Erano le 20:45 del ventisei maggio 2014. Il nostro testimone (anonimo) decide di fare quattro passi: una passeggiata intorno all'isolato che lo avrebbe impegnato per mezz'ora. Stava attraversando un vicolo buio tra due edifici residenziali che finiva nei pressi di una vecchia scuola posta di fronte al liceo il quale era dotato di vaste zone destinate a campi sportivi. Mentre era nel vicolo, sulla via del ritorno, ebbe modo di parlare con un gruppo di ragazzi che sostenevano di aver visto un UFO e che, se si fosse affrettato, avrebbe potuto vederlo anche lui. Gli indicarono il luogo dell’avvistamento, ma non lo accompagnarono poiché dovevano andarsene. Si recò sul posto, ma non notando nulla di strano pensò che le indicazioni fossero errate o forse, aveva sbagliato strada e ora si trovava su un altro campo. Tuttavia, dopo qualche minuto, osservò nel cielo delle luci che comparvero dal nulla. Vide cinque luci che componevano una formazione a V, delineando la sagoma di un oggetto a forma di boomerang. l'UFO divenne perfettamente visibile in quanto, non solo si trovava a una quota inferiore, ma anche perché le nubi che lo circondavano si dissolsero rapidamente lasciando uno spazio tutt'intorno all’oggetto. Ebbe paura, ma provò altrettanto stupore e curiosità alla vista di quell’oggetto strutturato che si spostava verso est e in seguito verso sud, salendo di quota. Osservò le luci ridursi mentre si allontanavano. Infine, l'UFO scomparve in una striscia di luce che sembrava una stella cadente, solo che continuava a volare invece di cadere. Poi, all’improvviso, un’evoluzione: la luce scattò all’indietro e mentre si muoveva a super velocità verso di lui, diventava un po' più luminosa. Si fermò di colpo. L'avvistamento durò una decina di minuti e tutto avvenne poco dopo le 21:00. Quando lasciò il campo, l’UFO era ancora lì.
Tornò a casa eccitato per quello che aveva appena osservato e decise di riferire al suo coinquilino che, se voleva, anche lui avrebbe potuto vedere un UFO. Salì al piano di sopra, bussò alla sua porta ed entrò nella stanza. Fu subito investito da una raffica di vento che fece alzare le tende fino al soffitto. Si sentì male, stava per svenire, gli sembrò di essere sotto l’effetto di una droga o sopraffatto da una presenza tenebrosa. Vide una creatura, un’ombra oscura avvicinarsi e rimase paralizzato dalla paura.
Trovando la camera vuota ebbe il timore che avessero preso il suo coinquilino. Scese giù in soggiorno e in quel preciso istante ebbe una percezione di tempo mancate: era certo che fossero trascorsi solo venti secondi ma, in realtà, erano passati quaranta minuti. Trovò il suo coinquilino: era fuori. Quando gli raccontò ciò che aveva visto e ciò che gli era successo, lui non mostrò alcun interesse: era stranamente apatico e indifferente.
Il nostro testimone, ora, temeva che sarebbe stato rapito e pensò bene di allontanarsi, poiché non voleva che qualcun altro venisse coinvolto. Usci di casa e camminò per circa un'ora raggiungendo un luogo isolato in prossimità di un piccolo ruscello dove era solito organizzare dei picnic. Nel silenzio più assoluto, iniziò a calmarsi e a riflettere su ciò che gli era successo. Non del tutto poiché sobbalzava ad ogni minimo fruscio dell’erba alta. In effetti, qualcosa venne fuori dai cespugli: un cane era venuto ad abbeverarsi al ruscello per poi continuare per la sua strada.
Verso l'una di notte, convinto che il percolo fosse passato, recuperò lo zaino e stava per dirigersi verso la strada, quando sentì di nuovo qualcosa muoversi tra i cespugli. Pensò che il cane fosse tornato e che stava bevendo al torrente. Si diresse verso l’acqua nel tentativo di accarezzarlo: sentiva il bisogno di un approccio amichevole. Ma si sbagliava: non era il cane!
Vide due piccole creature umanoidi, alte circa quattro piedi e di corporatura molto snella. Erano di colore scuro ma non proprio nere. Avevano grandi occhi neri ed erano completamente glabri. Vide gli “ET” scappare e dirigersi verso un autolavaggio. Uno dei due saltò su un'auto con estrema facilità, continuò la sua corsa sul tetto per poi saltare giù, continuando a seguire l'altro e scomparire, entrambi, nel buio della notte. Pensò di scappare anche lui, ma in direzione opposta. Perciò si diresse verso l'autostrada che, tra l’altro, era illuminata: tutto ciò che voleva, in quel momento, era sentirsi al sicuro e quelle luci infondevano una certa sicurezza.
In seguito, dirà agli investigatori del MUFON:
“Sinceramente non ho idea di cosa avrebbero potuto farmi o del perché siano scappati. Ho persino pensato che, forse, venivano per bere l'acqua dal torrente o ancora, che stavano cercando quel cane randagio che era venuto a bere prima di loro. Ad ogni modo, oggi mi è più facile accettare l’idea che non siamo soli e non mi stupisco più del fatto che ci siano così tante testimonianze di strane luci nel cielo né dell’esistenza delle creature note come alieni Grigi: li ho visti con i miei occhi!”
L’immagine a corredo del post è evocativa
Sentì di nuovo qualcosa muoversi tra i cespugli. Pensò che il cane fosse tornato e che stava bevendo al torrente. Si diresse verso l’acqua nel tentativo di accarezzarlo: sentiva il bisogno di un approccio amichevole. Ma si sbagliava: non era il cane!
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