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venerdì 25 gennaio 2019

GLI AVVISTAMENTI DI LEVELLAND (1957)


Si trattò di una serie di avvistamenti di UFO verificatisi il 2 novembre 1957 nella città di Levelland, ubicata in Texas negli Stati Uniti d’America. Il caso si segnala perché, secondo il racconto dei testimoni, gli oggetti avrebbero provocato l’arresto dei motori di alcuni autoveicoli. Quella sera, intorno alle 23:00 due lavoratori agricoli immigrati, Pedro Saucedo e Joe Salaz, chiamarono il dipartimento di polizia di Levelland per comunicare l’avvistamento di un UFO. L’ufficiale di polizia A.J. Fowler, di turno quella notte, ascoltò il racconto di Saucedo, il quale dichiarò che mentre era alla guida di un camion e si trovava a circa sei Km da Levelland vide un lampo di luce blu vicino alla strada. Un attimo dopo, il motore si spense e un oggetto luminoso dalla forma simile ad un razzo si alzò in volo e si avvicinò al camion. Il testimone ammise di avere avuto paura e di essere saltato giù dal camion, mentre il suo collega rimase a bordo. Saucedo riferì che l’oggetto passò velocemente sopra il camion emettendo un forte suono e causando una folata di vento. Quando sparì dalla vista, il motore ripartì. Il poliziotto pensò che la telefonata fosse uno scherzo ed ignorò la segnalazione.
Un’ora dopo, intorno a mezzanotte, chiamò un altro automobilista, Jim Wheeler, che riferì di avere visto sulla strada, mentre si trovava a circa sei Km da Levelland, un oggetto brillante, dalla forma simile ad un uovo, che si trovava a circa 60 metri davanti a lui e bloccava la strada. Il motore dell’auto si spense e Wheeler uscì dalla vettura. Quando l’oggetto si alzò in volo e andò via, il motore si riavviò.
Cinque minuti dopo questa telefonata chiamò un uomo, José Alvarez, che riferì di avere incontrato uno strano oggetto luminoso ai bordi della strada mentre guidava la sua auto a circa 18 Km da Levelland. Anche in questo caso, il motore della vettura si era spento ed era ripartito dopo che l’oggetto si era alzato in volo. Alle 0:15 Fowler ricevette un’altra telefonata da parte di un agricoltore, Frank Williams, che riferì di avere incontrato, mentre era al volante della sua auto, un oggetto luminoso ai margini della strada. Ancora una volta, riferì che il motore si era fermato ed era ripartito quando l’oggetto si era alzato in volo.
Alle 01:15 Fowler ricevette ancora una telefonata da parte di un camionista, James Long, che disse di aver incontrato un oggetto luminoso a forma di uovo ai margini della strada, mentre guidava a nord-est di Levelland. L’oggetto lampeggiava ad intermittenza come un neon e il motore del camion si fermò, ma quando poi questo si alzò in volo, il motore ripartì.
Quella notte il dipartimento di polizia di Levelland ricevette in totale quindici chiamate che segnalavano avvistamenti di UFO. L’ufficiale Fowler riferì che i testimoni che chiamavano sembravano tutti molto agitati.

 
 
Il giorno successivo furono segnalati alla polizia altri avvistamenti avvenuti nella notte precedente. Newell Wright, uno studente di 19 anni del Texas Technological College, riferì che poco dopo mezzanotte, mentre guidava a circa 16 km da Levelland, il motore della sua auto cominciò a funzionare male e si fermò. Quando scese per controllare il motore, vide sul margine della strada, a circa trenta metri di distanza, un oggetto luminoso ovale, che emetteva una luce verde-bluastra. Spaventato, risalì a bordo e cercò, inutilmente, di riavviare il motore. Poi l’oggetto si sollevò, andò via e il motore ripartì. Lo studente decise di non dire nulla prima di aver parlato con i genitori, assenti per una vacanza. il giorno successivo essi tornarono e dopo avere ascoltato il suo racconto lo convinsero a presentarsi al dipartimento di polizia per raccontare i fatti.
Si presentò alla polizia anche un altro testimone, un camionista di nome Ronald Martin, che raccontò che la notte precedente alle 00:54 il motore del suo camion si era fermato improvvisamente. Il testimone riferì di avere visto una sfera luminosa di colore arancione che era atterrata sulla strada proprio di fronte a lui. Dopo circa un minuto, l’oggetto si alzò in verticale e il motore tornò alla normalità.
Il capo dei vigili del fuoco di Levelland, Ray Jones, disse di avere visto un oggetto luminoso intorno alle 00:45 mentre guidava la sua auto. Il motore funzionò stentatamente e le luci dell’auto si affievolirono, tornando alla normalità dopo la sparizione dell’oggetto.
Il sergente Harold Wright, residente a Lubbock, contattò la polizia per telefono e riferì che la sera precedente intorno alle 23:00, mentre si trovava in auto con la moglie e i figli a nord-est di Levelland, vide una lampo di luce brillante che si muoveva in cielo. Le luci e la radio dell’auto si spensero per circa tre secondi.
Vi furono rapporti di avvistamenti anche da parte di ufficiali di polizia. Lo sceriffo Weir Clem e il vice-sceriffo Pate McCullock riportarono di avere visto un oggetto luminoso alle 01:30 mentre si trovavano in auto a circa sei Km da Levelland. L’oggetto era di forma ovale ed emetteva una luce rossa brillante.
I poliziotti Lee Hargrove e Floyd Gavin riferirono di avere visto uno strano lampo in direzione est-ovest alla distanza di circa due Km mentre erano di pattuglia con l’auto di servizio.

 
 
Il 4 novembre il caso di Levelland fu raccontato dai maggiori quotidiani statunitensi e ricevette pubblicità nazionale. I responsabili del Progetto Blue Book ritennero opportuno investigare e perciò inviarono a Levelland il sergente Norman P. Barth, che la mattina del 5 novembre si presentò nell’ufficio dello sceriffo Clem, lo intervistò e gli chiese i recapiti degli altri testimoni. Dopo avere intervistato Saucedo e Newell Wright, andò a Littlefield per intervistare l’agente Hargrove e a Lubbock per intervistare il sergente Harold Wright, quindi tornò a Levelland. Tuttavia, dopo aver appreso che il giorno degli avvistamenti c’erano stati in zona forti temporali, il militare si convinse che gli avvistamenti erano stati dovuti a fenomeni atmosferici, probabilmente fuochi di Sant’Elmo o fulmini globulari. L’USAF fece propria la spiegazione fornita dal suo investigatore e il 15 novembre rilasciò un comunicato ufficiale, precisando che i problemi ai motori degli autoveicoli erano dovuti a fenomeni elettrici naturali, favoriti dalla forte umidità dell’aria che avrebbe parzialmente bagnato i motori. L’aeronautica militare ritenne pure che la testimonianza di Saucedo non era affidabile a causa del suo basso livello d’istruzione. Gli ufologi però contestarono la metodologia dell’indagine: l’USAF, su 14 testimoni ne interrogò solo cinque trascurando gli altri nove (Salaz, Wheeler, Alvarez, Williams, Long, Martin, Jones, McCullock, Gavin). I militari si giustificarono affermando che questi testimoni, non residenti a Levelland, erano già andati via quando arrivò l’investigatore ma, a dire il vero, non fu fatto nessun serio tentativo di rintracciare queste persone. Gli ufologi James McDonald e Josef Allen Hynek entrarono anche nel merito dell’inchiesta e contestarono la spiegazione ufficiale dei fuochi di Sant’Elmo o dei fulmini globulari. McDonald, docente universitario di meteorologia, affermò che secondo le sue informazioni, nel periodo in cui si svolsero gli eventi il temporale era già passato e c’era solo un po’ di pioggia senza tuoni e fulmini. Secondo l’astronomo Allen Hynek non c’era evidenza scientifica che i fuochi di sant’Elmo e i fulmini globulari potessero causare un arresto dei motori degli autoveicoli, pertanto il caso era da considerarsi come “inspiegabile”.

domenica 20 gennaio 2019

AVVISTAMENTO WESTALL SCHOOL - 1966


Il caso tratta dell’avvistamento di un UFO, avvenuto nel 1966, da parte di studenti e professori della Westall High School e successivamente della Westall Primary School, due scuole situate a Clayton South, un sobborgo di Melbourne in Australia. Un evento  ritenuto uno dei più importanti avvistamenti di massa mai avvenuti nella storia dell’ufologia. La mattina del 6 aprile 1966, alle 11:00 circa, i ragazzi di una classe della Westall High School (ora Westall Secondary College) si trovavano nel cortile della scuola, dove stavano completando la lezione di ginnastica insieme al loro professore. All’improvviso videro in cielo un oggetto di forma discoidale, con una cupola sporgente nella parte superiore di colore grigio-argenteo, lungo, apparentemente, il doppio di una grande automobile. L’oggetto scese di quota e sorvolò la scuola in direzione sud-est prima di sparire dalla vista e scendere nella zona chiamata “The Grange”: un’area erbosa circondata da alberi di pino, di fronte alla Westall Primary School. I ragazzi chiamarono i compagni e professori di altre classi e in una sorta di isteria collettiva, corsero per raggiungere quella strana cosa in cielo: un disco volante, come quelli visti in tv o al cinema! Arrivarono nel parco appena in tempo per vederlo atterrare nella radura. Solo una di loro, però, Tanya, spinta dalla curiosità si avvicinò all’UFO a terra, mentre i compagni rimanevano impietriti. Fu trovata priva di sensi e dovette essere portata via in un’ambulanza. Nessuno l’ha più incontrata da allora, non è più tornata in classe - raccontano ora quegli adolescenti diventati uomini e donne di mezza età, ma con ancora negli occhi quelle scene stupefacenti. Dopo circa venti minuti, l’oggetto sconosciuto si sollevò e a gran velocità, si diresse in direzione nord-est per sparire definitivamente. Alcuni testimoni, tra cui il professore di scienze Andrew Greenwood, hanno riferito che quando l’oggetto raggiunse una certa altitudine, fu circondato e inseguito da cinque velivoli non identificati. 






I testimoni dell’avvistamento furono circa duecento, tutti studenti e professori delle due scuole. Le loro testimonianze sono state raccolte in un documentario, “Westall ’66, un mistero Ufo di periferia”, che ha cercato di fare luce su questo fenomeno, a quanto pare, subito insabbiato dalle autorità. Il documentario, trasmesso da Sci Fi e diretto da Rosie Jones, giunge a una conclusione prevedibile: c’è stato un complotto, ordito dalle autorità, per mettere a tacere i testimoni e cancellare il ricordo dell’Ufo di Westall. Nel pomeriggio, a scuola, fu convocata un’assemblea straordinaria. Agli studenti venne assicurato che non era successo “niente” e che “niente” dovevano dire. Ma il giorno dopo, la storia fu raccontata in un articolo pubblicato sul quotidiano The Age. Di conseguenza, l’otto aprile arrivò nella scuola un gruppo di ufologi della Victorian Flying Saucer Research Society (VFSRS) che interrogò studenti e professori ed eseguì un esame nel prato. Il 9 aprile si presentò l’ufologo Brian Boyle, investigatore di un’altra associazione ufologica, la Phenomena Research Australia (PRA). Boyle intervistò i testimoni e prese campioni del terreno dove sarebbe avvenuto l’atterraggio. Lo stesso giorno si presentarono due investigatori delle Forze Armate, uno dei quali in divisa, come ha raccontato Graham Simmonds, allora capitano della scuola. Uno dei professori, che aveva scattato decine di foto dell’oggetto, dichiarò che un uomo vestito di scuro, appartenente all’ASIO (Austrialian Security Intelligence Organization) sequestrò la sua macchina fotografica e non vide mai quei suoi scatti. Gli ex-studenti, rintracciati ed intervistati dal ricercatore Shane Ryan, danno la stessa concordante versione. - So cosa ho visto, non era sicuramente un aereo e neppure un pallone meteo - dice Jeff Holland, ex studente della Terza A.- Tutti urlavano: c’è un disco volante! Ed era vero, l’ho visto anch’io ed era proprio un disco volante… - aggiunge la compagna Terry Peck, che ricorda ancora i segni dell’atterraggio scoperti nel Grange - L’erba era schiacciata, di colore giallo, forse c’erano anche delle bruciature.






Il The Dandenong Journal pubblicò sull’avvistamento due articoli, uno il 14 e l’altro il 21 aprile; il 5 maggio pubblicò un’intervista a Frank Samblebe, preside dell’istituto, il quale disse di avere vietato altre interviste a scuola per non distogliere i ragazzi dalle attività scolastiche! Channel 9 GTV pubblicò un reportage sull’incidente che includeva diverse testimonianze. Stranamente, il filmato ripreso quel giorno è andato perso: tra le migliaia di bobine conservate dall’emittente, proprio quella è vuota e nessuno sa che fine abbia fatto la pellicola. La scomparsa del video non è l’unica stranezza. Infatti, non esiste un solo documento ufficiale del governo, dell’esercito o della polizia australiana (accorsa sul posto) su quanto accaduto in questo sobborgo di Melbourne: come se il fatto non fosse mai avvenuto. Una copertura totale, un insabbiamento continuo condotto, secondo gli autori della ricerca, con l’aiuto degli USA. Forse proprio negli Stati Uniti, in archivi segreti, sono custoditi gli X-file di questo clamoroso caso ufologico, ufficialmente mai esistito, ma scolpito per sempre nella mente di chi vi ha assistito.

sabato 19 gennaio 2019

AEREO RB 47 - STATI UNITI (17 LUGLIO 1957)


Questo caso, che figura nel rapporto Condon tra quelli inesplicabili, è stato citato e studiato per quarant’anni. Il fisico James Mac Donald, ha pubblicato i risultati della sua inchiesta nel 1971 nella rivista “Astronautics and Aeronautics” e il giornalista Philippe Klass si é sforzato, a modo suo, di dare, nel 1976, un’interpretazione dei fatti, anche se banale e molto discutibile. Questa sua interpretazione è stata smentita, essenzialmente, al termine di un inchiesta approfondita, resa nota verso la fine del 1977, in un memoriale del ricercatore in tecnica aerospaziale Brad Sparks.
 
 
Riassumiamo qui le sequenze più importanti del caso, che ci mostrano un oggetto volante non identificato, luminoso, avvistato di notte non solo visualmente, ma rilevato anche dal radar, poiché emetteva degli impulsi a microonde. L’RB 47 è un bombardiere il cui vano bombe è stato modificato per poter accogliere tre uomini e le apparecchiature che permettono di identificare le emissioni radar dal suolo e di individuarne la direzione. Nel sud degli Stati Uniti, dove l’aereo effettuava, quel giorno, un volo di addestramento, numerose stazioni radar emettevano dei segnali la cui frequenza era vicina ai 3000 MHz. Gli impulsi avevano una durata di 1 microsecondo, si succedevano ogni 600 microsecondi e i radar scandagliavano l’orizzonte quattro volte al minuto. Tre ufficiali (pilota, copilota e navigatore) si trovavano in cabina di pilotaggio e potevano quindi vedere all’esterno. Tutti e sei, gli uomini dell’equipaggio furono  interrogati da Mac Donald nel 1969. Essi affermarono che il primo inconveniente si produsse, probabilmente, verso le 09:30 TU (03:30 ora locale) al disopra del Mississippi, allorché l’aereo, risalendo dal Golfo del Messico verso il nord, abbordava la costa un po’ ad est del delta del Mississippi e volava a Mach 0,75. Il Capitano Mac Clure, individuò sul suo schermo radar un segnale corrispondente ad una sorgente di microonde pulsanti situata a ore cinque (dietro e a destra del RB 47) che sorpassava rapidamente l’aereo, gli girava intorno, per ripartire sulla sua sinistra in senso opposto. Una sorgente, dunque, aerotrasportata e supersonica. Mac Clure notò che le caratteristiche del segnale erano come quelle dei sopracitati radar al suolo, ad eccezione della durata degli impulsi, che erano di due microsecondi. Egli non segnalò subito questa stranezza, pensando che si trattasse solo di un problema dovuto al cattivo funzionamento della strumentazione: all’epoca non esisteva, né negli Stati Uniti né in Russia, un aereo supersonico in grado di trasportare un radar il cui segnale possedesse le caratteristiche osservate.
 
 
Alle ore 10:00 TU, mentre l’aereo sorvolava la Louisiana, il comandante Chase, pilota e il capitano Mac Coyd, copilota, videro una luce intensa, di un bianco bluastro, dirigersi verso di loro per poi saltare repentinamente dalla loro sinistra alla loro destra e sparire mentre era ad ore 2. Klass, in seguito, ammise che quell’oggetto poteva anche essere un meteorite la cui traiettoria provocò un illusione ottica ma, sul momento, Chase e Mac Coyd, discutendo tra loro, si domandarono se fosse un UFO. Mac Clure, ascoltandoli, si ricordò della sua precedente osservazione e ricercò, sul radar, un segnale della stessa natura. Trovò questo segnale alle 10:30 TU, identico al precedente e proveniente proprio da ore 2. Non  poteva trattarsi del segnale di un radar di terra, perché la sua direzione restava invariata benché l’aereo proseguisse lungo la sua rotta. L’aereo entrò nello spazio aereo del Texas e fu alla portata del radar “Utah”, situato presso Dallas. L’equipaggio fece rapporto a Utah che, in effetti, intercettò contemporaneamente un aereo ed un “oggetto” che si manteneva a distanza costante di 18 km da questo.
Alle 10:39, sempre sopra il Texas, il comandante Chase vide una luce rossa di grandi dimensioni a ore 2, 1.500 m più in basso del suo aereo. L’aereo volava a 10.500 m d’altitudine ed il cielo era perfettamente chiaro. Benché il comandante non abbia potuto determinare né la forma né la grandezza dell’oggetto, ebbe la netta impressione che la luce era emanata dalla sua parte superiore.
Un minuto dopo, ricevette l’autorizzazione ad inseguire l’oggetto. Utah l’informò che l’oggetto accompagnava i suoi movimenti, mantenendosi sempre ad una distanza costante di 18 km.
 
 
Alle 10:42, Chase accelerò e vide l’oggetto rosso virare a destra in direzione di Dallas; ciò fu confermato da Mac Clure.
Verso le ore 10:50, un pò ad ovest di Dallas, l’oggetto si arrestò e sparì simultaneamente dagli schermi radar (sia di terra sia di bordo)! La sparizione dell’oggetto dallo schermo radar, strabiliante per l’epoca, è meno stupefacente ai nostri giorni, poiché evoca le tecniche di invisibilità attualmente in uso.
Alle 10:52, Chase vide l’oggetto in discesa rapida, a circa 4.500 m di altitudine. Effettuò con il suo RB 47 una picchiata, scendendo da 10.500 m a 6000 m. L’UFO, allora, scomparve simultaneamente dalla vista, dal radar di Utah e dallo schermo di Mac Clure.
Alle 10:57, sempre nelle vicinanze di Dallas, l’oggetto riapparve sullo schermo di Mac Clure e Utah indicò che aveva redatto un rapporto CIRVIS (Communications Instructions for Reporting Vital Intelligence Sightings ) si trattava di un rapporto radio urgente e segreto, destinato al Comando della Difesa Aerea, obbligatorio in caso di osservazione di un oggetto aereo non identificato da parte dell’aviazione militare.
 
 
Alle 10:58, il pilota ritrovò un contatto visuale a ore 2. Qualche minuto più tardi, a corto di carburante, decise di rientrare e mise la prua a nord, puntando verso Oklahoma City. L’oggetto allora si piazzò dietro l’aereo, a 18 km di distanza come precisò la base Utah, che fece decollare due caccia per intercettarlo. L’UFO, volando più basso dell’RB 47 e stando dietro di lui, non poteva essere visto dalla cabina di pilotaggio, ma fu rilevato sullo schermo di Mac Clure fin quasi sulla verticale di Oklahoma City, ormai fuori della portata del radar dell’Utah. Alle 11:40 sparì improvvisamente e definitivamente anche dallo schermo radar dell’aereo. Erano le 12:30, quando l’aereo atterrò alla base aerea di Forbes.
 

mercoledì 16 gennaio 2019

LAKENHEATH (INGHILTERRA) 13 AGOSTO 1956



Le basi militari USAF e RAF di Lakenheath e Bentwaters sono vicine. La prima è situata a circa 30 km nord-est di Cambridge, la seconda presso la costa a est di questa città. Degli oggetti aerei sconosciuti, rilevati dai radar delle basi nelle notti del 13 e 14 agosto 1956 furono, in seguito, giudicati “non identificati”. Gli “incidenti” cominciarono alla base di Bentwaters. Furono preceduti da insoliti rilevamenti dei radar di controllo ravvicinato, che non dettagliamo, tra le ore 21:00 e 22:00
Alle ore 22:55 il radar individuò un oggetto non identificato che si spostava da est a ovest passando sopra la base ad una velocità stimata tra i 3200 e i 6400 km/h. Non venne menzionato alcun bang supersonico. Il personale della torre di controllo di Bentwaters affermò di aver visto una luce brillante sorvolare il terreno da est a ovest “ad una velocità formidabile” e a circa 1200 metri d’altezza.
 




Nello stesso momento, il pilota militare di un aereo da trasporto C-47, che sorvolava Bentwaters alla stessa altitudine, dichiarò che una luce brillante era passata sotto il suo aereo da est a ovest ad una “velocità incredibile”. Le due osservazioni visuali furono confermate dal radar. L’operatore radar segnalò le osservazioni concordanti, radar e visuali, fatte a Bentwaters, al capo del servizio del centro di controllo radar del traffico di Lakenheath, un sottufficiale americano al quale dobbiamo un rapporto molto dettagliato. In seguito, nel 1968, fu redatto un altro rapporto, particolareggiato, indirizzato alla commissione Condon dallo stesso militare, ormai in pensione. Il rapporto é coerente e non contraddice, salvo in qualche punto di minore importanza, i documenti del dossier conservati dell’USAF. Tra questi documenti c’è il telex inviato all’equipe del Blue Book il giorno dell’incidente da Lakenheath ed il rapporto indirizzato a quest’equipe dal Capitano americano Holt, ufficiale dei servizi segreti a Bentwaters, due settimane più tardi.
Il capo del servizio di guardia della base di Lakenheath allertò i suoi operatori radar. Uno di loro visualizzò un oggetto stazionario a circa 40 km sud-ovest dalla base, quasi nell’asse della traiettoria dell’oggetto supersonico visto alle 22:55. I radaristi del centro di controllo del traffico aereo videro l’oggetto passare improvvisamente dall’immobilità a 600/950 km/h. Pertanto, il capo del servizio di guardia si sentì di avvertire immediatamente il comandante della base. L’oggetto cambiò direzione molte volte, descrivendo delle volute che andavano da 13 a a 30 km, separate da arresti bruschi intervallate da pause di 3 o 6 minuti. La velocità passava sempre e repentinamente da un valore nullo a un valore di circa 950 km/h. Le osservazioni visuali furono fatte da terra e confermarono l’incredibile velocità e le accelerazioni stupefacenti. Il telex inviato da Lakenheath conclude: “il fatto che le rapide accelerazioni e gli arresti bruschi siano osservati dal radar e visualmente da terra, danno al rapporto una sicura credibilità. Non crediamo che queste osservazioni possano avere una qualsiasi origine meteorologica o astronomica”.
 




Dopo circa 30-45 minuti, la RAF inviò un caccia notturno, un Venom biposto, all’inseguimento dell’oggetto. Il centro di controllo radar del traffico aereo di Lakenheath lo guidò verso il bersaglio, a 10 km ad est del centro. Il pilota inquadrò il bersaglio visualmente e sul radar, ma poi lo perse. Allora, il centro lo reindirizzò a 16 km ad est di Lakenheath. Il pilota inquadrò nuovamente il bersaglio e disse: “Ho le mitragliatrici puntate su di lui”. Poco dopo lo perse nuovamente. Ma gli operatori del centro radar continuarono a seguirlo, informando il pilota che l’oggetto aveva fatto un movimento rapido per piazzarsi in coda: ora era dietro al suo aereo e lo inseguiva a distanza ravvicinata. Il pilota confermò. Osservato dai radaristi, tentò, per circa 10 minuti, ogni sorta di manovra elusiva (salite a candela, picchiate, virate continue), ma non riuscì a sganciarsi dall’oggetto. l’UFO, intanto, lo seguiva, secondo i radar al suolo, a distanza ravvicinata. Infine, a corto di carburante, il caccia rientrò alla base. In questa fase, il pilota chiese ai radaristi se l’oggetto insisteva nel seguirlo. L’OVNI, effettivamente, lo seguiva a breve distanza, poi si fermò. Gli operatori radar videro ripartire l’oggetto in direzione nord a 950km/h e sparire alle “ore 03:30” fuori dalla portata dei radar. Un Venom inviato in sostituzione del primo dovette rientrare rapidamente alla sua base a causa di problemi meccanici, ancor prima di poter stabilire un contatto con l’UFO.In un articolo pubblicato sulla rivista “Astronautics and Aeronautics” si legge:
 
 
“Se si considera l’alta credibilità dell’informazione, la coerenza e la continuità dei rapporti, così come il loro alto grado di “stranezza”, questo caso di OVNI (Oggetto Volante Non Identificato) è certamente uno dei più inquietanti conosciuto fino ad ora”.

domenica 13 gennaio 2019

ASSISTENZA DOMICILIARE


Gli over 60, per la prima volta nella storia d’Italia, sono più numerosi degli under 30. Il 2018 segna il sorpasso: il 28,7% della popolazione italiana ha più di 60 anni, contro il 28,4% che ne ha meno di trenta. Lo dice l’Istat. “Il numero degli anziani si è moltiplicato, ma le nostre società non si sono organizzate abbastanza per fare posto a loro, con giusto rispetto e concreta considerazione per la loro fragilità e la loro dignità” ha detto Papa Francesco. Certo, finché siamo giovani, siamo indotti a ignorare la vecchiaia, come se fosse una malattia da tenere lontana; quando poi diventiamo anziani, specialmente se siamo poveri, malati e soli, sperimentiamo le lacune di una società programmata sull’efficienza che, conseguentemente, ignora gli anziani.
La salute, una buona condizione economica e familiari su cui contare sono gli elementi più importanti per una buona vecchiaia.
Il futuro preoccupa. Gli anziani di oggi sono soddisfatti della propria qualità della vita, soprattutto chi è in salute, non vede compromesse le proprie capacità motorie e ha una buona condizione economica. Sono pessimisti, sulla loro vecchiaia, invece, le persone che oggi hanno più di 45 anni: uno su tre è molto preoccupato della sua futura condizione economica perché non crede che gli garantirà una buona qualità della vita. Quasi la metà di loro,  ritiene che i propri risparmi non saranno sufficienti per far fronte a tutte le esigenze della terza età. Solo la casa di proprietà è considerata una solida base per la tranquillità futura.
Non solo. Gli anziani di domani non contano sull’aiuto da parte dei familiari: solo un terzo di loro pensa che, se il partner non fosse più in grado di assisterlo, riceverebbe aiuto dagli altri familiari. Non sono ottimisti sul proprio stato di salute e una delle maggiori preoccupazioni, è quella di diventare un peso per i propri familiari.
 
 
Insomma, come al solito, il nostro Paese sta affrontando il cambiamento demografico in atto non come un’opportunità, ma come un problema e in termini di emergenza, anche di fronte a una realtà ampiamente annunciata. Bisogna cambiare mentalità e pensare alla longevità come una risorsa. Abbiamo tre milioni di persone non autosufficienti in Italia di cui l’80% sono persone anziane. A fronte di ciò ci sono solo 300mila posti letto nelle Residenze per anziani e nelle Residenze sanitarie assistenziali (RSA). Il pubblico copre solo il 25% di questi posti, il resto è fornito dal privato con i relativi costi. Quindi ci sarà chi se lo può permettere e chi no.
Oggi sono le famiglie a farsi carico dell’assistenza ingaggiando le badanti, un fenomeno cresciuto in maniera esponenziale nel nostro Paese, indice di un servizio pubblico che non è in grado di far fronte alla non autosufficienza. C’è l’indennità di accompagnamento, ma poi l’onere resta alla famiglia. Non è sostenibile. Anche perché i pensionati di domani avranno pensioni più basse e questo inciderà sul mercato privato di cura. Una situazione che potrà compromettere seriamente il futuro dell’assistenza domiciliare agli anziani non autosufficienti. Con il cambiamento demografico, l’alto numero di persone non autosufficienti e i pochi servizi disponibili, intervenire sulla “domiciliarità” è una strada obbligata. Invecchiare a casa propria è un diritto che va garantito con una rete efficace di servizi sul territorio nel rispetto della persona in tutto l’arco della sua vita. Purtroppo, i servizi sono pochi e maldistribuiti. La maggior parte dei fruitori non sono soddisfatti. Va un po’ meglio nel Nord-Est del Paese, va molto peggio al Sud.
Allora chi si prende cura degli anziani non più autonomi?
In tanti sono già impegnati nella cura di un familiare non autosufficiente (la madre per lo più). Un impegno che condiziona molto la qualità della vita del caregiver – colui che si prende cura di un familiare non autosufficiente. Anche la salute mentale e psicologica ne risente. Infatti, spesso i familiari sono nella cosiddetta generazione sandwich: si trovano schiacciati tra i figli adolescenti e i genitori anziani di cui prendersi cura oltre ad avere l’impegno lavorativo da assolvere. Questo si traduce in alti livelli di stress che impattano sulla loro salute.
 
 
Come si può cambiare?
Bisogna ripensare il nostro sistema di welfare. Si può iniziare approvando la legge sui caregiver che giace in Parlamento dalla scorsa legislatura che prevede il riconoscimento giuridico di chi si prende cura di un familiare anziano permettendogli di avere flessibilità sul lavoro, assistenza psicologica e soprattutto, sostegno economico. Con il nuovo governo è ricominciato l’iter.
Bisogna anche cambiare la tassazione delle pensioni che in Italia sono trattate alla stessa stregua dei redditi da lavoro dipendente o da lavoro autonomo anzi, peggio, perché non hanno le stesse detrazioni. La vera rivoluzione, però, sarebbe un’alleanza tra giovani e anziani, come ha suggerito il Papa. Bisogna ripensare il ruolo degli anziani nella nostra società sfruttando il capitale umano di esperienze e saggezza che rappresentano, considerando che sono portatori della nostra storia.

sabato 12 gennaio 2019

KAPUSTIN YAR LUGLIO 1989


In testa ai rapporti UFO, declassificati dal KGB nel 1991, figura il dossier relativo a una base missilistica, presso Kapustin Yar, nella regione di Astrakan. Il pubblico anglofono ne prese conoscenza attraverso la rivista moscovita AURAZ solo nel marzo 1993. Alcuni militari appartenenti ai due distinti centri della base, avevano inoltrato delle deposizioni scritte sulle loro osservazioni, realizzate in buone condizioni di visibilità. Il dossier, incompleto, non riportava alcuna informazione su eventuali rilevazioni radar. Il rapporto cominciava con un breve riassunto: l’autore era un anonimo ufficiale del KGB. Il riassunto era seguito da altre sette testimonianze scritte. Cinque testimoni, provenienti dal primo centro, sono il tenente Klimenko, due caporali e due soldati. Nella notte tra il 28 ed il 29 luglio, questi militari avevano osservato degli UFO evoluire in aria tra le 22:15 e le 23:55 a una distanza dai tre ai cinque km. Erano stati avvistati fino a tre oggetti simultaneamente. Un dei quali aveva eseguito, in silenzio, degli spostamenti a scatti, repentini, con partenze e arresti molto bruschi a cui seguivano periodi di immobilità. Tutti i testimoni avevano visto un aereo da caccia tentare, invano, di avvicinarsi all’UFO e quest’ultimo sfuggirgli a una velocità folgorante, “dava l’impressione che l’aereo stesse fermo in aria”. Si sentiva solo il rumore dell’aereo, specie quando, per inseguire l’UFO, doveva aver raggiunto una velocità supersonica.


Le altre due testimonianze, provengono da un centro vicino al primo e riguardano l’osservazione di un UFO effettuate tra le 23:10 e l’01:30, ad una distanza molto ravvicinata (da qualche chilometro a 300 metri). Questo oggetto é stato descritto dal sottotenente Volochine come un disco di 4-5 m di diametro, sormontato da una cupola semisferica vivacemente illuminata. Il sottotenente aveva aggiunto alla sua deposizione uno schizzo dell’oggetto. Il disco si spostava a volte bruscamente, ma senza rumore e a volte restava immobile a 20-30 m dal suolo. Insieme al soldato Tichaev, Volochine aveva visto il disco emettere una luce verde fosforescente puntata su un deposito di missili, che lo aveva illuminato per qualche secondo. In un rapporto, coerente con quello del suo superiore, il soldato Tichaev insisteva sull’assenza di rumore, anche quando l’oggetto veniva osservato a distanza ravvicinata: non poteva essere confuso con un elicottero. I due testimoni, in seguito raggiunti da un plotone di guardie, avevano assistito, per ben due ore, alle evoluzioni dell’oggetto al di sopra del centro e nelle sue immediate vicinanze.

 

Per chi volesse approfondire l’argomento, riporto in modo integrale, il rapporto del S. Ten. Volochine.   




“Io, S. Ten. Volochine Valeri Nikolaievitch, faccio rapporto che alle 23:20 del 28 luglio, trovandomi al cambio del turno di servizio delle comunicazioni, ho ricevuto l'informazione dall'addetto del centro di telegrafia com. Tchernikov Anatoli Borisovitch, circa il fatto che sopra il reparto militare (censura) nel corso di più ore era rimasto sospeso un oggetto sconosciuto che egli definiva un disco volante. In aggiunta Tchernikov A. B. raccontava che questa informazione gli era giunta dal com. Savartzev del gruppo operativo mediante comunicazione (censura). A Savartzev questa informazione era giunta da (censura). Secondo le parole di Tchernikov questo oggetto sembrava osservare il PDRZ in quanto era a due chilometri da (censura). Dopo, questa conversazione telefonai al comandante Savartzev, il quale confermò di aver ricevuto l'informazione e mi propose di salire in alto nel tentativo di vedere questo oggetto. All'incirca alle 23:30 uscii dall'edificio con il soldato semplice Tichaev D.N. e mi arrampicai sulla prima sezione della torretta dell'antenna, a circa sei metri dal suolo. Il soldato semplice Tichaev era vicino a me. Appena salimmo sulla torretta feci notare al soldato semplice Tichaev che sul lato (censura) alla nostra destra volava silenziosamente un certo oggetto. Tichaev commentò che lo vedeva. Nel cielo notturno era distintamente visibile un potente faro luminoso che ricordava una fotoelettrica. L'oggetto volava verso le attrezzature ausiliare (circa a cinque chilometri dal posto di osservazione) e si dirigeva verso il deposito degli armamenti missilistici (circa a 300 metri dal posto di osservazione). Sorvolando tale deposito, l'oggetto vi planò sopra, poi si abbassò ad un'altezza di circa 20 metri. Contro il cielo notturno la sua sagoma era visibile, e tutto il corpo irradiava una luce verde pallida, simile alla luminescenza del fosforo al buio. L'oggetto si presentava come emisferico nella parte superiore. Il diametro del disco era di circa 4-5 metri. Inoltre, quando l'oggetto si abbassò sopra i depositi missilistici, dal punto da dove proveniva il bagliore si accese un raggio di luce violenta che prese a girare tutt'intorno, soffermandosi ai margini di una installazione. Osservai 2-3 giri del raggio, che era distintamente visibile sullo sfondo del cielo ed emanava dall'oggetto, nonostante non riuscissi a scorgere la chiazza luminosa sulle costruzioni e sul terreno (sebbene ad un certo momento il raggio apparisse come una macchia). Il moto del raggio durò per qualche secondo, poi scomparve; l'oggetto, continuando a scintillare, si avviò verso una zona residenziale adiacente. Dopo di ciò ho visto l'oggetto sospeso sopra le installazioni della ferrovia. Quindi a questo punto l'oggetto nuovamente ritornò sui depositi missilistici e fu osservato sopra di essi ad una maggiore altezza (60-70 metri). In questo momento, presso di noi, anche l'intero corpo di guardia montante e il capo delle guardie osservarono l'oggetto. Alle 01:30 volò via verso la città di Akhtubinsk e scomparve alla vista. I suoi lampeggiamenti non erano stati periodici, come se fosse stato mandato per fare fotografie. Gli spostamenti dell'oggetto non erano stati uniformi: talora velocemente di lato, o verticalmente e talvolta planando dolcemente. Ho osservato tutto ciò chiaramente dalle 23:30 fino alle 01:30. Posso rappresentare come mi sia apparso l'oggetto mediante il disegno seguente.”

segue una pagina scritta a mano, con disegno dell'UFO, pressoché illeggibile, che risulta però trascritta nel documento.
 
 

mercoledì 9 gennaio 2019

L’OSSERVAZIONE DEL COL. FARTEK - INCHIESTA DEL GEPAN/SEPRA


Mr. Jean  Pierre Fartek, ex Tenente Colonnello dell’aviazione Militare francese era, al momento dei fatti, un pilota di Mirage 3, in forza alla 2° Squadriglia Caccia di Digione. In seguito è stato pilota in una compagnia privata.
Abitava in prossimità di Digione. La sua casa é situata alla fine di un appezzamento di terreno con vista sui campi. A circa 250 m si trova un boschetto di alberi la cui altezza è, al massimo, di 15 m. Il nove dicembre 1979 verso le 9:15 del mattino, il Col. Fartek e sua moglie osservarono un oggetto insolito nel campo vicino alla loro casa. Il tempo e la visibilità sono eccellenti.
L’oggetto, del quale si stimano le dimensioni in 20 m di diametro e 7 di spessore, era in volo stazionario a circa tre metri dal suolo davanti al boschetto del quale ne nascondeva una parte.
In perfetto accordo con sua moglie, il testimone lo descrive in questo modo:  


“avente la forma di due piatti rovesciati, uno sull’altro, senza la presenza né di oblò né di luci e dai contorni molto netti. Era di colore grigio metallico nella parte superiore e più scuro (blu) nella parte inferiore, con una separazione perfettamente marcata tra il sopra ed il sotto”.
Questa differenza di colore non poteva essere dovuta ad una differenza d’illuminazione, tenendo conto della posizione del sole. L’oggetto era animato permanentemente da leggere oscillazioni, la cui frequenza non era molto rapida, era come se cercasse un punto di equilibrio. Non emise nessun rumore, non causò alcuna turbolenza, neanche al momento della partenza. Non lasciò alcuna traccia al suolo.
Dopo un tempo di osservazione difficilmente apprezzabile, il Colonnello vide L’oggetto oscillare più fortemente, ebbe l’impressione che si inclinò un pò in avanti (come fa un elicottero subito dopo il decollo, all’inizio della traslazione orizzontale). Mr. Fartek lo vide partire in orizzontale, a bassa quota, senza far rumore, senza lasciare alcuna scia, a grande velocità e sparire all’orizzonte in pochi secondi.
Mr. Fartek testimoniò alla Gendarmeria dell’Aviazione della base aerea di Digione. Ebbe anche il sospetto che altre persone pur avendo assistito al fenomeno, siano poi rimasti in silenzio. In particolare i suoi vicini e i loro bambini che, secondo lui, avrebbero visto tutto.

martedì 8 gennaio 2019

TANANARIVE 14 AGOSTO 1954


Mr. Edmond Champagnac, ex ufficiale d’artiglieria ed anziano capo dei servizi tecnici d’Air-France in Madagascar, ormai in pensione, testimoniò davanti a un comitato d’inchiesta, al riguardo di un fenomeno prodottosi il 14 agosto 1954 a Tananarive, osservato da parecchie centinaia di testimoni.
Alle ore 17:00, il personale dell’agenzia Air-France era in attesa dell’arrivo della posta, qualcuno vide nel cielo una grossa “palla” verde che si spostava a grande velocità.
Il primo pensiero dei testimoni fu che si trattasse di un meteorite. Il bolide sparì dietro una collina e tutti pensando che si sarebbe schiantato, erano in apprensione poiché si aspettavano di udire un boato. Ma la “palla” verde riapparve un minuto dopo, sorvolando gli osservatori. Apparve come una sorta di pallone da rugby, metallico, preceduto da una lente verde che emetteva fiamme.
Secondo la stima dei testimoni, l’oggetto aveva la lunghezza di un DC4, ovvero una quarantina di metri. La lente verde lo precedeva di circa 40 metri ed emetteva delle fiamme abbastanza lunghe. L’oggetto sorvolò Tananarive ad un altezza stimata tra i 50 e 100 m (stima resa possibile per comparazione con una collina situata nelle vicinanze).
Mentre l’oggetto si spostava, le luci dei negozi si spegnevano e gli animali manifestavano una reale inquietudine. Non è un dettaglio da poco: passando sopra il parco di zebù (uno spiazzo dove gli allevatori radunavano gli armenti, per venderli) l’oggetto provocò una violenta reazione di paura, mentre abitualmente gli animali non reagivano quando gli aerei d’Air-France sorvolavano il parco a bassa quota. Eppure, l’oggetto, al contrario degli aerei, era assolutamente silenzioso.




Dopo aver sorvolato Tananarive, l’oggetto ripartì verso ovest.
Due o tre minuti dopo, un oggetto identico fu osservato a 150 km di distanza sopra una fattoria scuola; gli animali ebbero la stessa intensa reazione di panico. Se si trattava della stessa navicella osservata a Tananarive (come suggerisce la sua descrizione, anche se non si può assolutamente provarlo) allora la sua velocità doveva essere di circa 3000 km/h.
Secondo Champagnac, il Generale Fleurquin, comandante in capo a Madagascar, riunì una “Commissione scientifica” per condurre un inchiesta su questi fenomeni. Purtroppo, non é stata trovata alcuna traccia di questa inchiesta negli archivi dell’Aeronautica Militare, i dati raccolti provengono dal bollettino n. 6 del GEPA (Gruppo di Studi dei Fenomeni Aerospaziali) del secondo trimestre 1964. 

domenica 6 gennaio 2019

IL CASO DELL'AMARANTO




Il caso concerne l’osservazione, diurna, da parte di un testimone, ricercatore in biologia cellulare, di un oggetto che, per 20 minuti, é rimasto in volo stazionario al di sopra del suo giardino. La testimonianza registrata dalla Gendarmeria, a Nancy, meno di cinque ore dopo l’osservazione, si riassume così:
Il ventuno ottobre 1982, il testimone verso le 12:35, si trovava nel suo giardino davanti casa. Vide venire da sud-est un oggetto brillante che, a colpo d’occhio, gli sembrò un aereo.
Non c’erano nuvole, il sole non disturbava la visuale e la visibilità era eccellente.
La velocità di discesa dell’oggetto non era elevata ed egli pensò che sarebbe passato sopra la sua casa ma, a un certo punto, si rese conto che puntava dritto su di lui, allora indietreggiò di tre o quattro metri.



Questa macchina, di forma ovale, si fermò a circa un metro dal suolo e rimase in volo stazionario a quell’altezza per circa 20 minuti. Il testimone precisa che avendo guardato l’orologio, era assolutamente sicuro della durata del volo stazionario e descrisse la macchina come un oggetto di forma ovoidale, del diametro di circa un metro per un’altezza di 80 cm. La metà inferiore sembrava metallica, mentre quella superiore era trasparente. Sembrava fatta di berillio poiché trasparente e di colore blu-verde. Non emetteva nessun suono né irradiava calore, non vennero rilevati effetti magnetici o elettromagnetici. Dopo 20 minuti, l’oggetto si alzò bruscamente in verticale, assumendo una traiettoria rettilinea che mantenne finché non scomparse alla vista. La partenza dell’oggetto fu molto rapida, sembrò come se fosse stato aspirato, poiché l’erba si era raddrizzata per riprendere in seguito la sua posizione normale. Il testimone precisò, infine, che non c’era nessuna traccia al suolo e l’erba non era stata né schiacciata né bruciata.



Invece, l’interesse di questa osservazione risiede proprio sulle tracce visibili lasciate sulla vegetazione e particolarmente su un arbusto di amaranto le cui foglie, all’estremità, completamente disidratate, fanno pensare che furono sottoposte a dei campi elettrici molto intensi. Tuttavia, malgrado il tempestivo intervento delle Gendarmeria e la perfetta conservazione dei campioni prelevati, non fu possibile verificare definitivamente questa ipotesi.


TRANS-EN-PROVENCE, OTTO FEBBRAIO 1981


Trans-en-Provence, 8 febbraio 1981. Verso le 17:00, un uomo (Renato Nicolai) che nel suo giardino stava costruendo un piccolo riparo per una pompa dell’acqua, fu testimone di uno dei casi più insoliti mai osservai e studiati in Francia. Un riflesso del sole su qualche cosa che evoluiva in cielo attirò la sua attenzione e gli permise di osservare la discesa e subito dopo, l’atterraggio, pesante, quasi uno schianto, di un oggetto metallico silenzioso, su un terrapieno situato a una quota più bassa della sua abitazione. L'oggetto, di forma ovoidale, non presentava alcuna asperità apparente, né ali, né timoni e neanche motori, che gli avrebbero permesso di assomigliare ad un qualunque velivolo. Quest’oggetto restò per un istante sul terrapieno e sempre senza emettere alcun rumore, decollò e sparì ad alta velocità nel cielo azzurro.
 
Il racconto potrebbe essere solo una semplice constatazione visuale, se l’oggetto non avesse lasciato sul suolo delle tracce e delle impronte ben visibili. Erano a forma di corona e faranno classificare il racconto nel campo dell’inspiegabile.
La Gendarmeria e poi il GEPAN, fecero un'inchiesta approfondita, che comportò numerosi incontri con il testimone ed il suo vicinato. Le perizie sul terreno (prelievo di campioni di terreno e vegetazione seguito da analisi) mostrarono, senza equivoci, che un pesante oggetto metallico, non identificato, che si era realmente posato sul terrapieno. L’analisi della vegetazione presentava delle anomalie tali da far escludere che si fosse trattato di un qualsiasi mezzo aereo compreso un elicottero o un drone militare. La vegetazione sul punto di atterraggio, un tipo di erba medica selvaggia, era stata profondamente schiacciata e lesa da un agente esterno, che ne aveva modificato in profondità le funzioni della fotosintesi. In effetti, la clorofilla, e alcuni acidi amminici delle piante, presentavano importanti variazioni di concentrazione, che decresceva allontanandosi dal centro delle tracce meccaniche. Queste modifiche  durarono per mesi prima che le piante recuperassero il loro stato biologico naturale. Secondo il professore Michel Bounias, del laboratorio di ecologia e tossicologia vegetale dell’INRA, che effettuò le analisi, la causa delle profonde perturbazioni registrate sulla vegetazione presente in questo ecosistema, potrebbe verosimilmente essere un potente campo elettromagnetico pulsante che si pone nella gamma delle alte frequenze (microonde).
 
Studi e ricerche su questa manifestazione continuano ancora e numerose piste sono state esplorate. Nessuna di esse ha potuto soddisfare l’insieme delle condizioni che permetterebbero di identificare con certezza l’oggetto che si é posato a Trans-en-Provence l’otto febbraio 1981 e ancor meno di determinarne l’origine. 


Nella foto, da sinistra a destra: il Dr. Jacques F. Vallee, il Dr. Michel Bounias e il testimone Ms. Renato Nicolai

 
 

mercoledì 2 gennaio 2019

CONSIDERAZIONI DI FINE ANNO


- LO STATO DELLE CONOSCENZE -
Dopo quasi ottanta anni di studio, il fenomeno appare tuttora inesplicabile.

Quali extraterrestri? Chi e come sarebbero?
Una coerenza, solo relativa, risalta da numerose descrizioni dei fenomeni ufologici: disco, sfera o cilindro luminoso, volo stazionario seguito da accelerazioni folgoranti, assenza di rumore, velocità largamente supersonica senza bang sonoro, effetti elettromagnetici associati che disturbano il funzionamento dei dispositivi radioelettrici o elettrici prossimi alla manifestazione.
Evidentemente, questi extraterrestri (se di extraterrestri si tratta) sarebbero dotati di una tecnologia estremamente avanzata, poiché hanno saputo realizzare ciò che non sappiamo ancora fare. Ma tuto il resto rimane un mistero (morfologia, costituzione fisica, tipo di vita, forma di comunicazione e di società, senso dei valori, nozione del tempo, motivazioni).
Se ci osservano, bisogna notare un’apparente contraddizione tra l’interesse che sembrano avere verso di noi e la loro furtività. Più che osservarci, sembra che vogliano mostrarsi ed abituarci progressivamente all’idea della loro esistenza. 

Quali intenzioni e quali strategie possiamo dedurre dal comportamento osservato?
L’estrapolazione, a partire da un analisi razionale degli obiettivi che potrebbero avere la o le civiltà extraterrestri, dovrebbe permettere di farci un’idea delle strategie che potrebbero adottare. Tuttavia, gli UFO si sono manifestati in questi ultimi decenni un po’ dappertutto, in tutto il mondo, con punte sorprendenti tra il 1952 ed il 1954 senza che noi possiamo dedurne una linea di condotta ben definita.
Cosa cercano ?
Dopo la fase di osservazione e la dimostrazione della loro esistenza, ci sembrerebbe logico che cercassero di svelare la loro volontà ma, fino ad oggi, niente ci permette di dedurre i loro obiettivi. Magari siamo noi che  non siamo capaci di comprendere. È possibile che si possa attribuire agli Stati Uniti un contatto privilegiato, ma niente contraddice l’istituzione di altri contatti con certi paesi europei o ancora con la Russia, la Cina, il Giappone o altri ancora. Sembrerebbe, tuttavia, difficile immaginare che abbiano potuto posizionarsi sulla Terra con la complicità di certi Stati o sfuggendo alla loro sorveglianza.
Dopo il 1947, le manifestazioni sporadiche di UFO e l’apparizione di ondate ripetute si sono susseguite. Saremmo in diritto di dedurne che questi visitatori – forti della loro superiorità – mostrerebbero la loro intenzione di continuare a farsi conoscere nei luoghi più diversi del pianeta e di proseguire l’esecuzione di piani le cui finalità ancora ci sfuggono.
Potrebbe essere che essi abbiano un cattivo presentimento sull’avvenire della Terra, minacciata da inquinamento e rischi di confitti atomici. Se così fosse, la loro influenza è stata accompagnata da dimostrazioni appropriate:

  • sorvolo di basi missilistiche nucleari;
  • manovre di intimidazione contro gli aerei militari;
  • paralisi dei testimoni, arresto dei motori, spegnimento delle luci.

I progressi realizzati nella conquista dello spazio e nello sviluppo del nucleare, potrebbero inquietarli.
Non sarebbe illogico pensare che queste civiltà extraterrestri abbiano stabilito delle basi, delle colonie, nella cintura di asteroidi e perché no sulla luna. Le nostre incursioni nello spazio potrebbero disturbarli.
Per il momento non sembra che vogliano immischiarsi nei nostri affari ma, allora, cosa cercano effettivamente?
Vogliono invadere la Terra?
La preservano dalla distruzione?
Vogliono solo conoscere e conservare il patrimonio che le nostre civiltà hanno creato nel corso dei secoli?
Davanti a queste incertezze sulle loro intenzioni, noi non possiamo pregiudicare l’avvenire e in particolare, considerare che continueranno a non intervenire. Alcune delle loro imprese, per quanto ci riguarda, potrebbero dunque, a lungo termine, non essere così innocue.


Ripercussioni delle manifestazioni UFO sul comportamento ufficiale ed ufficioso degli Stati
Le ripercussioni sono state di differente importanza.
Stando a ciò che ci è dato di sapere sulle reazioni degli Stati, possiamo classificare le nostre ipotesi, in:

  • Stati inconsapevoli dei fenomeni extraterrestri o che si stimano non interessati;
  • Stati consapevoli dei fenomeni extraterrestri ma sprovvisti di sistemi di investigazione;
  • Stati consapevoli dei fenomeni extraterrestri e provvisti di sistemi di investigazione;
  • Stati entrati in contatto con una o più civiltà extraterrestri e che hanno stabilito delle relazioni e/o avviato una collaborazione politica, scientifica e tecnica.
     
Sono stati stabiliti dei contatti con uno o più governi?
Alcuni individui asseriscono di essere stati contattati, per un fine di studio o in vista dell’avviamento di successive e profique relazioni planetarie. Possiamo immaginare dei contatti diretti e continui, al più alto livello di uno o più Stati, in particolare con gli Stati Uniti?
Il comportamento dei vertici di questo paese, in seguito al caso Roswell, é profondamente cambiato. Se gli americani durante questa occasione o altre, hanno potuto raccogliere dei pezzi o relitti di vascelli extraterrestri più o meno in buono stato e persino cadaveri di umanoidi, un certo tipo di contatto potrebbe essersi stabilito. 
Le prime dichiarazioni e reazioni sono sovente considerate più probanti delle affermazioni successive: immediatamente dopo a quello che sarà conosciuto come il caso Roswell, il generale Twinning fu incaricato di redigere un rapporto sui “dischi volanti”, il rapporto rimarrà segreto. La sua esistenza sarà rivelata, solo ventidue anni più tardi, nel rapporto Condon. Ovvero, gli Stati Uniti hanno praticato, a partire da quest’epoca, una politica del segreto crescente (classificazione al di sopra dell’ultra segreto di alcuni dossier UFO, secondo il generale Barry Goldwater) e di disinformazione continua. 
Perché ed in che modo un segreto di tale importanza ha potuto, malgrado tutto, essere preservato fino ad oggi? 
La risposta più semplice sarebbe che gli Stati Uniti vogliono conservare a qualsiasi costo la superiorità tecnologica e militare sui paesi concorrenti e forse, un contatto privilegiato.
Questa politica del segreto e della disinformazione può essere giustificata, comprensibilmente, con lo scopo di non creare panico o comportamenti irrazionali nella popolazione o all’epoca della guerra fredda, di premunirsi contro le azioni dell’URSS o ancora, in una maniera più prosaica e politica, di non apparire agli occhi degli elettori come incapaci di fornire delle spiegazioni convincenti su certi fenomeni. Soprattutto non bisognava minacciare il prestigio delle forze armate, incapaci di interdire la violazione dello spazio aereo, prestando il fianco agli attacchi da parte degli oppositori politici. Tutto è possibile, perfino la paura di vedere alcune agenzie governative accusate di aver mentito, in un momento o nell’altro. Sia quel che sia, é sintomatico ed illustrativo rilevare che gli Stati Uniti si sono dotati dal 1953, di un impressionante arsenale bellico chiamato “scudo spaziale”, a quanto pare, ancora in vigore (il che fa supporre che non fosse schierato contro l’URSS, ma per difendersi da una minaccia esterna).
È significativo che abbiano promulgato due specifiche ordinanze militari: l’AF (Air Force) 200-2 ed il JANAP 146 (Joinr Army Navy Air Force Publication). La prima, proibisce la divulgazione di informazioni relative a osservazioni di oggetti non identificati e l’altra punisce l’autore di una divulgazione non autorizzata riguardante l’osservazione di UFO, con una pena di dieci anni di reclusione ed un’ammenda di 10.000 dollari!
L’ordine JANAP si applica ai militari ma anche ai piloti di compagnie civili e ai capitani della marina mercantile.


Quali disposizioni dovremmo prendere?
Che gli UFO siano o no di origine extraterrestre, il fenomeno é già tra noi e ci impone, quando possibile, una vigilanza critica. Esso comporta, in particolare, rischi di manipolazione destabilizzante sul piano mediatico, psicologico, culturale e religioso: terrore, panico, guerra dei mondi, psicosi create da sette o da lobbies ecc.
Questi rischi sensibili, sembrano giustificare, da parte delle elite politiche, scientifiche ed intellettuali, una certa vigilanza che possa prevenire qualsiasi sorpresa scioccante, un’interpretazione errata o una manipolazione malsana e dannosa.
Si debbono quindi applicare delle misure a livello nazionale ed internazionale.
In particolare, quali che siano le motivazioni della politica americana davanti ad una attitudine al segreto persistente, bisogna concepire delle relazioni politiche e militari armoniose tra alleati, in particolare nel seno della NATO. Relazioni che, di per se, dovrebbero essere normalmente fondate su una reciproca confidenza e sull’accesso illimitato alle informazioni tecnologiche, specie se di vitale importanza.