Cerca nel blog

venerdì 13 marzo 2020

CAINO


Non ho mai capito perché Dio, dopo aver “scoperto” il colpevole di un omicidio non si faccia prendere dall’ira, come tante volte faceva e non punisca, in modo esemplare, il colpevole: stiamo parlando di Caino. 
Il Libro della Genesi, dopo aver raccontato in che modo Adamo poté ottenere la capacità di procreare, abbandona il resoconto degli avvenimenti generali per dedicarsi alla saga di un ramo specifico dell’umanità: quello di Adamo e dei suoi discendenti.
“Questo è il Libro delle Generazioni di Adamo”, ci dice l’Antico Testamento: e questo libro è esistito davvero. Colui che la Bibbia chiama Adamo era, senza alcun dubbio, quello che i Sumeri chiamavano Adapa, un terrestre “creato” per volontà di Enki, che doveva avere alcune delle caratteristiche tipiche della sua specie. 


“Ampia capacità di comprensione Enki gli diede, perché potesse svelare i disegni della Terra. la Conoscenza gli diede, ma non gli diede l’immortalità”. 
 
Sono state rinvenute alcune parti del “Racconto di Adapa”: è probabile che il testo completo costituisse quel “Libro delle Generazioni di Adamo” del quale parla l’Antico Testamento.
I re assiri dovevano avere accesso a tale fonte, poiché molti di loro affermavano di aver ereditato le doti di Adapa. Assurbanipal, per esempio, affermava di aver appreso, come Adapa, il segreto della scrittura e di avere accesso a delle tavolette risalenti a prima del Diluvio (magari erano solo copie di quelle originali).
Secondo fonti sumeriche, erano esistite culture rurali fondate su agricoltura e pastorizia e forme primordiali di insediamento urbano prima che il Diluvio spazzasse via tutto.
Il Libro della Genesi racconta che il primo  figlio di Adamo ed Eva, Caino, coltivava la terra e suo fratello Abele era un pastore di pecore. Poi, quando Caino fu esiliato e allontanato dalla presenza del Signore per aver ucciso Abele, cominciarono a sorgere insediamenti urbani, cioè le città degli uomini. Nella terra di Nud, a est dell’Eden, Caino ebbe un  figlio che chiamò Enoch e costruì una città alla quale diede lo stesso nome, (fondazione). L’Antico Testamento, che non nutre particolare interesse per la linea di Caino, non spiega come e dove trovò moglie e tanti altri esseri umani, tanti da fondare addirittura una città! Salta in modo alquanto sbrigativo alla quarta generazione dopo Enoch, quando nacque Lamech:
 
E Lamech prese due mogli:
il nome di una era Adah
e il nome dell’altra era Zillah.
E Adah partorì Jabal: ed egli fu il padre
di coloro che vivono nelle tende e hanno il bestiame.
Ed egli ebbe un fratello di nome Jubal;
costui fu il padre di coloro che suonano la lira e lo zufolo.
Anche Zillah partorì e diede alla luce Tubal-Caino,
che lavorava oro, rame e ferro.
 
Lamech, tra l’altro, è il padre di Noè (questo dovrebbe farci riflettere perché, secondo i racconti classici, la stirpe di Noè fu l’unica che sopravvisse al diluvio). Lo pseudoepigrafico Libro dei Giubilei, che si pensa sia stato composto nel II secolo a.C. sulla base di materiale precedente, aggiunge l’informazione che Caino sposò sua sorella Awan e generò Enoch “alla fine del quarto Giubileo”. E nel primo anno della prima settimana del quinto Giubileo, vennero costruite case sulla terra e Caino costruì una città e la chiamò Fondazione, dal nome di suo  figlio.
Qual è dunque la fonte di tale informazione?
Chiaramente, i testi mesopotamici.
Al British Museum di Londra, è custodita una tavoletta (N° 74329) catalogata come “contenente un mito altrimenti sconosciuto”. In realtà potrebbe benissimo trattarsi di una versione assiro-babilonese, databile al 2000 a.C. di una fonte più antica e oggi perduta, sulla linea di discendenza di Caino. Il testo dell’iscrizione fu copiato da A.R. Millard e tradotto da W.G. Lambert. Parla di un gruppo di persone che lavoravano con l’aratro (anche caino, per la Bibbia lavorava la terra) il loro nome era Amakandu “persone che vagano senza posa”. Anche in questo caso vi è corrispondenza con la maledizione di Caino: “Che tu sia bandito dal suolo che ha ricevuto il sangue di tuo fratello … un nomade senza posa sarai sopra la terra”.
Non è tutto: cosa ancora più importante, il capo di questo popolo esiliato si chiamava Ka’in!
Inoltre, proprio come nel racconto biblico:
 
Egli costruì a Dunnu
una città con due torri gemelle.
Ka’in consacrò a se stesso
la signoria sulla città.
 
Il nome, in sumerico, significava “il luogo di riposo scavato”: molto simile, dunque, all’interpretazione biblica del nome come “Fondazione”.
Dopo la morte (o l’assassinio) di Caino, “egli fu posto nella città di Dunnu, che tanto amava”. Come nel racconto biblico, il testo mesopotamico parla di altre quattro generazioni, dopo questa: i fratelli sposarono le loro sorelle e uccisero i genitori, esercitando il dominio su Dunnu e andando a colonizzare altri luoghi, l’ultimo dei quali si chiamava Shupat (Giudizio).
Un’altra fonte che attesta una corrispondenza tra le cronache mesopotamiche e il racconto biblico di Adamo e di suo  figlio Caino sono i testi assiri. Scopriamo, per esempio, che secondo un’antichissimo elenco reale assiro, agli albori della loro civiltà, quando tutti vivevano ancora nelle tende (un’espressione che ritroviamo nella Bibbia a proposito della linea di Caino) il patriarca del loro popolo si chiamava Adamu: il biblico Adamo.
Tra gli eponimi tradizionali assiri dei nomi reali troviamo poi l’associazione Ashur-bel-Ka’ini (Ashur, signore dei Ka’initi”). Gli scribi assiri mettevano in relazione tale espressione con il sumerico ASHUR-EN.DUNI (Ashur è signore di Dum), partendo dunque dal presupposto che Ka’ini (“il popolo di Kain”) e Duni (“il popolo di Dun) fossero la stessa cosa. Richiamando cosi l’associazione biblica tra Caino e la terra di Nud o Dun.

1 commento:

  1. L’Antico Testamento, che non nutre particolare interesse per la linea di Caino, non spiega come e dove trovò moglie e tanti altri esseri umani, tanti da fondare addirittura una città!

    RispondiElimina