I Nativi americani parlano di una misteriosa rete
di grotte sotterranee risalente a migliaia di anni fa. Numerose leggende
narrano dell’esistenza di mondi sotterranei abitati da esseri semidivini che,
in qualche modo, influenzano le sorti dell’umanità, intesa come gli abitanti
della superfice. La tribù dei Sioux tramanda del viaggio di Cavallo Bianco
verso il centro della Terra.
Molte culture del nostro pianeta hanno perpetuato
storie di misteriosi mondi posti sotto la superficie terrestre. Incredibilmente,
molte di queste città sotterranee esistono realmente: basti pensare all’enigmatico
sito sotterraneo di Derinkuyu. Anche in altre parti del mondo sono state
scoperte intere reti sotterranee di tunnel scavate in epoche antiche,
alcune delle quali lunghe diversi chilometri. Questo ha portato i ricercatori a
credere che sotto la superficie della Terra si annida un’enorme sistema di gallerie
segrete e corridoi in grado di collegare città e persino continenti. Il
problema è che conosciamo solo una piccola parte del mondo misterioso che si
trova sotto i nostri piedi. Dunque, quando si parla di racconti di esplorazione
di mondi sotterranei, ci troviamo sulla linea di connessione tra la leggenda e realtà.
Uno di questi racconti, come dicevamo, è tramandato
dalla tribù degli “indiani” Sioux. Il protagonista del racconto è Cavallo
Bianco.
Un giorno, mentre partecipava a una caccia al
bisonte in quella che oggi una delle aree della California, Cavallo Bianco
trovò un insolito varco nella roccia. Incuriosito dall’anfratto, il vecchio
sioux entrò nell’apertura, trovandosi poco dopo davanti a un tunnel molto
lungo. Per nulla intimorito, decise di scoprire dove portasse la galleria.
Cavallo Bianco s’inoltrò all’interno del passaggio, fino a quando non notò, in fondo al tunnel,
una luce verdastra molto debole. Fu lì che incontrò due sconosciuti: un uomo di
pelle bianca e una donna dai capelli biondo oro, entrambi seduti nel mezzo di
una grande sala. Guardandoli, il vecchio ebbe l’impressione di vederli
addolorati. Facendosi forza, chiese il motivo della loro disperazione,
scoprendo così che il figlio della coppia era stato ucciso da poco tempo.
Poi, i due si presentarono a Cavallo Bianco
affermando di essere abitanti del mondo sotterraneo e che, nonostante sapessero
dell’esistenza del mondo esterno, non avevano mai avuto occasione di vedere qualcuno
della superficie. Da parte sua, il vecchio sioux spiegò loro di aver avuto
accesso al loro mondo sotterraneo solo accidentalmente. Durante il lungo
incontro, la coppia descrisse a Cavallo Bianco il modo in
cui si svolgeva la vita nel mondo interno. Inoltre, gli rivelarono che gli
antenati dei nativi americani provenivano proprio dal mondo interno e che sono
in qualche modo legati a un’antica razza antidiluviana proveniente dal continente
sommerso di Atlantide.
Quando Cavallo Bianco decise di tornare in superficie,
i due donarono all’anziano sioux una sorta di talismano, un misterioso pezzo di
ferro che aveva la capacità di emettere un’insolita luce in grado di fondere le
rocce, tagliare gli alberi e cambiare la sabbia in pietra!
L’anziano uomo non volle mai separarsi dal suo
prezioso talismano, il quale lo accompagnò per tutta la vita. Quando morì, l’incredibile oggetto fu
seppellito insieme a lui.
A prima vista, l’avventura di Cavallo Bianco sembra
essere nient’altro che una leggenda. Tuttavia, come dico sempre, sovente le leggende
fanno riferimento a un qualche evento realmente accaduto. L’intrigante storia
dei Sioux presentava molte somiglianze con le storie tramandate dalle altre
tribù native americane.
Tra gli Shoshone e Apache, per esempio, vi è la
credenza comune dell’esistenza di un’antica rete sotterranea, piena di grotte e
cunicoli segreti. Anch’essi credono che il luogo di origine dei loro antenati
sia nel sottosuolo.
Si pensa che, per sfuggire al cataclisma globale
che cancellò, tra l’altro, il grande continente al centro dell’Atlantico, i
nostri antenati si ripararono nel
sottosuolo delle terre rimaste emerse, scavando dei rifugi che divennero vere e
proprie città sotterranee. Dopo alcuni anni, quando le condizioni climatiche e
geologiche della Terra si normalizzarono, alcuni dei superstiti tornarono in
superficie per dare inizio a una nuova storia (di cui noi siamo gli eredi). Gli
altri sopravvissuti, ormai abituati alla vita nel sottosuolo, continuarono a
vivere e a prosperare sotto terra.
Anche se molti studiosi relegano Atlantide nel
mondo della leggenda e del mito, per i nativi americani il continente perduto è
realmente esistito, e realmente credono che i loro antenati siano, in qualche
modo, legati ai superstiti del mondo antidiluviano andato distrutto. Il primo
occidentale a parlare di Atlantide è stato Platone, raccontandone gli splendori
e l’improvvisa scomparsa. Tuttavia, pensare ai nativi americani che, intorno al
fuoco, leggono le opere di Platone, mi riesce assai difficile.
A prima vista, l’avventura di Cavallo Bianco sembra essere nient’altro che una leggenda. Tuttavia, come dico sempre, sovente le leggende fanno riferimento a un qualche evento realmente accaduto. L’intrigante storia dei Sioux presentava molte somiglianze con le storie tramandate dalle altre tribù native americane.
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