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domenica 15 marzo 2020

SESSO E RELIGIONI


Quante volte abbiamo sentito qualcuno esprimersi con epiteti dispregiativi verso le abitudini sessuali di altre persone, reali o presunte che siano?
Questo è il risultato di secoli di condizionamento religioso perpetrato a danno della collettività. Con l’avvento deIla cristianità, il sesso fu dipinto come qualcosa di indecente, di peccaminoso, di cui non si deve parlare liberamente e in pubblico.
Un “impulso” sempre pronto a divorare l’anima del peccatore che si lascia sedurre dalla sua promessa di piacere così da portarlo lontano dalla grazia di Dio.
Era possibile accedere al sesso solo dopo essersi sposati. Ma questa imposizione ci viene realmente dalla Bibbia?
Vediamolo insieme. In 1 Corinti 10:8 l’apostolo Paolo comanda:
 


“Non pratichiamo la fornicazione, come alcuni di essi commisero fornicazione solo per morire ventitremila in un giorno.”
 
Cosa significa la parola “fornicazione”?
E a cosa si riferisce Paolo dicendo che ne morirono in un sol giorno ventitremila?
Il termine reso “fornicazione” nel Nuovo Testamento traduce il greco porneia e il verbo relativo. Nella sua odierna accezione esso sta a indicare il sesso prematrimoniale e per estensione, qualsiasi pratica sessuale peccaminosa e illecita (quest’ultimo significato è assai arbitrario: cosa è lecito e cosa non lo è?).
Questo sostantivo greco deriva da un radicale che vuol dire “vendere” ed era utilizzato per designare i bordelli. E in effetti poco prima delle parole pocanzi citate lo stesso apostolo mette in relazione la fornicazione con la pratica di accompagnarsi con prostitute:
 


“Non sapete che i vostri corpi sono membra di Cristo? Toglierò dunque le membra del Cristo per farne le membra di una prostituta? Non sia mai! Che cosa! Non sapete che chi si unisce a una prostituta diviene con lei un solo corpo? Poiché i due saranno una sola carne. Ma chi si unisce al Signore è un solo spirito. Fuggite la fornicazione!” (1 Corinti 6:15-18)
 
Paolo, dunque, in una sua personalissima visione, estremizzata all’inverosimile, arriva addirittura a sostenere che il desiderio sessuale (una cosa inevitabile, automatica, fisiologica e chiaramente progettata e voluta da chi ci ha creati) causi l’ira di Dio.
E questi 23.000 israeliti puniti a morte?
Non perdiamo di vista quanto letto nella prima scrittura menzionata in questo articolo: Paolo stesso mette in relazione la porneia con un episodio veterotestamentario in cui ventitremila israeliti sotto la legge Mosaica vennero puniti con la morte. Si riferisce all’episodio riportato nel capitolo 25 di Numeri, dove si legge che le donne moabite sedussero gli uomini israeliti, i quali vennero poi giustiziati (a differenza di 1 Corinti, Numeri dice che i morti furono ventiquattromila).
Dunque, fu per sesso (prematrimoniale) che vennero puniti? Affatto.
 



… Servirono l’elohim Bahal Peor e tradirono Yahweh
 
Il racconto precisa che, dopo essere stati sedotti, gli israeliti imitarono le donne moabite e servirono altri elohim (principalmente Baal Peor). E allora che l’ira di Yahweh, particolarmente suscettibile all'argomento, si accese per quest’oltraggioso tradimento e non per il loro divertimento sessuale. Questo non è lasciato all’intuito del lettore: è chiaramente specificato né i Numeri 25:2, 3, 5, 10, 11:


“Il popolo mangiava e si inchinava davanti ai loro elohim. Israele si unì dunque a Baal Peor; e l’ira di Yahweh divampava contro Israele… Quindi Mosè disse ai giudici d’Israele: “Ciascuno di voi uccida i suoi uomini che hanno attaccamento per il Baal di Peor”… E Yahweh parlò a Mosè, dicendo: “Fineas figlio di Eleazaro figlio di Aaronne il sacerdote ha fatto ritirare la mia ira di sopra i figli d’Israele perché non ha tollerato alcuna rivalità verso di me in mezzo a loro, così che non ho sterminato i figli d’Israele nella mia insistenza sull’esclusiva devozione”.”
 
Anche se le parole di Yahweh secondo cui non avrebbe “sterminato i figli d’Israele” lasciano assai perplessi su cosa intendesse, è lampante che la punizione fu inflitta per alto tradimento (e per l’insistenza di Yahweh che pretendeva l’esclusiva devozione) e non per la licenziosità sessuale del popolo.
Perché, dunque, Paolo parla di fornicazione visto che non c’è alcun nesso con la prostituzione?
Perché Yahweh paragona il rapporto esistente tra lui ed Israele a quello che c’è tra un marito e la propria moglie (Isaia 54:5; Geremia 3:14; Ezechiele 16:8; Osea 2:16), dunque non ammetteva che il popolo lo tradisse adorando altri Elohim.
D’altronde la legge Mosaica sovente legifera in ambito di pratiche sessuali, vietando più volte cose come omosessualità (Levitico 18:22; 20:13), adulterio (Levitico 20:10; Deuteronomio 22:22), avere rapporti con la moglie del proprio padre o del proprio figlio (Levitico 20:11, 12), avere rapporti con una donna e con sua madre (Levitico 20:14), incesto (Levitico 20:17), avere rapporti con una donna nel suo periodo mestruale (Levitico 20:18), arrivando a ritener necessario proibire varie volte anche cose dall’improbabile eventualità, come l’avere rapporti con un animale (Esodo 22:19; Levitico 20:15, 16).
Eppure mai, in tutto l’Antico Testamento, si legge di qualsivoglia divieto riguardante il sesso prematrimoniale, benché la questione venga trattata riguardo alle donne vergini:
 



“Ora nel caso che un uomo seduca una vergine che non è fidanzata e in effetti, giaccia con lei, egli la otterrà immancabilmente come sua moglie per il prezzo d’acquisto. Se il padre di lei rifiuta recisamente di dargliela, egli deve pagare il denaro in ragione del denaro d’acquisto per le vergini.” (Esodo 22:16, 17)
 
Le vergini avevano un prezzo d’acquisto preciso e colui il quale ne avesse sedotta una facendoci sesso avrebbe dovuto pagare quel prezzo, a prescindere dal fatto che il padre della ragazza gliel’avrebbe o meno concessa/imposta come moglie. In quest’ultimo caso Deuteronomio 22:28 amplia il punto, specificando che all’uomo in questione non sarebbe stato consentito divorziare da quella donna.
Questa è l’unica norma enunciata nell’Antico Testamento nel caso di rapporti sessuali tra persone non sposate quando la donna è libera (in caso di donna appartenente a un altro uomo era prevista la pena di morte per entrambi gli amanti) e riguarda solamente le vergini, esulando quindi le donne recidive, quelle divorziate e le vedove. A patto, però, che la vergine violata rendesse noto l’episodio alla sua famiglia. Nel caso, infatti, che la ragazza avesse nascosto la cosa e che poi si fosse fatta acquistare in matrimonio come vergine da un altro uomo, ella sarebbe stata messa a morte! (Deuteronomio 22:13-21).
Per dovere di cronaca mi concedo una digressione: tra le pratiche sessuali NON vietate dalla Bibbia c’è la pedofilia.
Come abbiamo potuto constatare, sotto la legge Mosaica non era prevista alcuna pena di morte per il sesso al di fuori del matrimonio: se la ragazza, libera, non era vergine non vi era alcuna regola in merito, lasciando massima libertà agli amanti in questione. Da ricordare, inoltre, che gli israeliti praticavano normalmente il concubinato (2 Samuele 5:13). Quindi non è possibile che Paolo, in 1 Corinti, affermi che ventitremila israeliti vennero puniti con la morte per qualcosa che la Legge consentiva.
A cosa è dovuta, dunque, la demonizzazione del sesso promossa in tutti questi secoli dalla cristianità? Ancora una volta alla sua sete di potere e controllo.
Vietare il sesso, qualcosa che è alla base dell’istinto di sopravvivenza di una specie ed è quindi impossibile da fermare e regolamentare, è garanzia di un alto tasso di trasgressione. E un fedele trasgressore è un fedele oppresso dal senso di colpa, dunque maggiormente accondiscendente al controllo esercitato dai capi religiosi perché convinto di essere indegno e di avere necessità di redenzione.
 


Ma, cosa pensa Dio del sesso?
A differenza di teologi e credenti, io non ritengo di possedere alcuna verità assoluta - dice Dario Gallinaro - pertanto non mi esprimo in merito al fatto che Dio possa esistere o meno. Ma, se Dio esiste, il suo sommo giudizio, le sue volontà, non verrebbero trasmesse mediante un libro falsificato, incoerente, ambiguo ed equivoco come la Bibbia. Sarebbe piuttosto la creazione a parlarci di Lui. Dunque, coloro che non hanno dubbi sulla Sua esistenza e che desiderano conoscere il Suo pensiero sul sesso, osservino il modo in cui Egli, privandosi d’indole casta e non vestendo pudore alcuno, lo ha creato e scolpito nei corpi e nei temperamenti di uomini e animali, con le pulsioni, le passioni e l’impudicizia che lo caratterizzano. Osservino ciò e capiranno cosa pensa Dio del sesso, in barba a qualsiasi bigotta religione che finge ridicolmente di rappresentarne la volontà, dichiarando impuro e peccaminoso ciò che Egli ha creato.

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