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venerdì 5 luglio 2019

E.B.A.N.I. - Entità Biologica Aerea Non Identificata


Cosa sono gli UFO? Sono oggetti di cui non riusciamo a comprenderne la natura (oggetti volanti non identificati, appunto). Sinceramente non posso affermare che esistano astronavi provenienti da altri mondi, ma so per certo che gli UFO, nel senso letterale della parola, esistono; anche perché, nonostante negli ultimi anni si stia studiando, con la massima attenzione, la composizione dei vari strati dell’atmosfera, ancora non conosciamo tutto quello che vive al loro interno.
A prima lettura questa ultima frase può sembrare insensata, ma è indubbio che se gli organismi viventi popolano la terra e il mare potrebbero, a maggior ragione, risiedere anche in cielo; magari in modo stabile, sfruttando le correnti atmosferiche. Alcuni li conosciamo benissimo: ragni e insetti che si fanno trascinare dal vento, batteri e microrganismi che rimangono in sospensione dopo tempeste o forti venti, spore, larve e uova di insetti, trovate addirittura ai limiti estremi della nostra atmosfera. Altri, invece, sono ancora in fase di identificazione e c’è chi afferma che si tratta di esseri viventi anche di grandi dimensioni.
Oggi si usa chiamare queste forme di vita ancora sconosciute “Zeroids”, un termine dato dall’ufologo Dr. Franklin Ruehl a misteriose creature avvistate negli strati più esterni della nostra atmosfera e che molti astronauti affermano di aver visto, durante le loro missioni, nello spazio esterno. In realtà hanno anche un nome scientifico: EBANI, cioè Entità Biologica Aerea Non Identificata.
 

Di “animali” spaziali se ne parla nel mio libro “SENZA TEMPO”, ma e soprattutto, in un antichissimo testo apocrifo “IL LIBRO DI ENOCH”. In quest’ultimo testo vengono descritte le “Coccodre” animali che abitano lo spazio profondo. Il nome suggerisce che, come i coccodrilli, possano sottrarsi alla vista dell’osservatore per poi affiorare alla bisogna, come se emergessero dall’acqua. Per coloro che storcessero il naso leggendo questo paragrafo, voglio ricordare che questo libro, in tempi remoti, era contemplato nella BIBBIA.
Gli Zeroids, quindi, sono creature sconosciute (finora sono stati studiati solo tramite strumenti ottici) che “potrebbero” abitare i remoti recessi dello spazio interstellare. Queste creature riuscirebbero a  sopravvivere a temperatura e pressione atmosferica quasi pari a zero (e per zero, intendiamo lo zero assoluto) il che fa scuotere il capo agli scettici poiché certe condizioni non permetterebbero la vita, almeno non così come la conosciamo. Ma a sostegno dei biologi che avvallano la loro esistenza intervengono recenti scoperte davvero sorprendenti, come gli organismi estremofili (per lo più batteri in grado di vivere in condizioni estreme) e i famosi tardigradi, capaci perfino di sopravvivere alcuni giorni nel vuoto cosmico.
Vitalii Iosifovich Goldanskii, professore l’Accademia delle Scienza della Russia, sin dal 1997 sostiene la possibilità che apprezzabili quantità di materiale prebiotico possano accumularsi ai bordi delle nebulose o nelle gigantesche nubi di gas che stazionano nell’Universo. Secondo il suo pensiero, con il passare del tempo questo materiale, per le stesse leggi che hanno consentito la nascita della vita sul nostro pianeta, potrebbe essersi evoluto in qualche forma di vita, adattandosi a condizioni di vita estreme come quelle dello spazio profondo. A sostegno della sua teoria grazie ai telescopi e a diverse missioni della stazione internazionale sappiamo che esistono composti organici nello spazio (formaldeidi, acido cianidrico e addirittura la cellulosa) e che questi sono presenti anche in altri sistemi stellari. In poche parole la teoria porta alla conclusione che là fuori, nello spazio profondo, ci sarebbe un’abbondanza di elementi organici tali da consentire l’evoluzione della vita anche nella forma di Zeroids. Considerando che il nostro Universo ha un’età di quasi 14 miliardi di anni si può addirittura pensare che gli Zeroids siano state le prime forme di vita apparse nel cosmo e che nel tempo, attraverso diversi stadi evolutivi, si siano sviluppati in unità biologiche microscopiche ed abbiano colonizzato perfino il nostro pianeta, dando inizio alla vita così come la conosciamo.
 

Ruehl, in un articolo pubblicato sul The Huffington Post nel 2012, ipotizza che gli Zeroids possano essere migrati in tutti i settori dello spazio e che probabilmente siano dotati di una forma di intelligenza primitiva che oggi li porterebbe a stazionare nei nostri cieli dove troverebbero il loro nutrimento. Questi esseri, che possono vivere come piccoli esseri singoli o in enormi colonie, vagherebbero nello spazio alla ricerca di cibo e “brucherebbero” l’atmosfera dei pianeti, compresa la nostra. Spingendosi oltre, ipotizza che potrebbero aver sviluppato la capacità di attraversare tranquillamente la nostra atmosfera in cerca di cibo e che alcuni di essi, scendendo a bassa quota, siano visibili ad occhio nudo e vengono avvistati come UFO. La maggior parte degli avvistamenti di queste enigmatiche forme viene effettuata in Messico, (grazie all’attivissimo gruppo di ricercatori chiamati “Vigilantes”), ma sono molti gli avvistamenti anche in Canada, Regno Unito e USA. Avvistamenti di Zeroids sono stati effettuati anche da satelliti e stazioni orbitanti intorno alla Terra, che li hanno descritti come misteriose sfere di luce o oggetti allungati che danno l’impressione di essere “vivi” perché pulsano o ondeggiano come dei vermi.

1 commento:

  1. Di “animali” spaziali se ne parla nel mio libro “I FABBRICANTI DI UNIVERSI”, ma e soprattutto in un antichissimo testo apocrifo “IL LIBRO DI ENOCH”. In quest’ultimo testo vengono descritte le “Coccodre” animali che abitano lo spazio profondo. Il nome suggerisce che, come i coccodrilli, possano sottrarsi alla vista dell’osservatore per poi affiorare alla bisogna, come se emergessero dall’acqua.

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