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giovedì 11 luglio 2019

LE PORTE DEL TEMPO


Era il 15 giugno 1950. Alle ore 21:10 a New York in piazza Times Square l’ultima rappresentazione teatrale era appena terminata. Gli spettatori che uscivano dal teatro si immettevano nella piazza, mescolandosi alla folla dei passanti. Ad un tratto un’auto frenò all’improvviso attirando l’attenzione dei passanti: c’era appena stato un incidente e un uomo era stato investito.
L’autista scese dalla macchina e in mezzo alla folla tentò di giustificarsi con tono di voce sconvolto dicendo che “quel tizio” gli era sbucato davanti all’improvviso e lui non era riuscito a frenare in tempo. A terra, riverso a pancia in giù, c’era un uomo dall’apparente età di trent’anni, vestito in modo alquanto antiquato: pantaloni elasticizzati, scarpe lucide e nere con tacco rialzato e una grossa fibbia lucente, camicia con lo chabot, lunga finanziera nera e un ampio cappello a tesa. Il tutto di ottima fattura e perfettamente in ordine. Un abbigliamento in gran voga nell’ottocento.
Arrivò la polizia per gli accertamenti del caso, vennero interpellati i testimoni e il cadavere venne portato via. All’obitorio vennero esaminati gli effetti personali della vittima: nel suo portafogli vennero rinvenuti dei biglietti da visita intestati a un certo Rudolf Fenz e alcune ricevute intestate e rilasciate allo stesso nominativo, per la somma pagata per la manutenzione di una carrozza a cavalli, alcune banconote (dollari), ormai fuori corso e una lettera, indirizzata sempre a Rudolf Fenz. Il bollo postale, sulla busta, era del giugno 1876!
 

Passarono i giorni e nessuno si presentò per reclamare la salma, così il caso fu passato al dipartimento “persone scomparse” della polizia.
L’ispettore Hubert V. Rihn iniziò le sue indagini sulla guida telefonica di New York ma non trovò alcun Rudolf Fenz. Trovò però, su una guida del 1939, un Rudolf Fenz Jr. Segnò l’indirizzo e decise di investigare personalmente. Giunto sul luogo lo accolse la vedova Fenz, una gentile e minuta settantenne, che con malcelato stupore gli chiese il motivo della visita. Rihn gli spiegò dell’incidente di Times Square e che era venuto a constatare se si trattasse del marito della donna. Lei, con un amaro sorriso sul volto, gli spiegò che il marito, ex funzionario di banca, era ormai morto da tempo e non poteva di certo essere la persona morta nell’incidente. E non poteva trattarsi neanche del suocero, Rudolf Fenz Sr., non solo per l’età che avrebbe dovuto avere, ma anche perché era scomparso in circostanze misteriose nella primavera del 1876. Sua moglie, buonanima, non sopportava il fumo, così Fenz Sr. quella sera era uscito per farsi una fumata in santa pace. Nessuno lo vide più.
Di lui non si ebbero più notizie. La moglie sporse denuncia, ma le indagini della polizia non approdarono a nulla.
L’ispettore Rihn, perplesso, si congedò dalla vedova Fenz e decise di verificare le parole della donna. Andò all’archivio a consultare la lista delle denunce di persone scomparse nel 1876 e scoprì che nell’elenco compariva effettivamente il nome di Rudolf Fenz di anni 29.
Al momento della scomparsa, come testimoniato dalla moglie e messo agli atti, l’uomo indossava una lunga finanziera nera, scarpe, anch’esse nere, con la fibbia e un cappello a tesa.
Era dunque lui l’uomo rimasto ucciso nell’incidente in Times Square in quella notte di giugno del 1950? Rudolf Fenz Sr. era uscito di casa per fumarsi il suo sigaro senza dover subire i rimbrotti della moglie, prevedendo di ritornare presto, tanto da portarsi dietro una lettera ricevuta il giorno stesso e fra un passo e l’altro, era finito in un altro tempo, solo per morire sotto le ruote di un automobilista incolpevole?
Nessuno conosce la risposta a questa domanda. Il caso di Rudolf Fenz, a più di sessant’anni dal fatto, è tuttora insoluto. Ma gli interrogativi, inquietanti che propone restano: è concepibile che si possa, consapevolmente o meno, attraversare fisicamente la barriera del tempo?
Casi simili (cfr. L'aviatore) ci porterebbero a ipotizzare l’esistenza di “porte temporali”, fenomeni estremamente rari, seppur naturali, in cui chiunque potrebbe incappare.

1 commento:

  1. E' concepibile che si possa, consapevolmente o meno, attraversare fisicamente la barriera del tempo?
    Casi simili ci porterebbero a ipotizzare l’esistenza di “porte temporali”, fenomeni estremamente rari, seppur naturali, in cui chiunque potrebbe incappare.

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