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mercoledì 11 settembre 2019

IL LITIGIO

- Cerca di capire - la voce di Jericho era spezzata dalla sofferenza. Elena lo stava ponendo di fronte a un bivio che non gli dava vie di scampo - è una occasione che non posso perdere: volare è lo scopo della mia vita.
- Sì - disse lei con uno sguardo duro come il cemento - ma non su quello scassone...
- Quello scassone, come dici tu, è ancora uno degli aerei più veloci del mondo - sbuffò Jericho.
- Lo hanno soprannominato bara volante, fabbrica di vedove.
- Ma è successo secoli fa. Ora la sicurezza...
Lei lo interruppe bruscamente - La sicurezza? Ma quale sicurezza. Salite a bordo di quella specie di... Razzo e vi fiondate nella stratosfera!
- Per favore...
Erano seduti a un tavolo di un piccolo ristorante. La settimana successiva lui sarebbe dovuto partire, ma lei non voleva partire con lui e soprattutto, non voleva che lui partisse. Sperava, facendo gioco forza sui sentimenti del suo uomo, di costringerlo a fargli cambiare idea. Ma la discussione aveva preso una brutta piega e all’improvviso si erano trovati nel bel mezzo di un litigio.
- Non puoi chiedermi questo...
Jericho sembrava abbattuto e rassegnato.
- Non posso rinunciare. È il coronamento delle fatiche di tutta una vita!
- Non verrò con te - ringhiò sommessa lei - non mi unirò a un piccolo club di mogli e ragazze di piloti che passano il tempo con il naso all’insù.
Lui scosse la testa, sconfitto.
- Non verrò a vederti morire dentro a quel ferro vecchio.
Lei si alzò rumorosamente. Ormai il locale era vuoto, gli altri commensali erano fuggiti quando la discussione si era tramutata in una lite rumorosa e furibonda.
- Io me ne torno a Napoli - concluse lei allontanandosi dal tavolo - se cambi idea, sai dove trovarmi.
Jericho la guardò uscire dalla stanza, inspirò e chiamò il cameriere.
Questo, intimidito, si avvicinò con il conto in mano. Lo appoggiò al tavolo e disse: - Mi spiace per la signorina...-
Lui fece un gesto per cancellare le parole del cameriere e ordinò un whiskey. Non beveva da sei mesi, ma quella sera fu necessario scaldare uno spirito ormai congelato.
Il cameriere annuì e scomparve silenziosamente.
Si guardò attorno e improvvisamente si sentì veramente solo.
Si chiese come avrebbe fatto senza di lei: erano sempre stati in sintonia. Mai un litigio importante, mai una situazione come quella. Non sapeva proprio come fare.
Vide comparire il bicchiere sul tavolo.
Un leggero sorriso all’uomo che lo aveva portato e poi strinse tra le dita il vetro levigato contenente il liquido ambrato. Trangugiò il whiskey in un solo colpo e si sollevò dal tavolo. Prese il portafogli e lasciò una banconota da cinquantamila lire. Non aveva mangiato niente, aveva solo ordinato e atteso che il cibo si freddasse mentre lei cercava in ogni modo di non farlo partire. Uscì dal locale e si diresse verso la metro: era venuto al ristorante con la macchina di lei.

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