Cerca nel blog

sabato 6 giugno 2020

INFODEMIA




È un termine che descrive una situazione di caos informativo in cui le notizie, in gran parte false o non verificate, si propagano senza controllo soprattutto attraverso i social network (ma non solo), provocando danni gravi alla tenuta sociale e alla fiducia dei cittadini in chi sta gestendo la crisi.

 

Sono soprattutto i social network, incluso Whatsapp, che in questo periodo rendono virali le notizie infondate. Arriva un messaggino e subito si condivide, senza pensarci troppo. Purtroppo la diffusione delle notizie avviene con meccanismi molto particolari. Sebbene in rete si trovino tantissime informazioni diverse, tendiamo sempre a cercare e condividere quelle che confermano i nostri preconcetti. Ci chiudiamo in quelle che vengono definite “echo chambers”, camere dell’eco, bolle in cui rafforziamo e diffondiamo le nostre convinzioni, senza verificarle. La situazione di incertezza che si è creata con l’epidemia ha esacerbato questo meccanismo: paura e preoccupazione sono basi potenti su cui fanno leva le fake news. Pensiamo per esempio alla notizia che sta girando ora sul ruolo del 5G nella diffusione del virus: una vecchia notizia falsa sulla pericolosità per la salute di questa tecnologia, tra l’altro ampiamente smentita, che ora riprende vita grazie alla preoccupazione diffusa del contagio. Un altro aspetto inquietante è la velocità con cui viaggiano queste notizie. All’inizio dell’epidemia si è cercato di capire come si stava evolvendo il dibattito attorno al #Covid-19, cercando anche di calcolare il ritmo di diffusione delle notizie legate al coronavirus. Per farlo, si è applicato all’informazione lo stesso parametro usato dagli epidemiologi per calcolare l’infettività di una malattia (il cosiddetto R0). Ci si è chiesto qual era il numero medio di persone che una notizia sul coronavirus riusciva a coinvolgere: si è notato che questo indice aveva un valore critico su tutte le piattaforme online. In pratica si è avuto conferma del fatto che la cosiddetta infodemia era approdata anche da noi, perché il dibattito sui social si stava ampiamente concentrando sul coronavirus.
Qual è, allora, il modo più efficace per arginare la diffusione delle bufale?
Bisogna lavorare per dare gli strumenti critici ai cittadini, cercare di spiegare nel modo migliore la situazione, anche se incerta, e rendere pervasiva l’informazione di qualità.
Tra i punti più significativi c’è quello di rompere le catene di passaparola, non condividendo nulla che non sia per sentito dire, di cui non si conosca l’affidabilità della fonte, soprattutto se la notizia che circola sembra troppo buona o troppo cattiva per essere vera.

 

 

IL FALSO CHE PIACE

 

Il virus è stato creato in laboratorio

Falso. Le prove scientifiche indicano che il virus ha avuto origine dai pipistrelli.
Uno studio pubblicato sulla rivista Nature nel febbraio 2020 ha mostrato che il genoma del nuovo virus è identico al 96% a un #coronavirus dei pipistrelli.
Infine, uno studio pubblicato nel marzo 2020 sulla rivista Nature Medicine ha confutato definitivamente la tesi di una manipolazione genetica del virus da parte dell’uomo.

 

Il 5G diffonde il nuovo coronavirus

Falso. Il primo riferimento relativo al legame tra il 5G e il nuovo coronavirus è stato un articolo pubblicato su un blog complottista francese. Le affermazioni si sono poi diffuse tra i gruppi di Facebook e i canali YouTube, che già diffondevano affermazioni fuorvianti sul 5G (come, ad esempio, che possa provocare il cancro) con una nuova prospettiva che lo legava al nuovo coronavirus.
Ma non ci sono prove di queste affermazioni.

 

Dosi massicce di vitamina C sono un trattamento efficace per Covid-19

Falso. La vitamina C, assunta anche con gli integratori, non ha alcun impatto nella prevenzione del coronavirus.
Attenzione all’abuso: dosi elevate possono dare problemi ai reni e disturbi all’apparato digerente in generale.

 

L’aglio tiene lontano il virus

Falso. Come ha ribadito anche l’Organizzazione mondiale della sanità, l’aglio è un cibo salutare che può avere alcune capacità antisettiche. Ma non ci sono prove che protegga dall’infezione di Covid 19.

 

Gli animali domestici trasmettono il virus

Falso. Gli animali da compagnia possono contrarre l’infezione attraverso il contatto con persone infette in ambito domestico. Ma non esistono prove che svolgano un ruolo nella diffusione.

1 commento:

  1. È un termine che descrive una situazione di caos informativo in cui le notizie, in gran parte false o non verificate, si propagano senza controllo soprattutto attraverso i social network (ma non solo), provocando danni gravi alla tenuta sociale e alla fiducia dei cittadini in chi sta gestendo la crisi.

    RispondiElimina