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mercoledì 21 marzo 2012

Le astronavi de "I FABBRICANTI DI UNIVERSI"

   Stavo comodamente seduto al tavolino del bar. La ragazza di fronte a me sorrideva con aria sognante, lo sguardo fisso e vuoto verso un angolo del soffitto. La dilatazione del tempo aveva maggior effetto su alcune persone: lei era una di quelle. Per certi versi l’effetto era paragonabile a quello dell’alcool: c’è chi lo regge bene e chi è ilare già al primo bicchiere. Notai una goccia di condensa scivolare giù rigando il suo calice ghiacciato, fino a staccarsi e precipitare. Rallentò la sua corsa fino a fermarsi del tutto: restò sospesa a mezz’aria. Per un attimo mi apparve perfettamente immobile, come tutto il resto su quella nave. Poi di colpo cadde, spiaccicandosi sul pavimento. Il tempo, dopo essersi fermato, aveva ripreso a scorrere: la nave stava affiorando dall’iperspazio. Vidi il sorriso della mia compagna di viaggio divenire freddo, come se in quell’istante stesse cominciando a chiedersi perché ridesse tanto. La maggior parte dei viaggiatori nemmeno avverte questi effetti; piccole ma complesse interazioni che coinvolgono contemporaneamente tempo,spazio, accelerazione e gravità, anche perché sono molto ben compensate dalle apparecchiature di bordo. Ecco io invece, notavo proprio gli effetti innaturali della compensazione.


Comincia così “I FABBICANTI DI UNIVERSI” il romanzo che narra del viaggio avventuroso di Adam attraverso il tempo, lo spazio e le dimensioni parallele. Una personale Odissea nello spazio, un viaggio a bordo di vascelli di vario tipo. In questa sede,  ho l’intenzione di condurre il lettore a scoprire, sui riferimenti del romanzo, tutto quanto è possibile su questi futuristici mezzi di trasporto. In questo trafiletto, per esempio, apprendiamo che, per viaggiare su di una nave a velocità superiore a quella della luce, occorrono meccanismi e apparecchiature di bordo in grado di compensare certi effetti indesiderati, i quali, a lungo andare, risulterebbero deleteri per passeggeri ed equipaggio.

   In quanto alla velocità Adam ci dice:

Le navi di linea non superavano la velocità tre punto cinque (uno punto cinque è la velocità della luce n.d.r.): a questa velocità gli effetti del volo nell’iperspazio sono lievi e ben compensabili. Ben altra cosa, invece, era volare su un caccia eccellente come lo Strale, che raggiungeva velocità cinque!


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