Vari studiosi delle tradizioni nativo-americane
hanno trovato, similmente ad altre culture sparse in tutto il mondo, molte
leggende di "esseri stellari" che in un tempo remoto avrebbero dato a
quei popoli conoscenza e saggezza, risollevandoli dal loro stato di vita
primitiva e selvaggia e portandoli allo stato di "umanità". Tra gli
indiani Hopi, gli Apaches, i Cherokee, ad esempio, resiste, ancora oggi la
conoscenza di storie antiche di questi "Dei venuti dal cielo" che
avrebbero portato le loro leggi, le loro esperienze, il loro aiuto e che una
volta ritornati al "cielo" sarebbero rimasti in "contatto"
con i ministri del culto delle tribù.
Gli indiani Hopi, una tribù del Nuovo Messico,
raffigurano con dei feticci, il popolo dei "Katchinas", i
"maestri della stella blu", divinità a cui sono legati fenomeni
naturali e mistici. Gli Hopi, indiani di ceppo etnico maya, affermano che i
Katchinas sono i loro civilizzatori, i maestri venuti dalle stelle in un tempo
remoto per donare la civiltà. Gli "stranieri" scesero sulla Terra in
quello che i pellerossa chiamano "il tempo della creazione". L'entità
manifestatasi ai pellerossa come la rappresentante dei "Katchinas" in
diversi momenti storici, chiamata "Donna Bisonte Bianco" (Cfr. PTESAN WIN: DONNA BISONTE BIANCO), fece la sua
prima comparsa in epoca remota per istruire il popolo scelto attraverso un
sapere di tipo cosmico, intuibile all'interno dei rituali classici delle loro
credenze e che ha plasmato il loro modello ai vita, abitativo e religioso.
L'utilizzo dell'abito bianco nelle cerimonie è dovuto proprio alla tradizione
che si lega a Donna Bisonte Bianco. Questo culto esiste in tutti i diversi
ceppi linguistici degli indiani Hopi: Taroan, Keresan, Zuni e Uto Aztecan.
Questa entità avrebbe promesso di ritornare prima del "cambiamento"
che gli Hopi attendono adorando una pietra conosciuta come "Pietra della
Profezia", in cui sono state incise all'alba dei tempi le diverse epoche
storiche e gli avvenimenti futuri che avrebbero interessato l'umanità. In base
a quanto affermano gli Hopi, questa pietra venne portata personalmente dai
"maestri delle stelle" alla loro Tribù, il che fa presupporre un
possibile antico contatto reale con una civiltà progredita a conoscenza degli
eventi futuri.
GLI HOPI
Conosciuti anche come "Pueblo", nome dato
loro dagli spagnoli durante la conquista del Nuovo Continente, celebrano una
cerimonia chiamata "Oku Shadei" ovvero "festa della danza della
tartaruga", esistente anche nel ceppo Sioux, una delle danze più sacre che
viene svolta ogni solstizio d'inverno. Il canto che accompagna il ballo parla
di due Katchinas vestiti di bianco, che vennero per portare insegnamenti a
bordo di un'enorme tartaruga. La tartaruga è considerata un animale sacro
proprio perché legata ad un culto ancestrale che si rifà al mezzo attraverso il
quale i Katchinas si manifestarono agli indiani. E' intuibile l'accostamento
fra l'enorme tartaruga sacra ed un oggetto volante, la cui descrizione si
ritrova nel linguaggio di un popolo che viveva in armonia con la natura.
L'adorazione della tartaruga Hopi è anch'essa riscontrabile in altre culture,
diverse, ma forse contattate dagli stessi esseri evoluti. Monumenti con
raffigurazioni della tartaruga si trovano ancora una volta in Messico, a Uxmal,
dove la Casa della Tartaruga, è decorata con pitture raffiguranti
quest'animale, e a Chichén Itzà, dove era considerata animale sacro e quindi
"totemico". Itzamma, il dio principale della cultura degli Itzà, in
Messico, è raffigurato in un bassorilievo che lo mostra emergere da un guscio
di tartaruga. Anche qui le due culture si completano a vicenda, fornendo degli
indizi chiari su quello che è chiamato il "paleocontatto".
Un altra leggenda presente in vari ceppi degli
Indiani d'America è quella dell'"Uccello del Tuono". Anche questo
mito sembra ricordare la moderna fenomenologia UFO. Essa racconta che
"molto tempo fa, due cacciatori che risalivano un fiume durante una
battuta di caccia, giunsero al lago situato in cima al monte. Fattosi scuro, si
apprestarono ad affrontare la notte, coprendosi di fogliame per non sentire
freddo. Ma, mentre dormivano, un rumore assordante, che sembrava venire dal
lago, li svegliò. Si voltarono e videro al di sotto del livello delle acque un
enorme uccello che sembrava avvicinarsi alla superficie. Una volta affiorato, i
due cacciatori osservarono una folgore uscire dal becco e un impetuoso tuono
scuotere la terra mentre questi sembrava spiegare le ali. Prendeva sempre più
quota, generando fulmini tutt'intorno seguiti da urla tonanti poi,
all'improvviso, si immerse nuovamente. Il frastuono dei tuoni e le folgori
furono avvertiti per qualche tempo, sin quando non rimase che un ribollire
delle acque in superficie". Nonostante la collocazione
"naturalistica" della storia, sembrano abbastanza evidenti gli indizi
che l'Uccello del Tuono potesse essere qualcosa di tecnologico. All'Uccello del
Tuono sono legate anche delle entità; infatti i Chippewa e i Sioux a questa
divinità abbinano la figura di un dio, "Wakon" (da Wako che significa
"sacro"). Questi scese tra gli uomini alla testa di una moltitudine
di Uccelli del Tuono, in altre culture è raffigurato a bordo di una tartaruga.
Ancora una volta, il cerchio si chiude. L'Uccello del Tuono e la tartaruga
sacra potrebbero essere il ricordo distorto dello stesso oggetto volante da cui
discesero esseri evoluti e chiamati, in base ai ceppi linguistici, Katchina o
Wakon. La stessa figura di Wakon è riscontrabile altrove: gli indios Waikano
del Mato Grosso adorano il Dio "Wako", venuto dalla terra oltre
l'orizzonte, risalendo il Rio delle Amazzoni, con una flotta di canoe rotonde
come gusci di tartarughe; nelle Antille, la tribù dei Karibi adora il
"Grande Wako" che, vestito di una lunga veste bianca e dotato di
poteri sovrannaturali, arrivò a bordo di vascelli volanti.
NAVAHO
Anche tra indiani Navaho sono ben presenti storie
leggendarie e culti ancestrali relativi a contatti con esseri avanzati e
divinizzati. In California, la Death Valley, la Valle della Morte, è chiamata
dai Navaho "Tomesha", la Terra Fiammeggiante. I Navaho Paiute
raccontano che Tomesha è abitata nel sottosuolo da quando "la Terra era
giovane". I suoi abitanti sono gli Hav-Musuvs che "viaggiano a bordo
di canoe volanti, che si muovono con un lieve suono ronzante e possono
catapultarsi in picchiata come solo un'aquila sa fare. Gli Hav-Musuvs sono
vestiti di bianco e possiedono armi manuali a forma di tubo, capaci di
stordire, generando una sensazione pungente, come una pioggia di spine di
cactus". Secondo i Navaho sono ancora lì e le loro navi sono quelle che
noi oggi chiamiamo UFO. Questa storia venne raccontata nel 1948 da OgaMake, uno
sciamano Navaho, e riportata su "FATE Magazine" nel 1949. Le
corrispondenze con la fenomenologia UFO sono notevoli. Le canoe volanti si
muovono con un "suono ronzante", descrizione che coincide con quella fornita
da un gran numero di testimoni di avvistamenti UFO, i quali hanno potuto udire
un ronzio o una sorta di vibrazione ad alta frequenza, forse dovuta al sistema
di propulsione di questi oggetti. Il movimento in picchiata che "solo
un'aquila sa fare" potrebbe riferirsi alle loro capacità di muoversi con
manovre repentine e improvvise.
Sin qui le tradizioni. Ma negli ultimi anni alcuni
nativi americani hanno iniziato a diffondere conoscenze ed eventi più recenti
che li hanno visti protagonisti e che si collegano alla storia del loro popolo.
Robert Morning Sky nel suo libro The Terra Papers. The Hidden History of Planet
Heart (I Documenti della Terra. La storia segreta del pianeta Terra, inedito in
Italia), ha suggerito una sua interpretazione della storia dell'uomo. Egli
racconta di come sei giovani indiani il 13 agosto 1947, un mese dopo il
presunto crash di Roswell, furono testimoni del ritrovamento di un UFO
precipitato e di un alieno superstite (Cfr. Estate 1947: la vera storia di Star Elder, viaggiatore delle stelle caduto nella riserva indiana). Essi recuperarono l'essere e lo curarono, dandogli il nome
di "Star Elder", in onore del suo pianeta d'origine. In cambio di questo,
l'alieno raccontò agli Apaches la vera storia del pianeta Terra. Il nonno di
Robert Morning Sky sarebbe stato uno dei sei giovani testimoni dell'evento, e
raccontò di come l'umanità non sarebbe nata in modo naturale, ma venne creata
per servire i Katchinas. L'uomo venne creato come schiavo e lavoratore, milioni
di anni fa: era un animale che venne modificato geneticamente. Robert Morning
Sky afferma che se oggi abbiamo coscienza ed esperienza lo dobbiamo proprio a
questo intervento esterno. I concetti sin qui espressi si legano perfettamente
con quanto affermato da Zecharia Sitchin circa la Genesi sumerica e gli
Anunnaki. Un'ulteriore affinità tra le conoscenze pellerossa e le tradizioni
sumere, studiate da Sitchin, è osservabile in cosa gli Hopi affermano su di un
particolare corpo celeste. Kachina Na-ga-shou, raccontano gli Hopi, dovrebbe
apparire alla fine di questo ciclo (gli indiani dividono l'età della Terra in
cicli: questo sarebbe il quinto); essa è una stella luminosa dall'aspetto blu e
con "una croce sul viso": Nibiru, secondo Zitchin il dodicesimo
pianeta del Sistema solare, veniva rappresentato dai sumeri con il simbolo
della croce.
Secondo Morning Sky la razza dei Katchinas della
stella blu, che milioni di anni fa avrebbero colonizzato l'intero Sistema
Solare, provenivano dalla Stella del Cane, ovvero Sirio (stella oggetto di
grande interesse anche da parte di diverse altre civiltà antiche, soprattutto
gli egiziani e il popolo dei Dogon del Mali). Prima di abbandonare il pianeta
"i maestri delle stelle" lasciarono tracce impresse nelle rocce del
Grand Canyon sotto forma di impronte a sei dita: impronte che gli Hopi hanno
sempre associato ai Katchinas della stella blu.
Morning Sky ha affermato più volte che seppure il
mondo occidentale consideri queste storie miti e leggende, gli indiani, invece,
hanno sempre considerato tali entità come esseri viventi e loro maestri, ed
egli è convinto che siano strettamente legate al fenomeno che noi chiamiamo
UFO. Naturalmente una prova concreta di questi contatti non è stata trovata, ma
al di là della effettiva connessione tra il fenomeno UFO e questi antichi miti,
gli indiani d'America conservano comunque un sapere ed una cultura da riscoprire
e da tenere in maggior considerazione come patrimonio dell'intera umanità.
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