Nell’ottobre del 2001 nell’azienda vinicola di
Gundiah, vicino a Tiaro (Australia) Keith Rylance, la moglie Amy e la loro
socia in affari Petra Heller stavano facendo gli ultimi controlli sull’uva
prima della vendemmia. La giornata del 4 Ottobre fu particolarmente pesante per
tutti: si avvicinava il giorno della vendemmia e ancora mancavano alcuni
responsi sulla bontà delle loro uve.
Keith era particolarmente stanco quella sera e
poiché la moglie era abituata a stare in piedi fino a tardi, temeva che la TV
gli avrebbe impedito di addormentarsi. Decise, quindi, di andare a dormire
nella sua roulotte, in giardino. Amy rimase a guardare la TV in sala da pranzo
e come spesso le accadeva, alla fine si addormentò sul divano. Petra dormiva in
una camera lì accanto e lasciò la porta socchiusa.
Quella notte ci fu un forte temporale, tanto che
Petra fu svegliata dai forti rumori della pioggia e del vento. Erano circa le
23:15 quando andò nella sala per controllare cosa stesse facendo Amy e appena
varcata porta rimase allibita: un intenso raggio di luce entrava nella camera
attraverso la finestra aperta e colpiva il corpo di Amy, addormentata in
posizione prona. Ad un tratto, prima che potesse fare qualsiasi cosa, l’amica
iniziò a fluttuare e venne trasportata fuori dalla finestra. Assieme alla
ragazza il raggio di luce inglobò alcuni oggetti posati sul tavolino, tra cui
un posacenere, un quadretto due statuette di ceramica e un vaso di fiori.
Petra si affacciò alla finestra e vide che il
raggio proveniva da un UFO di forma discoidale che fluttuava sopra la casa a
poca distanza da un albero vicino alla roulotte. Si sentì venir meno, ma si
riprese e cominciò a urlare per svegliare Keith. L’uomo cercò di calmarla, poi
cercò la moglie per tutta la casa e il giardino. Non riuscendo a trovarla, chiamò
la polizia, dicendo che sua moglie era stata rapita.
Spiegare alla polizia che Amy era stata rapita da
un UFO non fu semplice: gli agenti, oltre che perplessi, erano sospettosi. Il
giorno dopo però, in seguito ai primi sopralluoghi della scientifica, l’idea
degli inquirenti cambiò radicalmente. Sui montanti della finestra c’erano
tracce di bruciature e l’intonaco della casa in prossimità dalla finestra
mostrava una strana scia marrone e diverse bolle dovute a un’elevata
temperatura. Lo stesso alone appariva sulle pietre del sentiero che portava
all’ingresso.
Nonostante la perizia delle indagini era chiaro che
nessuno avesse idea di cosa fosse successo ad Amy, almeno fino a quando, nel
pomeriggio, Keith non ricevette una telefonata. Dall’altro capo del telefono
una donna sosteneva di aver trovato e soccorso una ragazza disidratata e in
evidente stato di agitazione. Da lei aveva avuto quel numero di telefono e al
momento si trovava nei pressi di una pompa di benzina a circa 790 km a nord di
Gundiah.
Amy fu portata in ospedale ed era molto scossa, ma
non riportava ferite gravi. Non ricordava nulla degli eventi della sera prima
descritti da Petra.
Dopo alcuni giorni la ragazza venne dimessa: tornò
a casa e riprese, almeno apparentemente, la vita di tutti i giorni.
Keith Rylance contattò l’istituto di ricerca
ufologica australiano e fu così che il caso venne alla luce ed esposto al pubblico.
Amy, in seguito, ricordò di essersi svegliata su un
lettino di una strana stanza rettangolare illuminata da una luce diffusa che
pareva venire direttamente dalle pareti e dal soffitto. Era sola e si mise a
urlare, ma le rispose una voce maschile che le chiedeva di restare calma,
perché tutto sarebbe andato bene e non le avrebbero fatto del male. Disse che
quella voce, in qualche modo, la confortò e lei si calmò. Ad un tratto apparve
un’apertura sul muro e un “uomo” alto circa un metro e ottanta entrò nella
stanza. Aveva una corporatura snella ed era coperto da capo a piedi da una
sorta di tuta aderente. Una maschera nera gli copriva il viso, con dei fori per
gli occhi e la bocca. Amy ebbe la sensazione di essere stata lì molto a lungo. Quando l’uomo si avvicinò, lei perse nuovamente i sensi e si risvegliò
sdraiata a terra in mezzo agli alberi. In stato confusionale raggiunse la pompa
di benzina dove venne soccorsa. Amy raccontò anche che da piccola aveva visto
un grande UFO circondato da oggetti più piccoli. Pure in quell’occasione ebbe
ricordi confusi, ma pensò di aver sognato: probabilmente, disse, si era
addormentata nel giardino di casa dopo la scuola.
In ospedale fu visitata accuratamente e furono
trovati alcuni segni disposti a triangolo all’interno della sua coscia destra. Altri
segni erano presenti sotto i talloni e alla radice della chioma. Fu notata una
forte ricrescita dei capelli: li aveva tinti pochi giorni prima, eppure era
visibile una ricrescita molto estesa col colore originale. Anche la peluria
sulle gambe sembrava più accentuata. Possibile che i suoi peli fossero
cresciuti tanto in così poco tempo?
Oppure bisogna pensare che la sua assenza fosse durata
molto più a lungo delle poche ore effettivamente intercorse tra la scomparsa e
il ritrovamento?
Forse Amy ha vissuto la sua disavventura in un tempo dilatato. Bisogna pensare che la sua assenza sia durata molto più a lungo delle poche ore effettivamente intercorse tra la scomparsa e il ritrovamento.
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