Cerca nel blog

martedì 28 aprile 2020

LA GRANDE CICALATA

 






Tutto è iniziato quando le immagini hanno cominciato a vivere di vita propria. Prima con il cinema, poi è arrivata la televisione, infine internet con i cellulari e tutti gli altri schermi. Tutto ciò ha contributo a formare la "massa".
Un tempo, i libri si rivolgevano a un certo numero di persone che vivevano più o meno distanti. Questo permetteva agli individui di differenziarsi: il mondo era ancora abbastanza vasto. Ma, in seguito, il mondo è diventato sempre più piccolo: una sorta di villaggio globale. La popolazione si è prima raddoppiata, poi triplicata ed è ancora in continua crescita.
TV, radio, giornali e libri si sono tutti livellati verso il basso, su un piano minimo comune: una norma "dietetica" universale.
Immaginiamo, per un attimo, gli uomini dei primi anni del '900 con i loro carri e carrozze dal moto generalmente lento. Poi, arriva il XX secolo: il moto accelera notevolmente. Anche i libri si fanno più brevi e riassuntivi. I giornali diventato tutti titoli e immagini, con le notizie contenute, praticamente, nei titoli. Tutto viene ridotto a un pastone, a una trovata sensazionale, a un finale esplosivo.
Le opere dei classici vengono ridotte in copioni, così da essere condensate in un film o in un programma televisivo, poi magari, ancora riassunte così che un critico possa infilarle in un unica colonna a stampa, con un tempo di lettura non superiore ai due minuti, per poi ridursi, alla fine, a un riassuntino di poche decine di righe da leggere su Wikipedia. Tutto per tener fede al motto: "Ora, finalmente, potrete leggere tutti i classici!"
Questo è ciò che si legge oggi: sunti dei sunti.





Fatti e problemi sociali? Basta una colonna, giusto due frasi e soprattutto: una foto, un titolo!
E così, tutto svanisce: la mente rotea in ogni senso così rapidamente, sotto la spinta di editori, imbonitori e speculatori, che la forza centrifuga scaglia e disperde tutto il pensiero ormai diventato inutile, buono solo a farti perdere tempo.

Perché perdere tempo dietro pensieri e opinioni proprie?
La disciplina si è allentata. La filosofia, la storia, persino le buone maniere, sono state abbandonate; lingua e ortografia sempre più neglette, sempre più abbreviate fino ad essere quasi del tutto ignorate. La vita è una cosa immediata, diretta: quello che conta è un posto in ufficio o in fabbrica.
lo svago si annida ovunque, dopo la giornata lavorativa. La vita, vissuta in questo modo, diventa una grande cicalata senza alcun costrutto, tutto diviene un'intersezione, sonora e vuota. I palcoscenici sono vuoti di tutto, ma non dei pagliacci; in ogni casa, gli schermi proiettano immagini e storie incantevoli, ma senza alcun senso.
Poi c'è lo sport: più sport per tutti! Spirito di squadra, divertimento, svago, distrazioni e così tu non pensi. Guardi le vignette umoristiche, i titoli e le immagini: assimili sempre di meno e non pensi.
Tutti sono sempre più impazienti, più agitati e irrequieti. Strade e autostrade sono intasate di auto che vanno un po' dappertutto. Vanno ovunque, senza neanche una ragione: ed è come se non si andasse in nessun posto.
Le città sono piene di alberghi. La gente, dedita a una sorta di nomadismo notturno, va di locale in locale fino all'alba. Passa le ore in un letto dove, poco prima, c'è già stato un altro e un altro ancora.





In questo mondo, gli scrittori rappresentano le menti malvagie e forse alcuni, come me, farebbero meglio a smettere di scrivere.
Tutto questo è avvenuto: le riviste periodiche sono diventati dei ricettari da cucina. Nessuno si meravigli che i libri, quelli veri, si vendono sempre meno. Il pubblico crede di sapere ciò che vuole: periodici e fumetti, oltre alle riviste erotiche, naturalmente.
Non è stata colpa del Governo: è stata la tecnologia e la pressione mediatica. Oggi, grazie a loro, tu puoi vivere sereno, ventiquattro ore al giorno. Puoi vedere tutti i video che desideri su YouTube, guardare la Tv e sorbirti fiumi di pubblicità.

1 commento:

  1. La vita, vissuta in questo modo, diventa una grande cicalata senza alcun costrutto, tutto diviene un'intersezione, sonora e vuota.

    RispondiElimina