Le
basi militari USAF e RAF di Lakenheath e Bentwaters sono vicine. La prima è
situata a circa 30 km nord-est di Cambridge, la seconda presso la costa a est
di questa città. Degli oggetti aerei sconosciuti, rilevati dai radar delle basi
nelle notti del 13 e 14 agosto 1956 furono, in seguito, giudicati “non
identificati”. Gli “incidenti” cominciarono alla base di Bentwaters. Furono
preceduti da insoliti rilevamenti dei radar di controllo ravvicinato, che non
dettagliamo, tra le ore 21:00 e 22:00
Alle
ore 22:55 il radar individuò un oggetto non identificato che si spostava da est
a ovest passando sopra la base ad una velocità stimata tra i 3200 e i 6400
km/h. Non venne menzionato alcun bang supersonico. Il personale della torre di
controllo di Bentwaters affermò di aver visto una luce brillante sorvolare il
terreno da est a ovest “ad una velocità formidabile” e a circa 1200 metri
d’altezza.
Nello
stesso momento, il pilota militare di un aereo da trasporto C-47, che sorvolava
Bentwaters alla stessa altitudine, dichiarò che una luce brillante era passata
sotto il suo aereo da est a ovest ad una “velocità incredibile”. Le due
osservazioni visuali furono confermate dal radar. L’operatore radar segnalò le
osservazioni concordanti, radar e visuali, fatte a Bentwaters, al capo del
servizio del centro di controllo radar del traffico di Lakenheath, un
sottufficiale americano al quale dobbiamo un rapporto molto dettagliato. In
seguito, nel 1968, fu redatto un altro rapporto, particolareggiato, indirizzato
alla commissione Condon dallo stesso militare, ormai in pensione. Il rapporto é
coerente e non contraddice, salvo in qualche punto di minore importanza, i
documenti del dossier conservati dell’USAF. Tra questi documenti c’è il telex inviato
all’equipe del Blue Book il giorno dell’incidente da Lakenheath ed il rapporto
indirizzato a quest’equipe dal Capitano americano Holt, ufficiale dei servizi
segreti a Bentwaters, due settimane più tardi.
Il
capo del servizio di guardia della base di Lakenheath allertò i suoi operatori
radar. Uno di loro visualizzò un oggetto stazionario a circa 40 km sud-ovest
dalla base, quasi nell’asse della traiettoria dell’oggetto supersonico visto
alle 22:55. I radaristi del centro di controllo del traffico aereo videro
l’oggetto passare improvvisamente dall’immobilità a 600/950 km/h. Pertanto, il
capo del servizio di guardia si sentì di avvertire immediatamente il comandante
della base. L’oggetto cambiò direzione molte volte, descrivendo delle volute
che andavano da 13 a a 30 km, separate da arresti bruschi intervallate da pause
di 3 o 6 minuti. La velocità passava sempre e repentinamente da un valore nullo
a un valore di circa 950 km/h. Le osservazioni visuali furono fatte da terra e
confermarono l’incredibile velocità e le accelerazioni stupefacenti. Il telex
inviato da Lakenheath conclude: “il fatto che le rapide accelerazioni e gli
arresti bruschi siano osservati dal radar e visualmente da terra, danno al
rapporto una sicura credibilità. Non crediamo che queste osservazioni possano
avere una qualsiasi origine meteorologica o astronomica”.
Dopo
circa 30-45 minuti, la RAF inviò un caccia notturno, un Venom biposto, all’inseguimento
dell’oggetto. Il centro di controllo radar del traffico aereo di Lakenheath lo guidò
verso il bersaglio, a 10 km ad est del centro. Il pilota inquadrò il bersaglio visualmente
e sul radar, ma poi lo perse. Allora, il centro lo reindirizzò a 16 km ad est
di Lakenheath. Il pilota inquadrò nuovamente il bersaglio e disse: “Ho le
mitragliatrici puntate su di lui”. Poco dopo lo perse nuovamente. Ma gli
operatori del centro radar continuarono a seguirlo, informando il pilota che
l’oggetto aveva fatto un movimento rapido per piazzarsi in coda: ora era dietro
al suo aereo e lo inseguiva a distanza ravvicinata. Il pilota confermò.
Osservato dai radaristi, tentò, per circa 10 minuti, ogni sorta di manovra
elusiva (salite a candela, picchiate, virate continue), ma non riuscì a
sganciarsi dall’oggetto. l’UFO, intanto, lo seguiva, secondo i radar al suolo,
a distanza ravvicinata. Infine, a corto di carburante, il caccia rientrò alla
base. In questa fase, il pilota chiese ai radaristi se l’oggetto insisteva nel
seguirlo. L’OVNI, effettivamente, lo seguiva a breve distanza, poi si fermò.
Gli operatori radar videro ripartire l’oggetto in direzione nord a 950km/h e
sparire alle “ore 03:30” fuori dalla portata dei radar. Un Venom inviato in
sostituzione del primo dovette rientrare rapidamente alla sua base a causa di
problemi meccanici, ancor prima di poter stabilire un contatto con l’UFO.In
un articolo pubblicato sulla rivista “Astronautics and Aeronautics” si legge:
“Se si considera l’alta credibilità dell’informazione, la coerenza e la continuità dei rapporti, così come il loro alto grado di “stranezza”, questo caso di OVNI (Oggetto Volante Non Identificato) è certamente uno dei più inquietanti conosciuto fino ad ora”.
Se si considera l’alta credibilità dell’informazione, la coerenza e la continuità dei rapporti, così come il loro alto grado di “stranezza”, questo caso di OVNI (Oggetto Volante Non Identificato) è certamente uno dei più inquietanti conosciuto fino ad ora
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