscoprire nel Diavolo:
“la porzione di una parte del nostro io, angosciata davanti all'irruzione della scienza nei nostri istinti di violenza: ovvero qualcosa che fa parte di noi, a tratti più forte della nostra personalità, difficile da contenere, ma con cui è possibile venire a patti.”
Chi non ha pensato, almeno una volta nella vita, di fare un patto col Diavolo?
Anche perché in cambio dell'anima si può chiedere tutto: denaro, bellezza, successo, eterna giovinezza e così via. Ma vale la pena di mettere in guardia che nei suoi patti d Diavolo bara fino all'inverosimile. Ad esempio uno chiede la ricchezza e anche se la ottiene, subito dopo si ammala: cosicché non può godersi quel denaro. Il patto, onde evitare di essere sciolto, doveva venir scritto col sangue. Si dice che nell'antichità tali contratti abbiano avuto l'autorevole firma di Gaideo Galilei, Giordano Bruno, Giacomo Casanova, Rasputin e tanti altri ancora. Oggi le anime sembrano interessare meno al maligno che, con i tempi che corrono, forse ritiene ci sia soltanto da aspettare e se interviene, tenta di prendersi (subito) anche il corpo: è il caso degli indemoniati. Ma quando, anziché di una persona, è una casa ad essere infestata, la vita lì dentro diventa davvero un inferno. In Italia le località “del Diavolo” non si contano, ma anche all'estero succedono fatti misteriosi.
Nel 1959, a Patrasso, in Grecia, venne alla ribalta della cronaca che in una vecchia casa, in Via Dasyllion n. 51, si diceva fosse andato ad abitare il diavolo. II 31 gennaio in quel'abitazione morirono, a distanza di poche ore uno dall'altro e per cause ritenute del tutto naturali, Christine Arvanitis di 56 anni, suo marito George di 60 e una sua sorella, Panoraia Lixouroitis di 59 anni. I tre decessi furono attribuiti a un collasso cardiocircolatorio, ma il fatto non passò inosservato.
La casa passò in eredità a una vecchia parente la quale, prima di prenderne possesso, pensò bene di esorcizzarla. Così sgozzò un coniglio e ne fece gocciolare il sangue in tutte le stanze.
La mattina dell'undici febbraio, verso mezzogiorno, mentre si accingeva a preparare un frugale pranzo, la donna fu colta da un malore e morì. La gente del luogo, questa volta, senza tergiversare, identificò nel Diavolo (a causa dell'esorcismo, forse, mal riuscito) l'autore del maleficio. Questi chiacchiericci dovevano essere il tema delle tre vicine che, nella notte, vegliavano la salma. Ma furono colte da un improvviso malore: due morirono istantaneamente e la terza, ancora delirante sul Diavolo, fu trasportata all'ospedale ove giunse cadavere.
Le autorità aprirono un'inchiesta, che però rimase senza esito.
Nessuno ebbe più il coraggio di tentare altri esorcismi contro un nemico tanto forte, perché avrebbe potuto ritorcersi contro. La casa rimase abbandonata, ma attirava tanti curiosi. Uno di questi, il fisico tedesco, Dr. Fritz Hahn, trovò quella che, forse, era la soluzione dell’enigma. A suo dire, il luogo, a causa di un corso d'acqua sotterraneo, era sottoposto allo sprigionarsi di micidiali radiazioni, capaci di colpire a morte un essere umano. L'evento risultava imprevedibile (i coniugi Arvanitis e la sorella di lei avevano abitato nella casa, senza inconvenienti, per oltre venti anni), ma poteva verificarsi e ripetersi più volte, anche a breve scadenza.
Si crede che il modo più comune di “invasare” una persona consista nell'evocare appositamente il Diavolo e farlo entrare in una mela, che viene poi fatta mangiare alla vittima designata. Scherzo: è una superstizione. Tuttavia, anche oggi, si sente di persone che hanno avuto bisogno di un esorcismo. Come se fosse una malattia: così come si può curare il fisico, in teoria, si può curare anche lo spirito. Sovente la scienza ha tentato di ridurre le manifestazioni degli indemoniati a disturbi nervosi, ma non sempre ci è riuscita. Per riconoscere l'origine demoniaca di certi fenomeni si cerca, cautamente, di appurare se l'invasato riesce a parlare una lingua prima sconosciuta, oppure a scoprire fatti lontani e segreti, o anche a dare prova di forze superiori alla sua età e alle sue condizioni. Una volta sicuri dell'esistenza del fenomeno diabolico e soltanto se la medicina tradizionale è impotente, si procede all'esorcismo, che deve essere fatto da persona dotata di qualità particolari, altrimenti il Diavolo potrebbe ritorcersi contro di lui, magari in modo indiretto.
Forse è proprio quello che accadde negli anni ‘70, in Russia, a un certo “compagno Dimitri” che praticava l'esorcismo non con gli scongiuri, ma a colpi di frusta. I risultati così ottenuti in diversi anni di attività furono notevoli, per cui la fama dell'uomo si era sparsa. Ma una delle indemoniate, per sfuggire — non si sa se a lui o all'esorcismo — si gettò dalla finestra, rimanendo uccisa sul colpo. L'uomo fu arrestato dalla Polizia sotto l'accusa di omicidio.
È innegabile che il Diavolo eserciti ancor oggi un'attrazione, che invece di essersi estinta nel tempo si è rinnovata ed è tornata d'attualità. Perché la gente crede nel progresso della scienza, ma crede anche nel Diavolo e forse, per questo si aggrappa alla parapsicologia, che avanza ipotesi coraggiose e verifica fatti che nessuno vuole prendere in considerazione.
E' la porzione di una parte del nostro io, angosciata davanti all'irruzione nella scienza dei nostri istinti di violenza: ovvero qualcosa che fa parte di noi, a tratti più forte della nostra personalità, difficile da contenere, ma con cui è possibile venire a patti.
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