Cosa sono gli UFO? Sono oggetti di cui non
riusciamo a comprenderne la natura (oggetti volanti non identificati, appunto).
Sinceramente non posso affermare che esistano astronavi provenienti da altri
mondi, ma so per certo che gli UFO, nel senso letterale della parola, esistono;
anche perché, nonostante negli ultimi anni si stia studiando, con la massima
attenzione, la composizione dei vari strati dell’atmosfera, ancora non
conosciamo tutto quello che vive al loro interno.
A prima lettura questa ultima frase può sembrare
insensata, ma è indubbio che se gli organismi viventi popolano la terra e il mare potrebbero, a maggior ragione, risiedere anche in cielo; magari in modo
stabile, sfruttando le correnti atmosferiche. Alcuni li conosciamo benissimo: ragni e
insetti che si fanno trascinare dal vento, batteri e microrganismi che
rimangono in sospensione dopo tempeste o forti venti, spore, larve e uova di
insetti, trovate addirittura ai limiti estremi della nostra atmosfera. Altri,
invece, sono ancora in fase di identificazione e c’è chi afferma che si tratta
di esseri viventi anche di grandi dimensioni.
Oggi si usa chiamare queste forme di vita ancora
sconosciute “Zeroids”, un termine dato dall’ufologo Dr. Franklin Ruehl a
misteriose creature avvistate negli strati più esterni della nostra atmosfera e
che molti astronauti affermano di aver visto, durante le loro missioni, nello
spazio esterno. In realtà hanno anche un nome scientifico: EBANI, cioè Entità
Biologica Aerea Non Identificata.
Di “animali” spaziali se ne parla nel mio libro “SENZA TEMPO”, ma e soprattutto, in un antichissimo testo apocrifo
“IL LIBRO DI ENOCH”. In quest’ultimo testo vengono descritte le “Coccodre”
animali che abitano lo spazio profondo. Il nome suggerisce che, come i
coccodrilli, possano sottrarsi alla vista dell’osservatore per poi affiorare
alla bisogna, come se emergessero dall’acqua. Per coloro che storcessero il
naso leggendo questo paragrafo, voglio ricordare che questo libro, in tempi
remoti, era contemplato nella BIBBIA.
Gli Zeroids, quindi, sono creature sconosciute (finora
sono stati studiati solo tramite strumenti ottici) che “potrebbero” abitare i
remoti recessi dello spazio interstellare. Queste creature riuscirebbero a sopravvivere a temperatura e pressione
atmosferica quasi pari a zero (e per zero, intendiamo lo zero assoluto) il che
fa scuotere il capo agli scettici poiché certe condizioni non permetterebbero la
vita, almeno non così come la conosciamo. Ma a sostegno dei biologi che
avvallano la loro esistenza intervengono recenti scoperte davvero sorprendenti,
come gli organismi estremofili (per lo più batteri in grado di vivere in
condizioni estreme) e i famosi tardigradi, capaci perfino di sopravvivere
alcuni giorni nel vuoto cosmico.
Vitalii Iosifovich Goldanskii, professore
l’Accademia delle Scienza della Russia, sin dal 1997 sostiene la possibilità
che apprezzabili quantità di materiale prebiotico possano accumularsi ai bordi
delle nebulose o nelle gigantesche nubi di gas che stazionano nell’Universo.
Secondo il suo pensiero, con il passare del tempo questo materiale, per le
stesse leggi che hanno consentito la nascita della vita sul nostro pianeta,
potrebbe essersi evoluto in qualche forma di vita, adattandosi a condizioni di
vita estreme come quelle dello spazio profondo. A sostegno della sua teoria
grazie ai telescopi e a diverse missioni della stazione internazionale sappiamo
che esistono composti organici nello spazio (formaldeidi, acido cianidrico e
addirittura la cellulosa) e che questi sono presenti anche in altri sistemi
stellari. In poche parole la teoria porta alla conclusione che là fuori, nello
spazio profondo, ci sarebbe un’abbondanza di elementi organici tali da
consentire l’evoluzione della vita anche nella forma di Zeroids. Considerando
che il nostro Universo ha un’età di quasi 14 miliardi di anni si può
addirittura pensare che gli Zeroids siano state le prime forme di vita apparse
nel cosmo e che nel tempo, attraverso diversi stadi evolutivi, si siano
sviluppati in unità biologiche microscopiche ed abbiano colonizzato perfino il
nostro pianeta, dando inizio alla vita così come la conosciamo.
Ruehl, in un articolo pubblicato sul The Huffington
Post nel 2012, ipotizza che gli Zeroids possano essere migrati in tutti i
settori dello spazio e che probabilmente siano dotati di una forma di
intelligenza primitiva che oggi li porterebbe a stazionare nei nostri cieli
dove troverebbero il loro nutrimento. Questi esseri, che possono vivere come
piccoli esseri singoli o in enormi colonie, vagherebbero nello spazio alla
ricerca di cibo e “brucherebbero” l’atmosfera dei pianeti, compresa la nostra.
Spingendosi oltre, ipotizza che potrebbero aver sviluppato la capacità di
attraversare tranquillamente la nostra atmosfera in cerca di cibo e che alcuni
di essi, scendendo a bassa quota, siano visibili ad occhio nudo e vengono
avvistati come UFO. La maggior parte degli avvistamenti di queste enigmatiche
forme viene effettuata in Messico, (grazie all’attivissimo gruppo di
ricercatori chiamati “Vigilantes”), ma sono molti gli avvistamenti anche in
Canada, Regno Unito e USA. Avvistamenti di Zeroids sono stati effettuati anche
da satelliti e stazioni orbitanti intorno alla Terra, che li hanno descritti
come misteriose sfere di luce o oggetti allungati che danno l’impressione di
essere “vivi” perché pulsano o ondeggiano come dei vermi.
Di “animali” spaziali se ne parla nel mio libro “I FABBRICANTI DI UNIVERSI”, ma e soprattutto in un antichissimo testo apocrifo “IL LIBRO DI ENOCH”. In quest’ultimo testo vengono descritte le “Coccodre” animali che abitano lo spazio profondo. Il nome suggerisce che, come i coccodrilli, possano sottrarsi alla vista dell’osservatore per poi affiorare alla bisogna, come se emergessero dall’acqua.
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