Era 13 aprile del 1979 Jocelino de Mattos, un
elettricista di 19 anni e suo fratello, Roberto Carlos, uno studente di 13 anni, stavano rincasando. Era quasi
mezzanotte e tornavano dalla casa della
sorella dove erano andati per vedere una trasmissione televisiva molto
popolare. Stavano camminando lungo una strada sterrata nel quartiere di Jardim
Alvorada, una zona periferica della città di Maringá, nel Paraná, quando rimasero
sorpresi nell’avvistare una "stella" molto luminosa che si avvicinava
e aumentava di dimensioni. Qualcosa li spinse a deviare per i campi, così
finirono in una zona coltivata e lì svennero sotto un grande albero isolato. Al
risveglio ricordavano soltanto che la "stella" era diventata
un'enorme luce accecante in parte nascosta dall’albero. Sottoposto a
innumerevoli sessioni di ipnosi regressiva, condotte dal direttore della rivista
UFO AJ Gevaerd ed eseguiti dal medico Oswaldo Álves, Jocelino riferì, sotto
ipnosi, che dopo essere rimasto a terra
per alcuni minuti, avvertì che qualcuno lo prendeva per le braccia e facendolo
galleggiare a mezz’aria, lo portava all'interno di una navicella, attraverso
un'apertura inferiore. A bordo del velivolo, Jocelino si riprese del tutto e quegli
esseri gli fecero visitare la nave, mostrandogli diversi compartimenti e
spiegandogli il funzionamento di svariate macchine. Jocelino li descrisse come “normali”, sembravano uguali agli umani, ma più grandi: dal metro e novanta ai due metri di altezza.
“Erano pacifici – rivela il testimone - non mi facevano male. Hanno fatto dei test e hanno detto che sarebbero tornati in futuro.“
Durante il tour, Jocelino accompagnato da due dei
suoi rapitori, arrivarono in una camera che pareva una stanza d'ospedale,
piena com’era di attrezzature che sembravano d’uso medico. Almeno così la
descrisse Jocelino che è un umile elettricista e che negli ospedali della sua
città aveva lavorato all'installazione di dispositivi. Il rapito finì disteso
sul letto e gli extraterrestri iniziarono ad esaminarlo. Prelevarono campioni
di pelle, capelli e sangue. Poi sul pene fu posto un dispositivo che aveva
attaccato una bustina che sembrava fatta di cellophane: lo scopo, fin troppo
evidente, era quello di prelevare un campione di liquido seminale. Dopo pochi
minuti, entrò una donna e iniziò a toccalo. Quel contatto, naturalmente, lo
eccitava e lei aprì la sua tuta (che sembrava fatta di un pezzo unico) sui
fianchi, affinché facessero sesso.
Ma, a quanto pare. L’amplesso sortì i risultati sperati. Evidentemente, gli alieni hanno il pieno controllo delle emozioni dei rapiti e riescono a ottenere ciò che vogliono.
Dopo gli esperimenti, Jocelino afferma essere sceso dalla nave e di aver raggiunto suo fratello che era ancora privo di conoscenza. Poi, sono tornati a casa.
Quando la storia si diffuse, Jocelino ebbe vita difficile. Alcuni gli credevano altri no, ricorda.
“Ho trascorso due anni a vivere nelle città vicine – disse - non sopportavo la pressione mediatica e dovetti lasciare Maringà. La gente mi conosceva, alcuni mi credevano, altri mi accusavano, dandomi del bugiardo: c’era tensione, per questo me ne andai.“
Jocelino, infine, tornò a Maringà, dove si sposò, ebbe due figli e oggi risiede nel Conjunto Requião. Conclude dicendo che l’esperienza lo ha reso una persona migliore.
"Non fu piacevole – rivelò, in seguito, il testimone - non ho capito come lo stavo facendo!"
Ma, a quanto pare. L’amplesso sortì i risultati sperati. Evidentemente, gli alieni hanno il pieno controllo delle emozioni dei rapiti e riescono a ottenere ciò che vogliono.
Dopo gli esperimenti, Jocelino afferma essere sceso dalla nave e di aver raggiunto suo fratello che era ancora privo di conoscenza. Poi, sono tornati a casa.
Quando la storia si diffuse, Jocelino ebbe vita difficile. Alcuni gli credevano altri no, ricorda.
“Ho trascorso due anni a vivere nelle città vicine – disse - non sopportavo la pressione mediatica e dovetti lasciare Maringà. La gente mi conosceva, alcuni mi credevano, altri mi accusavano, dandomi del bugiardo: c’era tensione, per questo me ne andai.“
Jocelino, infine, tornò a Maringà, dove si sposò, ebbe due figli e oggi risiede nel Conjunto Requião. Conclude dicendo che l’esperienza lo ha reso una persona migliore.
“Mi ha aiutato molto, ero un po‘ ribelle, ignorante e pieno di problemi. Dopo quell’episodio ho ritrovato la pace. Oggi vivo la mia vita con molta calma.”
“Quella vicenda mi ha aiutato molto, ero un po‘ ribelle, ignorante e pieno di problemi. Dopo quell’episodio ho ritrovato la pace. Oggi vivo la mia vita con molta calma.”
RispondiEliminaQueste cose esistono
RispondiEliminaOvviamente esistono alieni buoni, disciplinati, più avanti di noi, spiritualmente più cresciuti.
RispondiEliminaLe persone sono tutte buone? No: ce ne sono di buone e di cattive. Allo stesso modo, anche gli alieni non sono tutti buoni: ce ne sono di buoni e di cattivi, ma la maggior parte non sono interessati alle vicende umane.
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