All'alba del tre settembre 1987 il testimone (anonimo) caricò l’attrezzatura da campeggio sul rimorchio della bici e si diresse verso il Mac Pass. Pedalava di buon grado a circa 10 Mph immerso nel verde delle colline. Dopo un paio di miglia, ebbe bisogno di fermasi. Era in piedi, proprio davanti alla sua bici e guardava le montagne, verso sud. Quando notò con la coda dell'occhio, a sinistra, quello che all'inizio pensava fosse un aeroplano. Era, più o meno a 400/500 metri di distanza e aveva all'incirca le dimensioni di un Dakota (aereo) o di uno scuolabus. Stava viaggiando, a una quota incredibilmente bassa, da nord a sud, a meno 40 metri da terra e si muoveva lentamente (circa 30 km/h). Come un aereo, aveva quelli che sembravano oblò, lungo tutto il lato della “fusoliera”. Non aveva ali, ma la “carlinga”, a forma di sigaro, aveva una striscia grigia al centro e una verde scuro sopra e sotto. Pensò che qualcosa non quadrava, poi capì: non percepiva alcun suono! Se fosse stato un aereo, il rombo del motore avrebbe inondato tutta la valle. Sembrava smaterializzarsi parzialmente per poi tornare alla forma solida, lo fece un paio di volte. A questo punto il testimone lo identificò senza alcun dubbio come un UFO.
Probabilmente non vogliono essere visti – pensò.
Si accovacciò a terra nascondendosi dietro gli arbusti, sul ciglio della strada. Lo vide scomparire dietro una collina.
Si alzò per recuperare la bicicletta e continuare il cammino. Non era turbato, anzi si sentiva eccitato, persino felice per quello che aveva potuto osservare. A questo punto sentì un tonfo metallico alle sue spalle, proveniva da dietro la curva. Il rumore era simile a quello che fa il bagagliaio di un'auto che viene chiuso. Pensò che non era da solo e decise di raggiungere l’altro viaggiatore per condividere quello che aveva visto. Una volta dietro l’angolo, però, vide a meno di 20 metri di distanza, due creature grigie che indossavano delle tute blu! Erano alte circa 1,5 metri, avevano grandi teste e un aspetto da insetti: facce appuntite, occhi grandi, braccia, corpo e gambe molto sottili. Insomma, più che persone, sembravano cavallette. Immediatamente, quello di sinistra portò la mano sinistra all’altezza della vita, dove afferrò una specie di torcia e gliela puntò contro. Vide un lampo di luce. Rimase paralizzato, non vedeva e non sentiva più nulla. Provò a urlare ma tutto ciò che uscì dalla sua bocca fu un grugnito distorto.
Era sul ciglio della strada, in piedi, spaventato, tremante e confuso. Si ricordò di tutto ciò che era appena successo e visto che ora era libero, pensò bene di svignarsela. Si girò per prendere la bici, ma questa non c’era. Poi la vide, era dall'altra parte della strada: non l’aveva lasciata lì. Ancora in preda al panico, la inforcò e solo allora si accorse che era bloccata. Le chiavi non erano nel blocco, eppure le aveva lasciate lì. Come d’incanto, le trovò nella sua mano. Liberò la bici e andò via di corsa. Mentre pedalava, notò che le ombre degli alberi puntavano nella direzione sbagliata, come se il sole invece dell’alba fosse al tramonto. Infatti, mezz'ora dopo era già buio. Com’era possibile? Era uscito di buon mattino solo un'ora prima: cosa stava succedendo? Era davvero confuso.
Si accampò e mise a fare il caffè. Sentì un leggero ronzio sopra la tenda. Avvertiva una leggera vibrazione propagarsi nell'aria, tutt’intorno. Prese la pistola e si preparò ad affrontarli, ma tutto durò solo dieci minuti. Permase la sensazione che lo stessero osservando, ma non ebbe il coraggio di guardare fuori.
Non riusciva a prendere sonno. Mentre beveva il suo caffè, cominciò ad avere dei flashback. Ricordò di essere rimasto, in uno stato di torpore, a guardare dall’alto la scena che sfrecciava sotto di lui, come se stesse volando. Vide montagne, fiumi e foreste passare molto velocemente. Aprì gli occhi, ma non poté vedere nient’altro che l’oscurità. Un nero molto profondo e scuro come l'inchiostro. Poi, l’oscurità si ritirò, rivelando un volto: una creatura di tipo Grigio. Nella mente sentiva una voce che ripeteva: - non c'è niente di cui preoccuparsi.
C'erano tre o quattro di questi individui, ma solo uno di loro parlava. Non c’erano i due insettoidi che aveva visto in strada: quelli, non li ha più rivisti. A questo punto, chiese: - avete intenzione di fare esperimenti?
La risposta fu: - sono già stati fatti.
Rifletté sul fatto che stava bene, solo le mani avevano qualcosa. Continuava a sfregarsi le mani ma non le guardava, perché era più curioso di vedere cosa c’era intorno. Non provò alcun disagio. L'essere più vicino gli chiese se gli sarebbe piaciuto vedere il suo pianeta natio e lui accettò. Si avvicinò, quindi, a un’apertura, dove c'era una macchina che sembrava una grande fotocopiatrice. L’alieno gli raccomandò di non toccarla. Gli indicò una stella bianca e luminosa e disse: - è la tua casa. Non sapeva nulla di astronomia, ma ritenendo che la Terra apparisse blu, pensò che l’alieno stesse mentendo. Continuò a impartirgli nozioni di astronomia, ma erano troppo complicate e il testimone non le capì. Gli chiese se voleva visitarlo, ma lui declinò l’invito dicendo che non era ancora pronto per questo. Desiderava fare quel viaggio, ma sentiva che non era il momento giusto. Gli comunicarono che avrebbe dimenticato tutto, la qual cosa gli provocò una certa delusione. La prima parte dell'esperienza fu spaventosa, ma una volta a bordo, si dimostrarono amichevoli e disponibili. Il loro aspetto non lo infastidiva: in realtà, fu come rivedere dei vecchi amici.
Gli diedero un bicchiere trasparente, pieno per tre quarti di un liquido giallo e lo invitarono a bere. Gli dissero che gli avrebbe fatto dimenticare tutto. Rispose che non voleva dimenticare: un'esperienza del genere andava ricordata! La risposta fu: - è per il tuo bene.
Quindi, bevve tre sorsi e mise giù il bicchiere.
Si ritrovò sulla bicicletta, spaventato a morte: voleva solo andar via da lì.
Non è stato facile ricucire brandelli di memoria per poterne ricavare materiale utile alla pubblicazione di un post. E' come mettere insieme un puzzle con tanti tasselli mancanti e da quel poco ricostruire un'intera immagine. Dal quadro, incompleto, esce fuori qualcosa di intrigante.
RispondiEliminaMa se avevano la tuta blu come faceva a sapere che erano grigi ?
RispondiEliminaAbbia pazienza. Ma lei veramente sta cercando di dirmi che se incontra due ragazzi di colore, non è in grado di dirmi se sono neri, asiatici o... grigi, soltanto perché indossano una tuta blu?
EliminaMolto bello ,un racconto che può diventare un romanzo.Mokto confortante,: buoni, amichevoli, saggi 🤷
RispondiEliminaInizio ad avere il sospetto che sto scrivendo i miei post con un tono da narrativa. Capisco che vengano graditi dai lettori più di uno sterile rapporto; ma visto che lo scopo dichiarato di questo blog (ormai) è quello di fornire a chi è seriamente interessato al fenomeno un compendio raccogliendo casi più famosi (ma non solo quelli) e costituire una sorta di catalogo ufologico/misterico, forse sarebbe meglio tornare ai primordi.
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