Bisogna dire che la maggior parte dei genitori che
non fanno vaccinare i loro bambini (convinti di agire per il loro bene) non
sono realmente contrari ai vaccini, quanto esitanti, perché timorosi. Per
contrastare questa “esitazione” devono essere rassicurati da personale
competente. A questo si deve aggiungere un’azione informativa diretta a tutta
la popolazione, basata su dati scientifici esatti e veritieri e che sia
assolutamente trasparente, tra l’altro smettendo di trattare il tema dei vaccini
come se fossero un blocco unico: come ogni farmaco, ogni vaccino deve essere
valutato (e spiegato) a sé, con il suo specifico rapporto tra rischi e
benefici. L’indipendenza dalle case farmaceutiche è un elemento importante,
qualsiasi azione si svolga: per escludere ogni sospetto di influenza è
indispensabile infatti per tranquillizzare chi è reso diffidente dagli enormi
interessi in gioco (in effetti, è così per qualsiasi altro farmaco). I mezzi di
informazione dovrebbero fare la loro parte, nel vagliare le notizie che
propongono al grande pubblico, magari rinunciando al facile scoop, per
divulgare, in modo rigoroso i dati scientifici esistenti.
Perché si è collegato l’autismo al vaccino contro il morbillo?
Purtroppo, è stata attuata una frode scientifica,
successivamente smascherata, ma che nel frattempo ha fatto enormi danni,
causando un calo delle vaccinazioni che ha provocato una recrudescenza della
malattia. I dati epidemiologici hanno escluso ogni relazione tra vaccino contro
il morbillo e autismo. La frode è partita da uno studio a firma del medico
inglese Andrew Wakefield, pubblicato nel 1998 sulla nota rivista scientifica
The Lancet. Gli esiti della ricerca, confezionata ad arte, suggerivano un
legame tra vaccinazione trivalente, infiammazione intestinale, danno cerebrale
e autismo. La ricerca di Wakefield era in realtà una frode deliberata perché il
medico era in combutta con l’avvocato Richard Barr, che stava portando avanti
per conto di famiglie con bambini autistici una class action milionaria ai
danni dei produttori del vaccino, sfruttando appunto gli esiti fasulli della
sua ricerca. Non solo: una richiesta di brevetto per un nuovo vaccino contro il
morbillo – che si avvantaggiava proprio della caduta in disgrazia del
trivalente - portava dritto all’indirizzo di alcuni “soci” del medico. Alla
luce di questi fatti, nel 2010 la rivista britannica The Lancet, per la prima
volta nella sua storia, ha sconfessato lo studio pubblicato sulle sue pagine.
Wakefield nel frattempo è finito sotto processo ed è stato radiato dall’ordine dei medici inglese. Nonostante ciò paura e disinformazione faticano a dissolversi.
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