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giovedì 4 luglio 2019

I SEGRETI DELLE FATE


I cosiddetti “cerchi delle fate” sono, in realtà, un cerchio di funghi, a cui spesso si aggiungono, qua e là, piccole pietre ed erba ingiallita; il tutto disposto, a effetto, in forma circolare. Si possono vedere nei boschi. Si dice che questi cerchi si formano nei luoghi in cui il Piccolo Popolo si raduna nelle notti di plenilunio e si intrattiene in una tipica danza del cerchio. Si dice anche che non bisogna mai attardarsi in questi luoghi dopo il tramonto perché potreste essere trascinati dalle melodie suonate dalle fate che, per l’occasione, assumeranno le fattezze più incantevoli.



Il Regno delle Fate (Fairyland come lo chiamano in Inghilterra) è parte del folclore di molti paesi, ma nel Regno Unito se ne ha quasi un culto. Oggi si ritiene che non possa esistere un mondo sotterraneo popolato da elfi, gnomi o folletti e che racconti del genere siano frutto di antiche leggende popolari, riprese dalla fervida fantasia degli scrittori. A questo punto, penserete che vi stia rifilando una leggenda, ma non è proprio così. Chi mi segue, ricorderà di un caso in cui il cadavere di uno gnomo fu effettivamente ritrovato (Cfr. Lo gnomo), casualmente, da due cercatori d’oro che, con la dinamite, fecero saltare le parete rocciosa di una montagna. Misero così in luce una grotta in cui fu rinvenuto un piccolo corpo mummificato. L’esame dei resti sentenziò che, a parte la statura, si trattava di un individuo adulto. Come avesse fatto quell’esserino a entrare in un antro sigillato, nessuno seppe dirlo.
Più volte, nel corso dei secoli, sono state avvistate creature molto bizzarre che potremmo assimilare al Piccolo Popolo. Una delle vicende forse più interessanti fu quella in cui rimase coinvolto il pastore di una piccola comunità scozzese, alla fine del 1600.

Il reverendo Robert Kirk, pastore di Aberfoyle, nelle Highlands scozzesi, era un uomo conosciuto e ben voluto da tutta la comunità e tutti ne avevano un tale rispetto che, spesso, lo seguivano nelle sue passeggiate nei boschi fin sulla collina poco distante, dalla quale l’uomo era solito ammirare il tramonto. Tra il 1690 e il 1692 Kirk affermò più volte che, proprio su quel colle, spesso si intratteneva con le fate. Bellissime creature alate alte circa 20-30 cm dalle sembianze di bambine e fanciulle. Qualcuno a sentire quei racconti, storceva il naso, ma era pur sempre un pastore ed erano in molti a credere che ci fosse del vero nelle sue parole.
Il 5 maggio 1692 il reverendo se stava seduto su tronco a parlottare con alcuni contadini che, come lui, amavano salire sull’altura prima di tornare a casa. Ciò che raccontarono quei contadini al loro ritorno allarmò l’intera comunità di Aberfoyle. I testimoni affermarono che il reverendo fu attratto da un rumore in mezzo agli alberi e quindi disse loro di attenderlo mentre andava a controllare di cosa si trattasse. Passati alcuni minuti, non vedendolo ritornare, andarono a cercarlo, ma tutto ciò che trovarono fu il suo breviario al centro di un cerchio fungino. Le ricerche di Kirk andarono avanti per molti giorni e tutti contribuirono a setacciare la zona, ma non ci fu nulla da fare. Il 14 maggio fu dichiarato morto. Fu organizzato il suo funerale nella sua stessa chiesa e fu simbolicamente tumulato nel piccolo cimitero sul retro.
Suo cugino Graham Duchray, era uno di quelli che dedicarono più tempo alla sua ricerca e che, per tutto quel tempo, non smise mai di pattugliare il bosco, neanche di notte. Alcuni giorni dopo il funerale, Robert Kirk apparve a un parente con un messaggio per Duchray:



“Dì a Duchray che io non sono morto, ma sono prigioniero nel Regno delle Fate. Potrò tornare a mostrarmi solo una volta e lo farò in canonica quando verrà battezzato suo figlio, in modo che lui possa aiutarmi. Digli che quando sarò visibile dovrà lanciarmi un coltello sopra la testa per rompere l’incantesimo.”


In effetti, circa tre mesi dopo quell’apparizione, la gente di Aberfoyle si ritrovò nella chiesetta per il battesimo del bambino e come promesso, il reverendo Robert Kirk apparve davanti gli occhi sbarrati di tutti. Suo cugino però era troppo sbalordito: paralizzato dallo spavento, non riuscì ad agire e Kirk, pochi istanti dopo, svanì e non lo si vide mai più.
Questa storia fu messa per iscritto solo nel 1812 ma, dopo oltre un secolo, la gente di Aberfoyle era ancora convinta che Kirk non fosse morto, che si trovasse nel Regno delle Fate. Correva voce che il prete fu rapito dalle fate perché era ormai in grado di rivelare i segreti del loro mondo. In effetti Kirk stava effettivamente scrivendo un libro: “La comunità segreta degli elfi, dei fauni e delle fate”. Che rimase incompiuto.
Siamo alla soglia degli anni venti del ventunesimo secolo e di questa storia, quasi nessuno parla più, ma fino agli anni ’50 del secolo scorso, se chiedevate a un anziano del posto della vicenda del reverendo scomparso, vi avrebbe raccontato di Robert Kirk che, svelando la presenza delle fate, aveva infranto un tabù imposto agli esseri umani.

1 commento:

  1. Correva voce che il prete fu rapito dalle fate perché era ormai in grado di rivelare i segreti del loro mondo. In effetti Kirk stava effettivamente scrivendo un libro: “La comunità segreta degli elfi, dei fauni e delle fate”. Che rimase incompiuto.

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