L’incontro ravvicinato ebbe luogo sull'Isola De Lobos, una piccola isola al largo della costa dell'Uruguay, situata all’intersezione del Rio della Plata con l'Oceano Atlantico. L'isola è quasi deserta, ad eccezione di un faro operato dalla marina militare uruguaiana. L’episodio avvenne durante un controllo di routine. Erano da poco passate le 22:00 del 28 ottobre 1972. Cinque membri del personale della marina: il caporale Juan Fuentes, Jose Gomez e Hector Gimenez, insieme a un ufficiale, Francisco Cascudo e all'operatore telegrafico, Jose Lima, ingannavano il tempo giocando a carte, dopo il pasto serale. Fuentes guardò l'orologio e si alzò: doveva andare ad ispezionare i generatori. Il locale dei generatori era posto nelle immediate vicinanze, di fronte agli alloggi del personale. Ma quando Fuentes uscì dal faro si accorse di strane luci sospese a circa sei metri da terra sulla verticale del locale generatori. Le luci sembravano i fari di un'auto. Preoccupato, ritornò dentro e senza avvisare nessuno, visto anche che gli altri erano dall'altra parte dell'edificio, andò a recuperare la sua pistola. Una volta armato, tornò fuori e si diresse verso il locale dei generatori. Qualunque cosa fosse, quell'oggetto, era dotato di luci di molteplici colori: giallo, bianco e viola. Fuentes continuò ad avanzare, ma con una certa cautela. Poteva vedere una "figura" sotto l'oggetto, che si muoveva. Poi, notò una seconda figura che, calandosi da quell’oggetto, scendeva sul il tetto del locale. Subito dopo emerse una terza figura. Quest’ultima era più alta delle prime due. Stimò che misurasse intorno al metro e ottanta mentre le prime due sembravano essere sul metro e mezzo. Tutti e tre gli individui si voltarono improvvisamente verso Fuentes, che si stava avvicinando: lui, si fermò immediatamente.
Era a una trentina di metri dal locale quando le tre figure si voltarono verso di lui. Il suo primo istinto, vuoi per paura, vuoi per l'addestramento militare, fu quello di alzare la pistola in posizione di tiro. Ma, mentre stava per estendere completamente il braccio, qualcosa lo bloccò impedendogli di completare il movimento.
Fuentes, in seguito, non avrebbe saputo spiegare cosa gli avesse impedito di farlo. Descrisse una sensazione di “vibrazione” nel braccio che lo aveva paralizzato e reso incapace di sollevare l'arma. Ricordò anche una strana comunicazione, quasi telepatica, che gli disse di non sparare perché era inutile. Quindi rimase dov'era, notando che le figure si muovevano in modo lento e goffo, come se le loro tute fossero estremamente rigide e pesanti. Questo dettaglio ci riporta alla mente gli alieni del caso “Facchini” (Cfr. Il caso Facchini) avvenuto oltre vent'anni prima proprio in Italia. Affermò pure che le figure avevano “teste allungate”: un particolare che si adatterebbe più alla descrizione di alieni grigi. Ma è più probabile che sia stato tratto in inganno da una sorta di copricapo che, probabilmente, faceva parte della tuta.
Circa un minuto più tardi, gli esseri iniziarono a rientrare nel velivolo che, ora, appariva come un oggetto strutturato e metallico. Mentre risalivano, Fuentes, rilevando i movimenti, ebbe l’impressione che stavano usando una scala che, in ogni caso, non era visibile. Quindi la porta si chiuse con un movimento laterale e l’oggetto cominciò a salire direttamente verso l'alto. Quando ebbe superato di poco la cima del faro, s’illuminò nella sua parte inferiore e partì a una velocità vertiginosa.
Fuentes rimase lì, a guardare il cielo. Nonostante la velocità con cui il velivolo si era innalzato, l’azione era stata piuttosto silenziosa: aveva prodotto soltanto un basso “ronzio”.
Ritornato all'interno, Fuentes raggiunse gli altri che stavano ancora giocando a carte. Tutti notarono quanto fosse pallido il giovane caporale e che aveva ancora la pistola tra le mani. Riferì a tutti ciò che aveva visto, ma il suo racconto suscitò scettiscismo e ilarità: solo Cascudo lo ascoltò con molta attenzione. Tuttavia, non sappiamo se l’ufficiale fece rapporto a un superiore.
Poco dopo l'incidente, Fuentes ricevette l'ordine di presentarsi a un ufficiale di alto rango. Questa volta il racconto di Fuentes fu ascoltato con più serietà e venne redatto un rapporto dettagliato. Si seppe pure di due “agenti speciali” dell'ambasciata americana che avrebbero parlato, in privato, con l'alto ufficiale subito dopo il suo colloquio con Fuentes. Gli avrebbero mostrato diversi disegni di UFO e gli fu chiesto di evidenziare quale, secondo lui, somigliasse di più all'oggetto che Fuentes aveva visto. Esaurito l’interesse da parte dei militari (e dell’ambasciata americana) il caso venne definitivamente archiviato.
Fuentes ebbe ancora modo di raccontare l'accaduto poiché l'incidente sarebbe stato indagato da diversi ricercatori UFO. Ovviamente, il fatto che l’ambasciata americana sia interessata a un avvistamento a cui ufficialmente il governo americano non ha alcun interesse è, di per sé, di particolare interesse.
Un giovane graduato della marina militare Uruguayana incontra degli umanoidi discesi direttamente dalla loro navicella.
RispondiElimina