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mercoledì 6 luglio 2022

UFO: INCONTRI RAVVICINATI IN BRASILE (parte IV)




Continua la carrellata di avvistamenti. Nella parte IV narreremo l'insolita esperienza di un giovane studente che venne rapito mentre, di notte, percorreva una strada deserta e quello, non meno interessante, di una signora che rimase letteralmente paralizzata dalla paura.


Il caso Coutinho

Il 23 giugno del 1976 poco prima di mezzanotte, a San Paolo, secondo un articolo apparso su Apex, di Mario Martins Ribeiro, si svolse un altro bizzarro incontro ravvicinato. Nella notte in questione, ll 18enne Paulo Coutinho, studente, non era ancora rincasato. Un suo amico chiamò i genitori per dirgli che aveva trovato i libri di scuola di Paulo sparsi sul ciglio della strada. Temendo il peggio, i genitori ne denunciarono immediatamente la scomparsa.
Nonostante un'intensa ricerca, non fu trovata traccia del giovane. In apprensione, il padre del ragazzo scomparso ebbe l'impulso improvviso di andare a controllare in giardino. Non era una semplice intuizione, era come se qualcosa o qualcuno gli suggerisse di farlo. Fu così che scoprì suo figlio: era a terra, nei pressi della casa. Sebbene cosciente, non era consapevole di dove si trovasse e necessitava di cure mediche. Lo portarono all’ospedale più vicino.
I medici scoprirono che soffriva di una forte irritazione alle braccia. Stranamente, rilevarono che le penne a sfera che aveva con se erano radioattive. Tutto ciò non aveva alcun senso. Intanto, si fece avanti un testimone e la vicenda assunse dei toni ancora più incredibili. Una vicina di casa, di nome Virginia, era sulla veranda con sua figlia quando, circa alle 19:30, videro un bizzarro oggetto luminoso apparire in alto.
Quando Paulo si riprese, si apprese finalmente la sua versione sull’accaduto. Affermò di aver finito la lezione serale verso le 23:30. Decise, quindi che, prima di rincasare, avrebbe accompagnato la sua ragazza. Sulla via del ritorno, notò una strana luce nel cielo, proprio sopra di lui. Capì che non si trattava di un aeroplano, ma prima che potesse comprendere cosa fosse, si ritrovò completamente paralizzato.
L'oggetto, intanto, si era fermato a circa 20 piedi di distanza. Apparve una strana creatura, alta circa tre o quattro piedi, con una testa molto grande. Anche gli occhi erano grandi, mentre le orecchie erano appuntite e aveva un naso “da maiale”. Indossava una tuta grigia che sembrava sfoggiare un logo, forse un simbolo, sul petto.
Realizzò che sia lui, sia questa strana creatura, si stavano alzando in aria. Alzò lo sguardo e si rese conto che si stavano dirigendo verso un enorme oggetto a forma di sigaro di colore rosso che sembrava diventare grigio metallizzato man mano che si avvicinavano. Attraversò un varco e si rese conto di trovarsi in una stanza con tre delle bizzarre creature che lo osservavano. Era ancora paralizzato e incapace di muoversi. Dei messaggi telepatici inondarono la sua mente: gli dicevano di stare tranquillo, poiché non gli avrebbero fatto alcun male. Si voltarono e si diressero verso un'altra stanza. Privo di ogni volontà, si ritrovò a seguirli. La stanza era illuminata, ma non si vedeva la fonte della luce ed era completamente vuota. Fu quindi sottoposto a numerosi esperimenti e a un interrogatorio. Sulle domande poste, riuscì a ricordare ben poco. 
Ancora una volta fluttuò nell’aria e si rese conto che stava lasciando l'oggetto. Poi più nulla. Si svegliò in giardino, con il corpo che cominciava a riprendersi dalla paralisi.



L’incontro ravvicinato di San Paolo

Poco più di due anni dopo, intorno alle 23:00 dell'11 luglio 1978, sempre a San Paolo, fu segnalato l’atterraggio di UFO. Secondo un articolo di “UFO News Brazil”, la testimone, una donna di 44 anni che desiderava rimanere anonima, stava guardando la televisione quando notò che il suo cane mostrava chiari segni di agitazione. Correva in tondo, poi andava da una stanza all'altra come se si aspettasse di trovare qualcosa. Ad un certo punto, raggiunse la porta che conduceva al cortile, e cominciò a graffiarla: voleva uscire.
Lei udì un rumore forte, come un clangore, qualcosa di meccanico. Raggiunse la porta e mettendo da parte il buon senso, l'aprì. Di fronte a lei, c'erano due strane figure umanoidi che sembravano librarsi a pochi centimetri dal suolo. Dietro di loro, una navetta di forma ovale poggiava a terra su tre gambe.
La testimone si sentì paralizzata. Non fu in grado di dire se ciò fosse dovuto alla paura o a un campo di forze generato da quelle strane creature. Sentì delle voci nella sua testa che le dicevano di non temere. Una delle figure la stava guardando, mentre l'altra guardava per terra, tutt’intorno, come se cercasse qualcosa.
Questi umanoidi avevano in testa dei caschi color argento, che sembravano grandi se rapportati alla loro corporatura. Erano illuminati dall'interno con una debole luce blu. Riusciva così a distinguere due grandi occhi e un piccolo naso piatto. Non vedeva le orecchie e bocca. Indossavano la stessa tuta dalla quale pendevano vari gadget e dispositivi.
Mentre uno degli umanoidi rimase accanto al testimone, l'altro si allontanò verso l'astronave. Dalla sua cintura, estrasse un oggetto simile a una torcia col quale illuminò il cortile. L'umanoide puntò questo dispositivo lungo tutto il perimetro del cortile, prima di attivare un dispositivo che produsse del fumo. Quindi, ritornarono all'astronave, facendo segno alla testimone di seguirli. Lei, però, non si mosse. Rimanendo immobile, gli ha fatto capire che rifiutava l’invito.
Stando così le cose, gli alieni si apprestarono a ripartire.
Mentre l'oggetto saliva, lei poté vedere due luci gialle. Quando questo sparì alla vista, si rese conto che non era più paralizzata: era in grado di muoversi normalmente.
In seguito, la testimone riferì che per tutto il tempo che è durato l’incontro, l'intera area le apparì stranamente vuota, una sensazione che cessò con la scomparsa dell'UFO.

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