I cosiddetti “cerchi delle fate” sono, in realtà,
un cerchio di funghi, a cui spesso si aggiungono, qua e là, piccole pietre ed erba ingiallita; il tutto disposto, a effetto, in forma circolare. Si possono
vedere nei boschi. Si dice che questi cerchi si formano nei luoghi in cui il
Piccolo Popolo si raduna nelle notti di plenilunio e si intrattiene in una
tipica danza del cerchio. Si dice anche che non bisogna mai attardarsi in questi luoghi
dopo il tramonto perché potreste essere trascinati dalle melodie suonate dalle
fate che, per l’occasione, assumeranno le fattezze più incantevoli.
Il Regno delle Fate (Fairyland come lo chiamano in
Inghilterra) è parte del folclore di molti paesi, ma nel Regno Unito se ne ha
quasi un culto. Oggi si ritiene che non possa esistere un mondo sotterraneo
popolato da elfi, gnomi o folletti e che racconti del genere siano frutto di antiche
leggende popolari, riprese dalla fervida fantasia degli scrittori. A questo
punto, penserete che vi stia rifilando una leggenda, ma non è proprio così. Chi
mi segue, ricorderà di un caso in cui il cadavere di uno gnomo fu effettivamente
ritrovato (Cfr. Lo gnomo), casualmente, da due cercatori d’oro che, con la dinamite,
fecero saltare le parete rocciosa di una montagna. Misero così in luce una grotta
in cui fu rinvenuto un piccolo corpo mummificato. L’esame dei resti sentenziò
che, a parte la statura, si trattava di un individuo adulto. Come avesse fatto
quell’esserino a entrare in un antro sigillato, nessuno seppe dirlo.
Più volte, nel corso dei secoli, sono state avvistate
creature molto bizzarre che potremmo assimilare al Piccolo Popolo. Una delle
vicende forse più interessanti fu quella in cui rimase coinvolto il pastore di
una piccola comunità scozzese, alla fine del 1600.
Il reverendo Robert Kirk, pastore di Aberfoyle,
nelle Highlands scozzesi, era un uomo conosciuto e ben voluto da tutta la
comunità e tutti ne avevano un tale rispetto che, spesso, lo seguivano nelle
sue passeggiate nei boschi fin sulla collina poco distante, dalla quale l’uomo
era solito ammirare il tramonto. Tra il 1690 e il 1692 Kirk affermò più volte
che, proprio su quel colle, spesso si intratteneva con le fate. Bellissime
creature alate alte circa 20-30 cm dalle sembianze di bambine e fanciulle. Qualcuno
a sentire quei racconti, storceva il naso, ma era pur sempre un pastore ed erano in molti
a credere che ci fosse del vero nelle sue parole.
Il 5 maggio 1692 il reverendo se stava seduto su
tronco a parlottare con alcuni contadini che, come lui, amavano salire
sull’altura prima di tornare a casa. Ciò che raccontarono quei contadini al
loro ritorno allarmò l’intera comunità di Aberfoyle. I testimoni affermarono
che il reverendo fu attratto da un rumore in mezzo agli alberi e quindi disse
loro di attenderlo mentre andava a controllare di cosa si trattasse. Passati
alcuni minuti, non vedendolo ritornare, andarono a cercarlo, ma tutto ciò che
trovarono fu il suo breviario al centro di un cerchio fungino. Le ricerche di
Kirk andarono avanti per molti giorni e tutti contribuirono a setacciare la
zona, ma non ci fu nulla da fare. Il 14 maggio fu dichiarato morto. Fu
organizzato il suo funerale nella sua stessa chiesa e fu simbolicamente
tumulato nel piccolo cimitero sul retro.
Suo cugino Graham Duchray, era uno di quelli che
dedicarono più tempo alla sua ricerca e che, per tutto quel tempo, non smise
mai di pattugliare il bosco, neanche di notte. Alcuni giorni dopo il funerale,
Robert Kirk apparve a un parente con un messaggio per Duchray:
“Dì a Duchray che io non sono morto, ma sono prigioniero nel Regno delle Fate. Potrò tornare a mostrarmi solo una volta e lo farò in canonica quando verrà battezzato suo figlio, in modo che lui possa aiutarmi. Digli che quando sarò visibile dovrà lanciarmi un coltello sopra la testa per rompere l’incantesimo.”
In effetti, circa tre mesi dopo quell’apparizione, la
gente di Aberfoyle si ritrovò nella chiesetta per il battesimo del bambino e
come promesso, il reverendo Robert Kirk apparve davanti gli occhi sbarrati di
tutti. Suo cugino però era troppo sbalordito: paralizzato dallo spavento, non
riuscì ad agire e Kirk, pochi istanti dopo, svanì e non lo si vide mai più.
Questa storia fu messa per iscritto solo nel 1812
ma, dopo oltre un secolo, la gente di Aberfoyle era ancora convinta che Kirk non
fosse morto, che si trovasse nel Regno delle Fate. Correva voce che il prete fu
rapito dalle fate perché era ormai in grado di rivelare i segreti del loro
mondo. In effetti Kirk stava effettivamente scrivendo un libro: “La comunità
segreta degli elfi, dei fauni e delle fate”. Che rimase incompiuto.
Siamo alla soglia degli anni venti del ventunesimo
secolo e di questa storia, quasi nessuno parla più, ma fino agli anni ’50 del
secolo scorso, se chiedevate a un anziano del posto della vicenda del reverendo
scomparso, vi avrebbe raccontato di Robert Kirk che, svelando la presenza delle
fate, aveva infranto un tabù imposto agli esseri umani.
Correva voce che il prete fu rapito dalle fate perché era ormai in grado di rivelare i segreti del loro mondo. In effetti Kirk stava effettivamente scrivendo un libro: “La comunità segreta degli elfi, dei fauni e delle fate”. Che rimase incompiuto.
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