Gli indiani Creek, originari del Canada orientale, li chiamano Mannegishi. Sono esseri di bassa statura, dalla testa rotonda, senza naso, con gambe lunghe e mani a tre dita che ricordano le zampe dei ragni. Secondo la leggenda i Mannegishi, vivono tra le rocce, in cavità sotterranee. Gli uomini bianchi non li avevano mai visti, fino al 1977.
Erano, infatti, le 10:30 del 21 aprile 1977, tre giovani 17enni viaggiavano, in auto, diretti a nord, sulla Farm Street. William Bill Bartlett, alla guida, intravide qualcosa scivolar via lungo un muro di pietre parzialmente diroccato. Quando i fari lo illuminarono, la creatura girò lentamente la testa in direzione della luce, rivelando due enormi occhi senza palpebre che brillavano "come due biglie arancioni" e un volto inespressivo, apparentemente, senza naso. La creatura aveva una testa a forma di anguria, sottile e allungata, che era quasi della stessa dimensione del resto del corpo. Il corpo era piccolo, come quello di un bambino, con gambe e braccia lunghe e mani dotate di tre dita lunghe e sottili che si aggrappavano alle rocce. La pelle, glabra, aveva la consistenza apparente della "carta vetrata umida". L'essere camminò incerto lungo il muro, passando le sue lunghe dita tra le pietre mentre si muoveva.
Bartlett rimase senza parole ma, pochi secondi dopo, quando riuscì a parlare, l’auto aveva proseguito, lasciandosi alle spalle la strana creatura: i suoi due compagni, Mike Mazzocco e Andy Brodie, distratti, non si accorsero di nulla.
Giunto a casa, Barltlett, d’impulso, sentì di dover fare un disegno raffigurante la creatura. In calce al foglio aggiunse una nota: "Io, Bill Bartlett, giuro sulla Bibbia di aver visto questa creatura".
La cosa, forse, sarebbe passata inosservata se il giorno successivo verso le 12:30, un 15enne di nome John Baxter non avesse raccontato che, mentre tornava a casa, all'incrocio tra Miller Hill Road e Farm Street, notò qualcuno a circa cinquanta metri di distanza. Camminando, John vide che questo individuo aveva una testa insolitamente grande. Pensò che potesse essere M.G. Bouchard, un bambino con la testa deforme a causa di una malattia infantile. Quindi, quando fu abbastanza vicino, John lo chiamò, ma lui non rispose. Intanto, si era avvicinato abbastanza da notare che non poteva essere Bouchard: era troppo piccolo.
- Ero a circa cinque metri – disse - quando mi sono fermato, anche lui si è fermato. Siamo rimasti lì. lo lo guardavo e ne sono sicuro, lui guardava me. Riuscivo a malapena a vedere il suo profilo. Gridai: chi è? E feci un altro passo nella sua direzione: l’essere, qualunque cosa fosse, fuggì rapidamente, inoltrandosi nel bosco. Curioso di sapere chi fosse, lo inseguii attraversando un ruscello fino a raggiungere un terrapieno. Nella radura, potevo vedere chiaramente il contorno del corpo e fui in grado di descriverlo, ma solo in silhouette. Era a circa dieci metri di distanza, con i piedi "attaccati" a una roccia, accanto a un albero. Il corpo della creatura somigliava a quello di una scimmia, tranne che per la testa a forma di "8". I suoi occhi erano due punti più chiari in mezzo alla testa, in ombra come il resto del corpo: guardava dritto verso di me che, a questo punto iniziai a temere. Rendendomi conto di non aver mai visto una creatura simile e non sapendo cosa avrebbe potuto farmi, col cuore in gola, mi allontanai da quel posto. Corsi lungo la strada fino all'incrocio di Farm Street. Lì, fui soccorso da una coppia che passava in auto, la stessa che mi accompagnò a casa.
Baxter fece un disegno che rappresentava la creatura accanto all'albero.
La notte seguente, verso mezzanotte, il 18enne Will Taintor e la sua fidanzata 15enne, Abby Brabham, stavano rincasando. Percorrevano, in auto, la Springdale Avenue, quando Abby vide qualcosa di strano: una creatura con una grande testa ovoidale e arti lunghi e sottili. Affermò che le mancavano tutti i tratti del viso, tranne gli occhi, che erano rotondi. La fissavano e brillavano di una luce verde fosforescente. È sicura di questo colore: nonostante il contrasto con la versione degli altri testimoni che li hanno sempre descritti come arancioni. Tuttavia, ammette di aver avuto solo l’opportunità di lanciare un'occhiata fugace. Descrisse una creatura con la testa grande e il corpo scuro: era accovacciata lungo la strada. Anche lei fece un disegno, che però risulta meno preciso degli altri.