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sabato 10 marzo 2012

Senza tempo: il mio primo romanzo

    Era il 1969 quando iniziai a scrivere "Senza tempo" (in seguito il romanzo acquisì il titolo di "I FABBRICANTI DI UNIVERSI"), avevo solo dodici anni. Non si può pretendere molto da un ragazzo di dodici anni. Feci leggere il libro ai miei amici e venne fuori che la storia era interessante ma non aveva spessore e i personaggi erano poco delineati. Così, qualche anno dopo riscrivevo una nuova versione (illustrata!) del romanzo. Nel 1977, rileggendolo, capii che dovevo riscriverlo ancora. Di questo manoscritto conservo ancora, gelosamente, una copia sbiadita. Proprio in quell’anno fu proiettato in Italia il film “Guerre stellari”: assistetti a una prima visione, rimanendone piacevolmente colpito. Ne rimasi a tal punto entusiasta che il romanzo venne “impregnato” di scene che ricordavano quel film. Alla fine degli anni novanta: rilessi il romanzo e ancora una volta, non mi piacque. Lo depurai dalla notevole ingerenza di Guerre stellari (dovetti anche cambiare alcuni personaggi) e arrivai a fine stesura, dopo centotrenta pagine formato A4: un bel lavoro!
Una curiosità: agli amici dico sempre che il romanzo mi ha preso la mano: a un certo punto sembrò vivere di vita propria. Spiego che, se esiste la Musa degli scrittori, questa non si limitò solo a darmi dei semplici suggerimenti ma pretese che raccontassi i fatti senza travisarli. Naturalmente la Musa non esiste: era evidente che stavo vivendo un conflitto. Ero convinto che la storia fosse andata per conto suo e in direzione diversa da quella che avevo concepito, quindi esaminai minuziosamente tutto ciò che avevo scritto per vedere se c’erano delle incoerenze: non ce n’erano. La storia filava, aveva una sua logica, continua e precisa: il romanzo era pronto.
Alcuni personaggi ricordano sicuramente i protagonisti di Star Trek. Non è difficile scorgere una somiglianza, almeno fisica, tra i Klingons di Star Trek e Gli Urani di Senza tempo. Il romanzo, nato alla fine degli anni sessanta, risente dell’influenza di quel tempo ed è un bene che sia così. La fantascienza, in seguito, si è ammantata di pessimismo, è scivolata nel ciberpunk per poi acquisire ‘una componente horrorifica che, sinceramente, non mi piace. È questo che, a mio parere, ha allontanato il pubblico da questo genere di letteratura, provocando di conseguenza il crollo delle vendite.
Ritornando agli Urani, per quanto concerne la loro cultura, gli atteggiamenti, i dialoghi, voglio precisare che essi sono profondamente diversi dai Klingons. Somigliano di più ai nativi americani: sono degli indiani molto progrediti. In fondo, chi può dire come sarebbe evoluta la loro civiltà se non fossero intervenuti gli europei a imporre la loro cultura come unica soluzione al progresso e al vivere civile? Erano un popolo di guerrieri, amavano l’avventura, ammiravano il coraggio, erano molto riservati nella sfera del privato, davano scarsa importanza al denaro, rifuggivano dal vizio: tutte caratteristiche che ritroviamo, per l'appunto, negli gli Urani.
Frank Iodice definisce, a ragione, il mio romanzo come appartenente al genere romantico ma, non bisogna cadere nell’illusione che possa trattarsi di un romanzo rosa. Certo, si narrano storie d’amore. C’è il tenero amore del protagonista per Eva che, proprio mentre i due stanno consolidando il loro rapporto, s’interrombe a causa della partenza di Adam. C’è l’amore passionale per Pias, l’amante di Filruo, vissuto, come dire, in terza persona, in quanto scaturisce dalla memoria di quest’ultimo, riversata nella mente di Adam. Metterà in grave imbarazzo il nostro eroe che dovrà costatare come sia impossibile trasferire dei ricordi privandoli delle relative emozioni. C’è l’amore di Serel per suo marito Filruo: amore non ricambiato. L’amore di Serel per Adam: sì, perché a forza di stare insieme e condividere ogni avventura, i due finiranno per innamorarsi. Anche Delfina sembra innamorarsi di Adam, ma ha una mente completamente aliena e un corpo gassoso: è troppo diversa perché l’amore possa concretizzarsi in forma di passione. Mi preme ricordare che le scene d’amore hanno toni tenui e delicati: è un romanzo d'avventura espresso in forma fantascientifica!
Così facendo, abbiamo elencato tutte le donne di Senza tempo; in verità ne manca ancora una. Non compare nel romanzo, non si vedrà mai, non sarà mai nominata. Tuttavia, questa donna vive nei sogni di Adam: sogni alquanto agitati. Per i quali il protagonista intraprenderà, grazie all’uso improprio di sofisticate apparecchiature, un viaggio indietro nel tempo: un ritorno al passato che non darà i risultati sperati. I sonni ridiventeranno tranquilli solo alla fine del romanzo, quando il passaggio della “Cosa” porterà l’oblio e restituirà pace e serenità al nostro protagonista.

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