Sono una
ragazza che vive in Piemonte. Fin da quando ero bambina mi interesso alla
realtà Ufologica. Tutto ebbe inizio grazie a un libro "Noi e gli
Extraterrestri", che un giorno qualcuno dei miei familiari portò in casa.
Lo lessi assorbita, tutto d'un fiato e magicamente si aprì la porta della mia
mente verso una nuova consapevolezza e una nuova presa di Coscienza. Fu un
periodo emozionante di crescita interiore e da quel giorno, attraverso libri e
giornali, imparai quanto più riuscivo ad apprendere sulla realtà
Extraterrestre; è una ricerca che tutt'ora continua.
Come tante
persone anche io ho avuto episodi di interazione con gli Extraterrestri e sono,
come altrettante altre persone, una "Experiencer" o per dirla nella
nostra lingua, una addotta o rapita, parola quest'ultima che detesto usare
poiché non condivido minimamente quell'alone negativo che gravita attorno a
questa parola. Non trovo che sia un termine appropriato, preferisco chiamarla
"visita" o "prelevamento", non rapimento. Preciso che
nemmeno credo alle teorie assurde e sviate di certi ricercatori che
contribuiscono con tanto fervore a mettere in cattiva luce gli Esseri delle
Stelle.
Ricordo
vividamente, come fosse ora, il giorno di questo incontro ravvicinato che è
implicato, come spesso avviene, con un evento di missing-time o tempo mancante.
Era una bellissima giornata ed ero nella campagna circostante la mia casa. Ero
sola. Alzai il capo e guardando in alto in direzione est vidi che un enorme
velivolo, dalla forma del classico "disco volante", mi sovrastava, a
meno di trenta metri dal suolo, credo.
Era
meraviglioso, di un grigio chiaro luminoso con al centro, nella parte bassa -
la "pancia" - quella che doveva essere un'apertura circolare nera.
Improvvisamente una energia magnetica invisibile pervase tutto il mio corpo e
mi sentii sollevare dal terreno. Realizzavo che mi stavo dirigendo verso
l'apertura nera. Poi più nulla.
Sfortunatamente
non ho memoria di cosa avvenne da lì in poi. Quel giorno, come dicevo, rimossi
tutto dalla mia mente e sono convinta che loro, gli ET, forse l'hanno fatto
allo scopo di proteggermi, per non stravolgere la mia esistenza quotidiana. Fu
solo nell'autunno del 2006, attraverso un "flash", una reminescenza,
che ho potuto rammentare l'episodio di cui sopra.
Per me i
popoli Extraterrestri rappresentano i miei altri fratelli, la mia altra
famiglia, da cui siamo apparentemente separati poiché sono profondamente
convinta che molto presto Loro si manifesteranno pubblicamente. Lo percepisco
come ad ugual modo lo avvertono molti altri "Experiencers" sparsi in
tutto il pianeta.
Sento che
qualcosa di maestoso e grande accadrà fra pochi anni e finalmente scopriremo la
nostra vera realtà e incontreremo finalmente i nostri Creatori. Non oso e non
posso neanche lontanamente immaginare la grandezza e l'imponenza di quel tempo
di contatto che verrà.
Lettera firmata
La chiamerò Isabella (nome di fantasia) perché, suppongo,
voglia restare anonima. La lettera è in realtà molto più lunga e
particolareggiata. Ho tolto molti
capitoli per rendere il testo più agevole e comprensibile, ma non ho aggiunto
nulla di mio. Mi viene in mente la storia raccontata, da suo nonno, a Robert
Morning Sky, un Nativo Americano, un Apache (Cfr. La vera storia di Star Elder, viaggiatore delle stelle
caduto nella riserva indiana) e vorrei rimarcare la parte in cui dice testualmente:
“alcuni extraterrestri sono buoni, ma altri non lo sono. Io so cosa mi ha raccontato mio nonno. Come se ogni Americano fosse buono. No, non è così. Come se ogni uomo fosse cattivo. No, ce ne sono di buoni e di cattivi. Ognuno ha il suo modo di essere, la sua vita. La gente dice che gli alieni sono buoni. No, non sono tutti buoni.”È la risposta migliore che io possa dare a Isabella.
A volte, i lettori mi scrivono. Pongono domande, cercano delle risposte: vorrebbero capire. In questo caso l'esperienza non serve: cerchiamo un nesso, un filo conduttore comune a tutti i casi, ma ogni caso ufologico è diverso dagli altri. Così, ogni volta che pensiamo di aver capito, ci si ritrova, invece, a ricominciare daccapo.
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