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lunedì 8 luglio 2019

IL CASO SCALENGHE


Gli amanti dell’insolito conosceranno, anche solo per sentito dire, il Monte Musinè, la montagna più vicina a Torino. La montagna è al centro di molti miti locali, avvistamenti UFO e attività paranormali che più volte vengono illustrati anche su giornali nazionali.
Uno degli eventi più clamorosi avvenuti nei pressi del Monte Musinè risale all’otto dicembre 1978 quando ai piedi della montagna due giovani escursionisti avvistarono una sfera scura, fluttuante, di circa due metri di diametro dal cui interno proveniva una intensa luce bianca. Uno dei due, incuriosito, si avvicinò alla sfera e nel giro di pochi istanti scomparve letteralmente nel nulla, così come la sfera stessa.
Il suo compagno, allarmato, scese di corsa alla base del percorso e contattò di altri escursionisti, che si prodigarono nella ricerca dell’amico scomparso. Un gruppo di 14 persone pattugliò la zona indicata al momento della scomparsa e ripercorsero i sentieri più volte senza mai notare nulla di strano. Alle 04:00 durante l’ennesima battuta, proprio lungo un sentiero ripassato decine di volte, si ebbe il ritrovamento del ragazzo scomparso. Venne trovato seduto, a cavalcioni di un masso, in stato di shock e con un’evidente bruciatura su una gamba. Ci vollero diverse ore prima che si riprendesse da quello stato di torpore.
Quando si riprese disse che dalla sfera erano usciti due esseri umanoidi che lo presero sollevandolo per poi condurlo su un’astronave invisibile che stazionava sopra la cima del monte. Descrisse i suoi rapitori come umani deformi dal torso largo e le gambe sottili. Erano alti più di due metri, con una testa sproporzionata e dal volto sporgente come quello dei roditori. Avevano occhi grandi e perfettamente rotondi e dalla bocca spuntavano due canini, come quelli dei lupi.

 

 

Una descrizione simile venne riportata dal protagonista dell’incontro ravvicinato di Scalenghe, a meno di 30 km di distanza dal Monte Musinè.
Il 29 giugno del 2005 un contadino della zona si alzò verso le 04:00 per andare a controllare che giungesse l’acqua nel canale di irrigazione di uno dei suoi campi (spesso i contadini ricevono le deviazioni di acqua durante la notte). Verso le 04:30 già pedalava, in sella alla sua bicicletta, nei pressi del suo campo. Era estate e la luce era sufficiente a vedere in lontananza, pur essendo ancora notte. Il cielo era sereno e l’alba sarebbe giunta da lì a poco. Costeggiando il suo ampio campo di grano si fermava di tanto in tanto a controllare i vari chiusini che dirigevano l’acqua in concessione. Ad un certo punto, in un campo attiguo mietuto da poco, vide una sagoma scura inginocchiata a terra e pensando che si trattasse di una persona del luogo si fermò e richiamò la sua attenzione per salutarlo. Al suo richiamo la figura si accorse di lui e si alzò in piedi a fissarlo. Il contadino si fermò sotto un lampione e a sua volta lo fissò cercando di capire chi fosse, ma ben presto si accorse delle sue strane fattezze. L’individuo che lo fissava, pur assomigliando a un essere umano, aveva le spalle molto più larghe ed era alto circa due metri. Anche la testa, pur nell’oscurità, sembrava decisamente più grande del normale: come un’anguria. Il contadino rimase interdetto mentre la figura avanzò lentamente nella sua direzione, muovendosi su due gambe estremamente sottili. Quando giunse a distanza sufficiente il contadino riuscì a intravederne la faccia o meglio il suo muso, che sembrava quello di un enorme topo. Gli occhi erano grandi, neri, lucidi e rotondi e le sue orecchie erano lunghe e a punta. La creatura era di colore grigio scuro, anche se il contadino nella sua testimonianza riferì di non aver capito se si trattasse di pelo o di una tuta aderente. Alle sue spalle c’era una sfera nerastra grande circa due metri che fluttuava a qualche centimetro da terra e dal centro veniva emanata una luce rotonda molto intensa, come quella di una torcia elettrica. La creatura continuò ad avanzare nella direzione del contadino, che preso dalla paura iniziò a pedalare con tutta la forza che aveva nelle gambe per scappare via. Mentre scappava volse più volte lo sguardo alle sue spalle, ma l’umanoide e la sfera si erano dileguati nell’oscurità. Nella concitazione del momento l’uomo non riuscì a capire se quell’essere se n’era andato a piedi o se era entrato nella sfera per alzarsi in volo. Tornò a casa velocemente e visibilmente scosso, raccontò ciò che aveva visto hai familiari che decisero di uscire per verificare il suo racconto.
Nessuno di loro notò nulla di strano nel campo, ma il giorno dopo furono trovate delle bruciature sul terreno che formavano un cerchio largo circo un metro e mezzo e nei giorni a seguire anche altri contadini della zona dissero di aver visto strane luci nei loro campi.
Diversi cittadini della zona, negli ultimi anni, hanno segnalato svariati incontri del terzo tipo in provincia di Torino. Molti testimoni sono convinti che “queste creature” non siano aggressive e per quanto ne sappiamo, non hanno mai fatto del male a nessuno. Spesso si avvicinano alle abitazioni e agli animali da fattoria, ma scappano non appena sentono abbaiare un cane o vedono una luce accendersi.

1 commento:

  1. Molti testimoni sono convinti che “queste creature” non siano aggressive e per quanto ne sappiamo, non hanno mai fatto del male a nessuno. Spesso si avvicinano alle abitazioni e agli animali da fattoria, ma scappano non appena sentono abbaiare un cane o vedono una luce accendersi.

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