In questa sessione illustreremo, brevemente, i mondi alieni (ma non troppo) del romanzo Senza tempo. Ricordiamo che alcuni di essi rappresentano la culla dell’umanità, poiché la nostra Terra ancora non esisteva (comparirà alla fine del racconto) e l’umanità, a quel tempo, abitava altri pianeti, simili al nostro: Eden è uno di questi. Viene definito come un pianeta agricolo, è anche il posto dove è nato Adam, lui stesso ce lo dice, già nel primo capitolo.
I pianeti agricoli possono disporre per la propria difesa solo di squadriglie di caccia a corto raggio; l’arsenale non contemplava le grandi navi, che sono dotazioni federali. Il desiderio di solcare lo spazio infinito mi aveva quindi spinto a lasciare Eden, il mio pianeta natio, per recarmi nella capitale. Lì cercavano piloti: per quello ero venuto.
Adam ha nostalgia della sua patria? Continuando a leggere, sembrerebbe di sì.
Il sole era ancora alto e io avevo una gran fame, ma non mi andava di tornare a casa, anzi per meglio dire, a casa di Sapel. Così mi fermai in un vicino posto di ristoro. Il posto era piccolo ma, accogliente, mentre si mangiava era possibile vedere i notiziari su di un piccolo schermo. Evidentemente era molto di moda qui, sulla Luna. A parte questo, mi ricordava molto un posto che si trovava su Eden.
Senza tempo inizia con lo sbarco di Adam su Luna, un pianeta di cui parleremo in seguito. In realtà si tratta di un ritorno: lo apprendiamo da un dialogo tra lo scienziato Gik, il saggio Sargon e il sovrano che regna sulla confederazione dei pianeti.
- Adam, certo me lo ricordo, siamo stati insieme in accademia. Indole solitario, parlava poco, ascoltava soprattutto ma, quando interveniva era capace di spiegare con parole semplici argomenti anche molto complessi. Non piaceva alla maggior parte dei suoi insegnanti, ma piacque a Sargon, fin dal loro primo incontro.
- Ricordo – aggiunse Sargon – era come se fosse sempre un passo avanti agli altri, aveva un intuito formidabile. Era solo, ma per scelta. Aveva pochi amici, ma fidati. Mi piacque perché era assetato di sapere, del vero sapere: la “conoscenza”.
- É scritto che: la conoscenza e non la scienza, rappresenta il vero sapere; quello che conduce l’uomo alla saggezza. - Disse Gik parafrasando il libro di Sargon.
- Sei proprio tu la dimostrazione vivente che uno scienziato non può essere un saggio!- Rispose Sargon, risentito.
- Adam – intervenne il Re – ora ricordo, molto tempo fa qualcuno, non tu - disse rivolgendosi a Sargon – lo stimava come futuro membro del consiglio, poi non ne seppi più nulla.
- Se ben ricordo, Adam abbandonò la capitale e si ritirò sul pianeta Eden. - Disse Gik.
Già! Ma perché un giovane dalla carriera così promettente abbandona tutto e tutti e se ne va? La vicenda ha a che fare con uno strano viaggio.
- Il pilota era Adam! – Lo interruppe il Re – ora ricordo, lui doveva essere il comandante di quella spedizione. Se il viaggio avesse avuto successo, ne avrebbe ricevuto fama e onori.
- E gli avrebbe assicurato un posto nel Consiglio – aggiunse Gik – ma il tentativo fallì e lui per la delusione se ne ritornò su Eden.
- Cosa cerchi Adam, perché sei tornato qui?
- Io non cerco niente, sono tornato perché mi sembrava inutile restare su Eden. Lì non ho più nessuno.
Sì ma, com’è un pianeta agricolo? Questa è una cosa che ho lasciato alla vostra immaginazione. Si sa, però, che l’agricoltura è solo l’attività prevalente, poiché esistono anche industrie.
Come se fosse un animale domestico, un piccolo mobile meccanizzato avanzò lentamente verso di me. Conoscevo bene questi aggeggi, i migliori erano prodotti su Eden ed esportati dappertutto. Erano caratterizzati dalla possibilità di eseguire programmi personalizzati, così da rendersi utili in diverse occasioni. Questo era programmato per servire delle bevande. Noi le avremmo chiamate liquori.
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