Non scrivo libri né tengo conferenze sull’argomento
e neanche posso definirmi un divulgatore. Ho iniziato questo blog per
pubblicizzare i miei libri: sono uno scrittore di fantascienza. Per me l’ufologia
è solo un hobby. A quelli che mi chiedono perché non scrivo, ad esempio, libri
gialli, che tra parentesi si venderebbero di più, gli rispondo che non so farlo:
la scrittura è un’arte e ti viene come ti viene: non puoi farci niente. Tanto,
per chiarire che sin da subito, la gente ha cominciato a scrivermi. Prima per
pormi delle domande, in seguito furono loro a raccontarmi delle esperienze,
forse, per un impellente bisogno di liberarsi dell’angoscia.
Sì. Provate, per un momento a calarvi nei panni di
un rapito. Che cosa si prova, dopo essere stati protagonisti involontari di un
“incontro ravvicinato” con delle creature aliene. Cosa si prova a non essere
creduti, a essere derisi, sospettati di esibizionismo, malvisti ed evitati
perfino dalle persone che si credevano amiche?
Cosa si prova, quando tutto questo viene ad
aggiungersi all’indicibile angoscia di una esperienza sconvolgente, che non
consentirà mai più di guardare al mondo con la stessa fiducia e che, forse, a
causa dell’enorme shock provato, si ripercuoterà per anni e anni, sotto forma
di ansia, insonnia, depressione e necessità di continue cure mediche?
Da un lato, si dubita di se stessi e della realtà
di ciò che si è vissuto: eppure proprio quell’angoscia, proprio quegli incubi
notturni, proprio quel senso di totale smarrimento, sono lì a testimoniare che
non si è trattato di un sogno o di una allucinazione, ma di una esperienza
realmente vissuta, anche se una parte della coscienza vorrebbe negarla,
cancellarla, rimuoverla, perché impossibile da conciliare con la ripresa di una
vita tranquilla e serena.
Dall’altro lato, ci si scopre incompresi,
abbandonati, rinnegati dai migliori amici, persino dai familiari e dai parenti
più stretti e ci si rende conto che quella esperienza sconvolgente, oltre ad
avere incrinato irreparabilmente il proprio equilibrio interno, ha spalancato
una voragine anche verso il resto del mondo e che nessuno, mai, nemmeno le
persone più care, potranno credere a quanto è avvenuto, nessuno potrà
condividere e meno ancora, sostenere e confortare chi ha avuto la ventura di
oltrepassare la soglia del conosciuto e di gettare un sia pur fuggevole sguardo
su ciò che sta “oltre”, al di là della soglia proibita. Ed è per questo che,
percorrendo i sentieri del WEB o seguendo altre strade che nemmeno io conosco, alcuni
arrivano a me, un cronista dell’insolito disposto se non a crederli almeno ad
accettare, senza troppe remore, il loro racconto.
Tornando ai rapimenti. Naturalmente, molto dipende
dalle modalità in cui si è svolto l’incontro con le creature aliene, ossia dal
carattere amichevole oppure ostile di quest’ultimo.
È noto che alcuni dei “rapiti”, o “addotti” (come
si dice con un orribile inglesismo), affermano di non aver provato paura, ma un
senso di profondo benessere, avendo percepito, fin dall’inizio, che tali
creature erano animate da intenzioni amichevoli e che in se stesse apparivano
di natura benevola, mentre altri ne sono rimasti letteralmente terrorizzati e
in certi casi, hanno riportato danni
fisici, anche gravissimi e di carattere permanente, quando non addirittura la
morte o la scomparsa definitiva (di questi ultimi casi si ha una scarsissima
conoscenza).
Fra questi due estremi esiste poi tutta una gamma
di esperienze intermedie, nelle quali, è bene dirlo subito, non sempre è facile
stabilire una linea di separazione netta e precisa fra eventi di natura
oggettiva ed eventi di natura assurda, onirica o allucinatoria. I testimoni
provano una sensazione di alterazione del loro senso della realtà e si capisce
facilmente come tale senso di alterazione, essendo soggettivo, può riferirsi
tanto a eventi di natura intima e personale, quanto a eventi di natura
oggettiva ed esterna. Inoltre, sia a fatti che si svolgono sul piano ordinario
della realtà, cioè nella dimensione fisica dello spazio e del tempo quale noi
li sperimentiamo nella vita di tutti i giorni, sia sul piano prettamente
spirituale, in cui al tempo quantitativo subentra un tempo puramente
qualitativo e le leggi fisiche vengono ad essere, per così dire, sospese a
favore di manifestazioni straordinarie. In quest’ultimo caso ci troviamo in
prossimità dei eventi di tipo mistico, che investono la fenomenologia della
religione o, meglio, in una zona piuttosto mal nota, in cui i confini tra
paranormale e supernormale sfumano reciprocamente, ed entrambi tendono a confondersi,
almeno in parte, con la sfera del soprannaturale.
Resta il fatto che, per un’alta percentuale di “rapiti”, l’esperienza del contatto alieno e del trovarsi alla mercé di creature sconosciute, dalla tecnologia infinitamente più potente di quella terrestre, non si è connotata positivamente ma, al contrario, ha segnato una pagina drammatica nel loro processo esistenziale, mettendoli bruscamente a faccia a faccia con una realtà incomprensibile, minacciosa e con un grande, opprimente senso di solitudine, derivante sia dalla consapevolezza di non poter assolutamente sfuggire a questo tipo di “aggressione”, sia dall’impossibilità di raccontare, di spiegare e di spiegarsi quanto è accaduto e soprattutto, di farsi credere.
Quando si dubita di se stessi e della realtà di ciò che si è vissuto è l’angoscia, sono quegli incubi notturni, quel senso di totale smarrimento, a testimoniare che non si è trattato di un sogno o di una allucinazione, ma di una esperienza realmente vissuta, anche se una parte della coscienza vorrebbe negarla, cancellarla, rimuoverla, perché impossibile da conciliare con la ripresa di una vita tranquilla e serena.
RispondiEliminaBuon Giorno ...Questo è u "Blog" che mi ha subito affascinato - Complimenti - Ho realizzato un Link in proposito: https://gigimel.wordpress.com/cronista-dellinsolito/ dimmi se posso farlo . Grazie
RispondiEliminaScusami ...Dimenticavo questa è la mia E-MAIL:
RispondiEliminaluigi.melcarne@tin.it