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lunedì 15 ottobre 2018

LEI, NON CI CREDEVA


Corina Saebels è una tranquilla donna di 58 anni, single, madre di due figli che vive a Kelowna, Canada. Fino a non molto tempo fa, come molti, non credeva a UFO ed alieni, ma una serie di eventi inaspettati faranno riemergere dei ricordi  che aveva rimosso completamente.
 
Tutto ebbe inizio una sera d'estate. Dopo aver messo a letto i figli, Corina ricevette la visita di un suo compagno. I due si sedettero fuori, in veranda, a bere qualcosa. Entrambi avvertirono nell’aria un leggero tremore, istintivamente alzarono gli occhi al cielo e sopra le loro teste, videro un enorme oggetto nero di forma triangolare che si avvicinava lentamente. L'uomo, spaventato, insistette per rientrare in casa. Lui entrò, ma la donna si attardò a fissare l'oggetto finché questo non sparì, così come era arrivato. L'amico uscì di casa e con tono alterato, gli chiese: - ma dove sei stata? È un'ora che ti cerco, che ti chiamo, sono arrivato fino al bosco! -
Corina restò interdetta: - non mi sono mossa da qui, controllavo l'oggetto ma se ne è andato quasi subito! -
Corina aveva un vuoto nei suoi ricordi, di circa un'ora.
 
 
Nei giorni seguenti la donna continuò a pensare all'accaduto, era preoccupata: pensava di essere soggetta a qualche tipo di disturbo mentale. Pensò che era il caso di consultare uno specialista, finché non riemerse un ricordo della sua infanzia: giocava a nascondino con altri bambini, quando arrivò il suo turno di contare fino a dieci, lei lo fece e dopo poco cominciò a cercare e chiamare i suoi amici, ma non ottenne alcuna risposta. Avvertì una strana sensazione, come di paura e cominciò a correre verso casa. Corina era convinta che qualcuno la stesse inseguendo, quindi tirò dritto, non si voltò fino a quando, arrivata a casa, trovò ad aspettarla i suoi genitori, preoccupati: - Corina, ti abbiamo cercata dappertutto, dove sei stata? I tuoi amici sono tornati a casa due ore fa! -
Lo stesso vuoto di memoria che le era capitato pochi giorni prima si era già verificato quando era una bambina.
La donna era sempre più preoccupata, non tanto per lei ma, essendo madre single, per i suoi figli.
Una sera, mentre stava dormendo, avvertì un rumore provenire dalle scale, si alzò per andare a controllare e vide un essere scheletrico, di colore grigio, con arti lunghi e sottili, una testa enorme, occhi grandi e al posto delle bocca una piccola fessura. L'essere entrò nella cameretta della figlia. La donna lo seguì ma non riuscì più a trovarlo. La bambina, intanto, dormiva tranquillamente nel suo lettino.
Credette di aver avuto soltanto un incubo, per cui tornò a letto.
La mattina successiva, dopo aver fatto colazione, osservò con interesse dei disegni che stava facendo sua figlia: strani omini con una grande testa. Corina le chiese chi erano e la bambina rispose che erano degli amici che a volte la venivano a trovare. Sono buoni – aggiunse – ma, indicando uno dei personaggi del disegno disse: - tranne lui, lui mi fa paura, mi ha detto di essere il dottore. -
Sentendo la parola "dottore" i ricordi di Corina riemersero preponderanti, tutti insieme. Ricordò di essere stata rapita da quegli esseri, di essersi ritrovata su un lettino mentre uno di loro, senza muovere la bocca, telepaticamente, le diceva: - sono il dottore. - L'alieno Grigio fece scendere uno strano strumento dall'alto che le penetrò l'addome. Lei urlò dal dolore, ma "il dottore" restò inespressivo e continuò con il suo intervento. Una volta terminato, prima che la riportassero indietro, Corina ebbe il tempo di osservare le pareti che la circondano: erano piene di vasche trasparenti e in ognuna c'era un feto. A questo punto, per la donna, divenne tutto più chiaro: sia lei, che sua madre, durante tutta la loro vita, avevano avuto una serie di gravidanze terminate con un aborto spontaneo, ma sempre senza nessuna traccia del feto. Corina capì che dietro tutto questo c’erano quegli esseri, che prima la rapivano per fecondarla e poi per prelevarle il feto.
 
 
Il pensiero corse subito alla figlia, che già aveva avuto contatti con gli alieni e non voleva che questa storia famigliare di rapimenti e abusi coinvolgesse anche lei. Così decise di trasferirsi in una località meno isolata. Trascorsero gli anni e tutto sembrava fosse tornato alla normalità.
Finché un'amica non venne a trovarla nella sua nuova dimora per trascorrere insieme a lei un week end.
Le due donne, al ritorno dal cinema, dopo l'insistenza dell'amica, si fermarono in un luogo panoramico per osservare le stelle. L'amica notò delle luci verdi che si muovevano nel cielo e che di certo non erano stelle. Le luci sembravano seguire una coreografia, si avvicinavano, si allontanavano, ruotavano tra di loro, si intrecciavano, fino a quando non sparivano nel nulla. Corina, però aveva paura. Sapeva che in quella zona c’erano diversi animali selvatici, per cui, in preda all'apprensione, prese una torcia dall'auto e cominciò a controllare la zona circostante. Illuminando i cespugli intravide dei riflessi. All’inizio credette di scorgere nell’oscurità gli occhi di un cervo, ma osservando meglio, riconobbe le fattezze degli alieni. Le donne, spaventate provarono a scappare, intanto sulle loro teste era comparso l'enorme UFO nero. Paralizzate dal terrore, alle due amiche sembrò di impiegare una vita per risalire in auto. L'auto non partiva e gli alieni si avvicinarono poggiando le loro lunghe mani sui finestrini. Dopo numerosi tentativi l'auto finalmente si mise in moto e cominciarono a scappare. L'UFO continuò a seguirle per un lungo tratto. Corina decise di non tornare subito a casa: temeva di mettere in pericolo anche la sua famiglia. Per cui, continuarono la loro corsa in auto fino a quando sembrò che l'UFO non le stesse più inseguendo. Scesero dall'auto per verificare che non c’erano alieni, ma quando risalirono, l'amica si accorse che gli orologi segnavano un'ora in più.
Dov’erano state durante quell'ora, cosa era successo?
Tornarono a casa e Corina corse subito in camera di sua figlia per controllare che stesse bene: la figlia dormiva tranquillamente. Fu solo allora che Corina si rese conto che non esisteva un posto sicuro: era impossibile nascondersi da loro. In un intervista al Toronto Sun, lanciò un’accorato appello: 


"A tutti gli alieni benevoli. Se conoscete e vedete quello che questi alieni malvagi ci stanno facendo, per favore fermateli, impedite loro di danneggiare noi e i nostri figli. Aiutateci!"

2 commenti:

  1. Corina si rese conto che non esisteva un posto sicuro. né sulla Terra, né altrove: era impossibile nascondersi da loro.

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  2. Ah...allora sai come stanno le cose...

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