Gli amanti dell’insolito conosceranno, anche solo per sentito dire, il Monte Musinè, la montagna più vicina a Torino. La montagna è al centro di molti miti locali, avvistamenti UFO e attività paranormali che più volte vengono illustrati anche su giornali nazionali.
Uno degli eventi più clamorosi avvenuti nei pressi
del Monte Musinè risale all’otto dicembre 1978 quando ai piedi della montagna
due giovani escursionisti avvistarono una sfera scura, fluttuante, di circa due
metri di diametro dal cui interno proveniva una intensa luce bianca. Uno dei
due, incuriosito, si avvicinò alla sfera e nel giro di pochi istanti scomparve
letteralmente nel nulla, così come la sfera stessa.
Il suo compagno, allarmato, scese di corsa alla
base del percorso e contattò di altri escursionisti, che si prodigarono nella
ricerca dell’amico scomparso. Un gruppo di 14 persone pattugliò la zona
indicata al momento della scomparsa e ripercorsero i sentieri più volte senza
mai notare nulla di strano. Alle 04:00 durante l’ennesima battuta, proprio
lungo un sentiero ripassato decine di volte, si ebbe il ritrovamento del
ragazzo scomparso. Venne trovato seduto, a cavalcioni di un masso, in stato di
shock e con un’evidente bruciatura su una gamba. Ci vollero diverse ore prima
che si riprendesse da quello stato di torpore.
Quando si riprese disse che dalla sfera erano
usciti due esseri umanoidi che lo presero sollevandolo per poi condurlo su
un’astronave invisibile che stazionava sopra la cima del monte. Descrisse i
suoi rapitori come umani deformi dal torso largo e le gambe sottili. Erano alti
più di due metri, con una testa sproporzionata e dal volto sporgente come
quello dei roditori. Avevano occhi grandi e perfettamente rotondi e dalla bocca
spuntavano due canini, come quelli dei lupi.
Una descrizione simile venne riportata dal
protagonista dell’incontro ravvicinato di Scalenghe, a meno di 30 km di
distanza dal Monte Musinè.
Il 29 giugno del 2005 un contadino della zona si
alzò verso le 04:00 per andare a controllare che giungesse l’acqua nel canale
di irrigazione di uno dei suoi campi (spesso i contadini ricevono le deviazioni
di acqua durante la notte). Verso le 04:30 già pedalava, in sella alla sua
bicicletta, nei pressi del suo campo. Era estate e la luce era sufficiente a vedere
in lontananza, pur essendo ancora notte. Il cielo era sereno e l’alba sarebbe
giunta da lì a poco. Costeggiando il suo ampio campo di grano si fermava di
tanto in tanto a controllare i vari chiusini che dirigevano l’acqua in
concessione. Ad un certo punto, in un campo attiguo mietuto da poco, vide una
sagoma scura inginocchiata a terra e pensando che si trattasse di una persona
del luogo si fermò e richiamò la sua attenzione per salutarlo. Al suo richiamo
la figura si accorse di lui e si alzò in piedi a fissarlo. Il contadino si
fermò sotto un lampione e a sua volta lo fissò cercando di capire chi fosse, ma
ben presto si accorse delle sue strane fattezze. L’individuo che lo fissava,
pur assomigliando a un essere umano, aveva le spalle molto più larghe ed era
alto circa due metri. Anche la testa, pur nell’oscurità, sembrava decisamente
più grande del normale: come un’anguria. Il contadino rimase interdetto mentre
la figura avanzò lentamente nella sua direzione, muovendosi su due gambe
estremamente sottili. Quando giunse a distanza sufficiente il contadino riuscì
a intravederne la faccia o meglio il suo muso, che sembrava quello di un enorme
topo. Gli occhi erano grandi, neri, lucidi e rotondi e le sue orecchie erano
lunghe e a punta. La creatura era di colore grigio scuro, anche se il contadino
nella sua testimonianza riferì di non aver capito se si trattasse di pelo o di
una tuta aderente. Alle sue spalle c’era una sfera nerastra grande circa due
metri che fluttuava a qualche centimetro da terra e dal centro veniva emanata
una luce rotonda molto intensa, come quella di una torcia elettrica. La
creatura continuò ad avanzare nella direzione del contadino, che preso dalla
paura iniziò a pedalare con tutta la forza che aveva nelle gambe per scappare
via. Mentre scappava volse più volte lo sguardo alle sue spalle, ma l’umanoide
e la sfera si erano dileguati nell’oscurità. Nella concitazione del momento
l’uomo non riuscì a capire se quell’essere se n’era andato a piedi o se era
entrato nella sfera per alzarsi in volo. Tornò a casa velocemente e
visibilmente scosso, raccontò ciò che aveva visto hai familiari che decisero di
uscire per verificare il suo racconto.
Nessuno di loro notò nulla di strano nel campo, ma
il giorno dopo furono trovate delle bruciature sul terreno che formavano un
cerchio largo circo un metro e mezzo e nei giorni a seguire anche altri
contadini della zona dissero di aver visto strane luci nei loro campi.
Diversi cittadini della zona, negli ultimi anni,
hanno segnalato svariati incontri del terzo tipo in provincia di Torino. Molti
testimoni sono convinti che “queste creature” non siano aggressive e per quanto
ne sappiamo, non hanno mai fatto del male a nessuno. Spesso si avvicinano alle
abitazioni e agli animali da fattoria, ma scappano non appena sentono abbaiare
un cane o vedono una luce accendersi.
Molti testimoni sono convinti che “queste creature” non siano aggressive e per quanto ne sappiamo, non hanno mai fatto del male a nessuno. Spesso si avvicinano alle abitazioni e agli animali da fattoria, ma scappano non appena sentono abbaiare un cane o vedono una luce accendersi.
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