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sabato 6 giugno 2020

I TRENI SCOMPARSI


Molteplici sono gli indizi a sostegno dell'esistenza di fenomeni ed eventi che sembrano andare oltre il senso comune della ragionevolezza. Il mistero dei treni (che sarebbero - il condizionale è d’obbligo) scomparsi crea sconcerto negli studiosi di questi fenomeni e perplessità al cronista dell’insolito che, solo per scrupolosità si è deciso a pubblicare questo post.  


 

Un caso particolarmente inquietante avvenne il 14 giugno, 1911, quando la società ferroviaria italiana "Zanetti", organizzò una campagna pubblicitaria per annunciare un’escursione che si poteva fare a bordo dei loro treni.  A scopo pubblicitario, la compagnia ferroviaria decise di regalare un giro di prova ai più ricchi rappresentanti della comunità civile. Quel pomeriggio, dalla stazione ferroviaria di Roma partì un convoglio composto da cento passeggeri e un equipaggio di sei manovratori. Durante il viaggio, i passeggeri dovettero essere particolarmente attratti dai paesaggi rurali che scorrevano lungo il tragitto e che potevano ammirare dai finestrini delle vecchie carrozze ferroviarie. Il viaggio proseguì regolarmente fino a quando il treno non giunse in prossimità dell'imboccatura di un tunnel che, tra l’altro, in quel periodo, rappresentava il massimo in fatto di ingegneria civile. Poco prima di scomparire nel buio del tunnel, qualcuno notò i passeggeri che passavavano il tempo sorseggiando champagne e condividendo tra loro frivoli pettegolezzi. In prossimità dell'imboccatura, il treno rallentò rilasciando in aria una folata di fumo nero. Ripresa la corsa, il convoglio si inoltrò all'interno dell'oscuro tunnel dove scomparve inspiegabilmente. Prima che scomparisse all'interno del tunnel maledetto, due passeggeri ebbero l'intuito e la prontezza d'animo di saltare fuori dalle carrozze. Uno di loro in seguito fu intervistato da un giornale dell'epoca al quale fornì alcuni dettagli relativi al misterioso incidente. 



"Ho sentito uno strano ronzio poco prima dell'entrata nel tunnel, all'interno del quale si era alzata una strana nebbia bianca che sembrava serpeggiare tutt’intorno al treno, il quale sembrava svanire, letteralmente inghiottito dalla nebbia. È stata un'esperienza orribile. Sono riuscito a salvarmi, insieme a un'altro passeggero, saltando giù dalla carrozza poco prima che la locomotiva entrasse nel tunnel. Entrambi siamo caduti rovinosamente sul duro terreno e questo è l'ultima cosa che ricordo dell'accaduto."

L'esplorazione del tunnel si rivelò inutile, poiché non fu rinvenuto alcun indizio utile che potesse spiegare la ragione dell'improvvisa scomparsa del convoglio.L'incidente guadagnò molta popolarità a quei tempi al punto che i ferrovieri si rifiutavano di percorrere quel particolare tratto di ferrovia. Le Autorità decisero di chiudere il tunnel fino, poi durante la guerra mondiale, una bomba distrusse l'apertura della galleria al punto da renderla inaccessibile. 
 


 

Sul settimanale “Stop” n. 2249 dell’ ottobre 1991, compariva un articolo dove il giornalista Andrea Bedetti riferiva delle dichiarazioni rilasciate da M. Ferrante e A. Lissoni, due ricercatori di misteri, fatte durante la trasmissione televisiva condotta da Paola Protasi, dal titolo “Buongiorno Piemonte”, che andava in onda su Tele Torino GRP. Ebbene, in tale trasmissione si affermava che un treno delle Ferrovie dello Stato, costituito da 43 vagoni, era letteralmente scomparso durante il suo tragitto all’interno della galleria del tratto ferroviario Firenze-Bologna. Su quel convoglio c’erano solo tre macchinisti, di cui si sarebbero perse qualsiasi traccia. Questo evento sbalorditivo sarebbe accaduto nel mese di marzo del 1991 ma, stranamente, nessun quotidiano, radio o TV ne avrebbe mai parlato.
In seguito, tali fatti enigmatici sarebbero stati ripresi e resi di dominio pubblico da una rivista polacca e dal periodico “Il Globo” - anno XXXIII, n. 44, di lunedì 18 novembre 1991 - rivista che si pubblicava in Australia per gli italiani lì residenti. Questi articoli aggiungevano altri interessanti particolari, come i nominativi dei tre macchinisti, tali Mario Franchini, Gerardo Massari e Umberto Bossetti e le testimonianze di alcune persone che videro effettivamente tale convoglio merci entrare nella galleria, ma che poi nessuno vide più uscire dall’altra parte. (la galleria, è bene ricordarlo, è lunga ben 18.507 metri).
Un articolo apparso su “Stop” così terminava: 



“… un treno è misteriosamente scomparso in una galleria dell’Appennino. Un giallo appassionante del quale, se non fosse apparso un articolo nella lontana Polonia, non saremmo mai venuti a conoscenza.”

Ancora oggi, il mistero della scomparsa di tale treno (se veramente accaduto) rimane irrisolta e avvolta nel più fitto mistero.

1 commento:

  1. Il mistero dei treni scomparsi crea sconcerto negli studiosi di questi fenomeni e perplessità al cronista dell’insolito che, solo per scrupolosità, si è deciso a pubblicare questo post.

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