Un vecchio caso, investigato trent’anni dopo (il 15
luglio del 2011) da Giovanni Ascione e Pasquale Russo, del CISU. Il testimone
“A.”, le cui generalità non furono rese note, all’epoca dei fatti - probabilmente
nel luglio del 1967 o del 1968 - aveva un’età compresa tra i dieci e i dodici
anni.
Accadde a Villa Literno, comune in provincia di
Caserta, a pochi chilometri dalla cittadina di Grazzanise che dagli anni 60 del
secolo scorso è sede di un aeroporto militare. il giovane (A.) è in compagnia
di alcuni coetanei. Giocano a pallone e occasionalmente raccolgono pesche.
Mentre stanno giocando la palla finisce oltre un campo di granturco e A. si
dirige da solo verso quell’area per recuperare il pallone. Superato il campo,
scorge davanti a se, a una distanza di trenta (forse cinquanta metri) uno
strano oggetto. Questa cosa fuma e sbuffa come un treno a vapore. Possiede una
base circolare sormontata da un gran numero di tubi, apparentemente metallici,
di varie dimensioni e di colori differenti. In prima battuta A. non fa troppo
caso all’oggetto che ipotizza sia una macchina agricola, forse una
trebbiatrice. Poi l’insolita forma lo fa recedere da quest’ipotesi. Non ha una
visuale perfetta per la presenza del sole, ma riesce a scorgere una persona di
spalle, vestita di scuro con addosso una tuta e un casco aderenti, che pare
intenta alla manutenzione di quella “macchina”. l’individuo gesticola come se
manovrasse o riparasse alcune parti di quell’ordigno. Il ragazzo allora si
sposta di qualche metro per vedere meglio la scena anche perché il sole, quasi
al tramonto, gli abbaglia la vista. Il testimone descriverà quell’individuo
come del tutto simile a una persona normale, di altezza media e dal fisico
asciutto, il casco che indossa riflette i raggi solari. Di tanto in tanto
l’oggetto emette dei flussi di vapore come degli sbuffi, ma senza emettere
alcun suono. Mentre il testimone assiste a questa curiosa scena, dal retro della
macchina compare un secondo individuo simile al primo, che si accorge della
presenza di del ragazzo. Questo secondo individuo attira, all’attenzione dell’altro,
il ragazzo. A quel punto questo si gira, i due si scambiano qualche occhiata e
si spostano sul retro della macchina. Dopo qualche istante l’oggetto si solleva
dal suolo di qualche metro e poi schizza letteralmente via con traiettoria
obliqua, sparendo alla vista dell’ignaro spettatore nel più totale silenzio.
Poco dopo, gli amici di A., non avendolo visto
tornare, sopraggiungono sul posto, ma non si avvedono di nulla, deludendo la
speranza che qualcun altro avesse assistito allo strano evento.
In prima battuta, il ragazzo non fa troppo caso all’oggetto che ipotizza sia una macchina agricola, forse una trebbiatrice. Poi l’insolita forma lo fa recedere da quest’ipotesi.
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