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domenica 24 maggio 2020

VIMANA


Molti antichi testi Indiani, alcuni religiosi, altri di letteratura classica come ad esempio Ramayana, Mahabharata, Vymaanika-Shashtra, Puranas, Bhagaravata e molti altri, trattano di macchine volanti definite in sanscrito "Akasa yantrache".
Dall'analisi di tali testi, compiuta da innumerevoli studiosi e storici, sembrerebbe emergere che queste macchine, i Vimana appunto, altro non fossero che delle sofisticate macchine volanti le quali sfrecciavano comunemente nei cieli 15.000 anni fa.
Anche se il significato etimologico della parola Vimana non é molto chiaro ed é avvolto dal mistero, per alcuni studiosi sarebbe traducibile in: uova luminose anche se i riferimenti testuali a questi oggetti li definiscono come mezzi di trasporto utilizzati dai Deva: gli Dei.
Proseguendo nello studio degli antichi testi si evince che dovevano esistere Vimana grandi e piccoli. Alcuni di questi erano vere e proprie città volanti mentre quelli piccoli erano per il solo utilizzo del singolo pilota. Singolare é la particolarità dei dettagli: é come se avessimo a che fare con dei veri e propri manuali, in grado di spiegare la tecnologia di questi mezzi e addirittura esistono dei veri e propri corsi di pilotaggio.
L'importanza di questi dettagli é fondamentale perché ci porta a riflettere sul come circa 15.000 anni fa potessero soltanto pensare ad elaborare concetti che solo oggi si possono riscontrare nella moderna tecnologia aeronautica.

 

 

Il Vimaanika-Shashtra

 

Il Vymaanika-Shashtra é un manoscritto che fu dettato dal filosofo Indiano Pandit Subbaraya Sastry nel 1918. Questo incredibile documento, tra l'altro scritto interamente in Sanscrito (la lingua degli Dei) e non in Hindi, tradotto successivamente in inglese, già dal titolo esprime la voglia di addentrarsi in un mondo lontano 15.000 anni dove sembrerebbe essere esistita una realtà tecnologica ai limiti dell'immaginazione. Il titolo si potrebbe tradurre in "Pratiche Aeronautiche" o "Astronautiche". Questo stupefacente manoscritto racchiude la tecnologia dei Vimana e a differenza del Ramayana, in questo caso non si tratta di un poema epico, con racconti di battaglie tra Dei o leggende varie, questo testo sembra essere proprio un "manuale di costruzione, manutenzione e pilotaggio" di questi antichi velivoli.
In seguito cercheremo di mettere un po' d'ordine in queste complesse tematiche e di fornire, per quanto é possibile, una chiave di lettura moderna agli antichi testi indiani. Per fare ciò inizieremo ad analizzare il contenuto del manoscritto Vymaanika-Shashtra: lo scopo di questa ricerca é quello di scovare gli elementi di una tecnologia scomparsa.
Alcuni dati tecnici, molto dettagliati e interessanti, riguardano il sistema di propulsione dei Vimana che pare avvenga per mezzo di motori a combustione (nei testi si parla di caldaie) in altri casi, invece, la propulsione doveva avvenire per mezzo di un propulsore che utilizzava il mercurio come carburante.
Questo é un dato che mi sconcerta e probabilmente non va interpretato letteralmente; forse il mercurio serviva solo ad accumulare l'energia. In altri passi del manoscritto si parla di sistemi antigravitazionali controllabili con la forza della mente mediante tecniche di meditazione.  È singolare che, solo di recente, si stanno compiendo studi in questa direzione. I militari hanno compreso che, per ottimizzare ulteriormente i comandi dei caccia riducendo al minimo i tempi di reazione del pilota é necessario sviluppare una tecnologia che abbandoni ogni meccanismo manuale di guida. Sono già in fase sperimentale dispositivi di guida basati sul posizionamento della testa o addirittura sul solo movimento degli occhi del pilota. Mentre scriviamo, i primi velivoli sperimentali dotati di tali sistemi di guida stanno già volando nei nostri cieli, ma con essi si apre un capitolo nuovo: i piloti dovranno essere addestrati anche al controllo delle emozioni. Anche se l'uomo "moderno" é arrivato solo nel terzo millennio a sviluppare tecniche di volo basate sulle emozioni, nei testi riguardanti i Vimana vi era già traccia.
In altri passi del manoscritto indiano viene descritto anche l'interno della cabina di pilotaggio dove si trovano tre sedili tre leve e tre anelli ruotanti. Questi dovevano servire, rispettivamente, il primo a sollevare il veicolo, il seconda per dare la direzione e il terzo ad accelerarlo. Sono comandi molto simili quelli installati sui moderni elicotteri (collettivo, ciclico, pedaliera e manetta).
Uno dei passaggi più interessanti del testo Indiano é quello che descrive le varie leghe che venivano utilizzate per la costruzione dei Vimana nonché il procedimento impiegato per ottenerle. In proposito proponiamo alcuni passi del manoscritto.



"Shounaka dice che ci sono tre tipi di metalli detti Somaka, Soundaalika e Mourthwika che, opportunamente miscelati, danno origine a sedici tipi di leghe che assorbono molto bene il calore. Manibhadra dice che i metalli che sono luminosi sono adatti per produrre aeroplani e questi metalli sono sedici. Saambara dice ancora che sedici metalli formati da leghe di metalli del gruppo Soma, Soundaala e Mourthwika non sono conduttori di calore e sono utili per costruire vymaana."

 

Il testo continua cosí:



"Nel settimo strato della terra, nella terza miniera si trovano i metalli della serie Soma. Essi sono di trentotto tipi. Nel Lohatantra o Scienza dei Metalli viene detto anche che nella terza sezione del settimo livello della terra i metalli Soma possiedono cinque speciali qualità e sono detti beejalohas o metalli base"

 

e segue ancora:



"Nel settimo livello i metalli sono di ventisette specie. Il terzo tipo di metalli sono detti metalli base e hanno cinque qualità".
 

Per interpretare al meglio questa parte del Vymaanika-Shaastra é utile conoscere le regole con cui gli elettroni si distribuiscono attorno a un nucleo e quindi stabilire un sistema di classificazione degli elementi come quello della "tabella degli elementi" di Mendeleev. È noto che in chimica gli elettroni possono occupare proprio 7 livelli energetici distinti. È facile, quindi, ipotizzare che le popolazioni indiane di 15.000 anni fa conoscessero i 7 livelli energetici degli elettroni e che evidentemente conoscessero anche le regole con cui gli elettroni si dispongono nello spazio attorno al nucleo. Infatti noi conosciamo otto modi possibili di sistemare gli elettroni attorno al nucleo di un atomo e per questo abbiamo diviso la tabella di Mendeleev in otto gruppi.

 

Ecco un altro passo significativo del Vymaanika-Shaastra:

 



"La gravità del centro della terra, la gravità della terra globale, il flusso solare, la forza dell'aria, la forza emanante dai pianeti e dalle stelle, le forze gravitazionali del Sole e della Luna e le forze gravitazionali dell'Universo producono i livelli della terra nelle proporzioni 3, 8, 11, 5, 2, 6, 4, 9 e causano l'origine dei metalli".

 

La traduzione di queste parole, stando ai riferimenti dettati dalla chimica e dalla fisica odierna, sarebbe questa:

 



"Tutte le forze e le interazioni dell'Universo, espresse da leggi fisiche ben precise, hanno formato i diversi metalli che si dividono in otto tipi fondamentali descritti da otto numeri. Ciascun numero sembra descrivere la configurazione elettronica del primo elemento di ciascun gruppo, il 3 é il litio, l' 8 é l'ossigeno, il 5 é il boro, il 2 é l'elio, il 6 é il carbonio, il 4 é il berillio, il 9 é il fluoro mentre l'11 é il sodio ma al suo posto ci dovrebbe essere l'azoto (N = Nitrogeno)".

 

Quest'ultima é l'unica discrepanza che si trova in questo paragrafo del manoscritto. Forse il numero 11 é stato mal ricordato e quindi mal riportato nel libro. Oppure semplicemente mal tradotto. In fondo dopo 15.000 anni ci si può anche permettere un piccolo errore. È quindi molto plausibile che 15.000 anni fa gli indiani conoscessero molto bene la chimica e la fisica al punto di riuscire, anche meglio di quanto facciamo adesso, a miscelare i vari metalli per creare leghe particolarmente adatte alla costruzione dei Vimana.

 

 

I VIMANA AD USO MILITARE

 

In molti poemi indiani si parla molto dell'utilizzo dei Vimama da parte degli Dei come mezzo di locomozione, probabilmente queste navicelle avevano la capacità di viaggiare anche nello spazio. Tuttavia, un altro importante aspetto viene descritto in questi antichi testi indiani, ovvero quello di uso militare nelle millenarie guerre tra gli dei che si sono combattute, a quanto pare, nell'attuale Sri Lanka, nel deserto del Gobi e in altri luoghi ancora. È interessante notare che ancor oggi, in queste località, si trovano rovine di antiche città, vetrificate da un immenso calore. In poemi come il Ramayana, Mahabharata ecc. Si parla appunto di guerre millenarie combattute con armi terribili. L'arco di Gandiva era capace di scagliare frecce che inseguivano il nemico e al momento in cui colpivano il bersaglio generavano un onda di fuoco che inceneriva quanto colpito. Questa è, senza alcun dubbio, la rappresentazione primitiva di un missile a puntamento termico. Questi missili inseguono il bersaglio intercettando il calore emesso dai motori. Tralasceremo tutta una serie di armi che suscitano perplessità poiché non sono così riconoscibili per parlare di un’arma terribile: la così detta “Arma del caos". L'arma che possiede i poteri dell'architetto degli Dei: Tvashtar. In pratica la nostra bomba atomica. Riportiamo di seguito una traduzione testuale sugli effetti di questa inquietante arma:

 



"Aswatthaman scaglió una colonna esplosiva che si aprì in tutte le direzioni e provocó una luce brillante, come fuoco senza fumo, cui succedette una pioggia di scintille che circondò completamente l'esercito dei Parhta. I quattro punti cardinali, per un raggio che lo sguardo non poteva abbracciare, furono coperti di buio. Un vento violento e cattivo cominciò a soffiare, né il sole stesso diede più calore. Colpiti e bruciati i guerrieri caddero come alberi abbattuti da un fuoco furioso. Grandi elefanti scorticati dalla vampata, si misero a correre intorno lanciando urla di terrore. L'aria e l'acqua erano avvelenate. Coloro che sopravvissero morirono poco dopo: La loro pelle iniziò ad ingiallire e a cadere. I capelli e le unghie cadevano."
 

Se non si trattasse di un resoconto vecchio di 15.000 anni non sarebbe difficile vedere in esso un rapporto militare scritto dopo un sopralluogo a Hiroshima a seguito dell'esplosione atomica durante la II guerra mondiale.
Questo pone non pochi interrogativi ai quali non é facile dare risposta: come potevano, 15.000 anni fa, conoscere e descrivere così dettagliatamente un'esplosione atomica?
Se fossero solo storie (come alcuni sostengono) come avrebbero potuto descrivere così bene anche gli effetti secondari di un arma inventata solo nella nostra era?
Chi scrive ha la convinzione che le leggende trovino le proprie radici nella verità.

3 commenti:

  1. Come possono, testi risalenti a 15.000 anni fa, descrivere così dettagliatamente un'esplosione atomica?
    Se fossero solo storie (come alcuni sostengono) come avrebbero potuto descrivere così bene anche gli effetti secondari di un arma inventata solo nella nostra era?
    Chi scrive ha la convinzione che le leggende trovino le proprie radici nella verità.

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    1. Da piccolo mi facevo sempre una domanda sulla canzoncina di Natale "tu scendi dalle stelle"ma perché dalle stelle? Ma la curiosità mi ha premiato incominciando a vedere le cose nel verso giusto. Consapevolezza. Meno male che qualcuno publichi queste notizie interessanti.

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    2. Mi piace l'argomento. Dopo tanto tempo mi sono accorto che alimentano la nostra ignoranza sin dalle scuole primarie. Ma rimane ignorante chi presume di sar tutto.

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