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martedì 26 luglio 2022

L’AVVISTAMENTO DI TEMPLETOWN: UN CASO DI RETROINGEGNERIA?


   


L’UFO, in questo caso è, nel vero senso della parola, un vero oggetto volante non identificato. Quello che lo rende esclusivo e se vogliamo, anche singolare, è la presenza di un pilota umano. Non potrebbe essere scambiato per un alieno: indossa una divisa dell’USAFF e porta in testa un cappello da baseball! Ciò mi porta a proporvi una riflessione: se, già nel ’66, l’aeronautica U.S.A. disponeva di tali prototipi, oggi, negli anni ’20 del 2000, di cosa dispone?
Prende corpo l’ipotesi che disponga di un’intera flotta di questi velivoli. L’ipotesi della “flotta spaziale americana” non è mia e non è neanche nuova. Fu proposta, anzi rivelata, da Gary McKinnon: un hacker britannico che, frugando negli archivi segreti della NASA, s’imbatté nelle prove di un programma spaziale gestito dalla US Navy (Cfr. la flotta spaziale americana)



All'alba di mercoledì, 23 marzo 1966 il tecnico William Eddie Luxson stava andando al lavoro, in auto, come era solito fare. A quel tempo, lavorava alla Shepherd Air Base. Partito da Templetown, Oklahoma, dopo aver guidato per circa dieci minuti, ritenne di poter svoltare sulla US Highway 70, strada verso Randlett. Guardò l'ora: erano le 05:05. Uno strano oggetto quale non aveva mai visto, stava atterrando proprio davanti a lui, bloccandogli la strada.
L'oggetto aveva uno scafo a forma di pesce, non aveva ali, né eliche, niente che potesse somigliare a dei motori e neanche una cabina di pilotaggio. Riconobbe, in coda, qualcosa di simile a un piccolo stabilizzatore orizzontale. Insomma pur essendo in grado di volare, questo oggetto non assomigliava per niente a un aeromobile conosciuto. Le dimensioni della navetta furono stimate in circa 22 m di lunghezza, 2,5 m di altezza e 3,5 m di larghezza. Era qualcosa che William non aveva mai visto prima. C'era anche una sorta di oblò con un diametro di circa 1 m e una porta aperta, dotata di rampa. Gli parve anche, che una luce fuoriuscisse dalla punta, trasparente. Era fermo su quattro gambe di atterraggio. Notò che c'erano dei caratteri sul lato del velivolo: la scritta "TL 4138" o forse "TL 4738": siccome aveva, in prima battuta, scritto quei numeri sul terreno, non poté più esserne sicuro quando, in seguito, li ricopiò su un foglio.
William si fermò a circa 46 metri dalla navetta, scese dall’auto e iniziò a camminare verso di essa. C’era un uomo vicino “all’oggetto”, indossava l'uniforme verde dell'Aeronautica, un cappello da baseball e sulle maniche riportava dei distintivi. L'uomo era del tutto “normale”: di altezza e corporatura nella media, dimostrava di avere circa trent’anni. Quando Laxson, continuando a camminare, dimezzò la distanza, poté notare che i distintivi sulle maniche sembravano proprio i gradi di un ufficiale dell'Aeronautica.
L'uomo, intanto, accortosi della presenza di Laxon, rientrò velocemente nello strano velivolo che volò via subito dopo. Si alzò in linea retta a circa 50 piedi (15 metri), poi accelerò repentinamente fino a circa 720 nodi (1.300 Km/h) scattando in direzione del fiume Rosso a una velocità tremenda.
Laxon ha dichiarato che, quando il velivolo si è sollevato, ha udito un suono simile a quello di un trapano elettrico. Inoltre, quando si è alzato ha sentito e visto i peli del braccio drizzarsi, come se fossero attirati da un campo elettrico.
L'Aeronautica U.S.A. non ha mai rilasciato dichiarazioni che potessero far luce sullo strano avvenimento, ma una squadra investigativa del "Progetto Blu Book" condusse un’indagine per verificare il caso.

1 commento:

  1. Quello che rende esclusivo e se vogliamo, anche singolare, questo caso è la presenza di un pilota umano. Non potrebbe essere scambiato per un alieno: indossa una divisa dell’USAFF e porta in testa un cappello da baseball!

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