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giovedì 16 aprile 2020

IL PRODIGIO DI S. GENNARO


Uno dei più famosi misteri italiani è quello della liquefazione del sangue di San Gennaro, che ancora oggi interessa perfino la stampa internazionale e che ogni volta viene comunicata sia sui giornali che in TV.
Oggi si crede che Ianuario sia nato intorno all’anno 272 d.C. la data non è certa. Anche il luogo di nascita è motivo di discussione, ma essendo stato vescovo di Benevento è opinione comune che il martire sia nato nella città sannita.
San Gennaro è un martire venerato dalla Chiesa cattolica (e ortodossa) tuttavia, la stessa Chiesa continua ad essere prudente nei suoi confronti (non parla di miracolo ma di prodigio). Il Santo venne ucciso a Pozzuoli il 19 settembre del 305. Alla sua morte il suo corpo venne sepolto nell’Agro Marciano, ma a una donna di nome Eugenia venne concesso di raccogliere un po’ del suo sangue (pratica comune per le persone importanti del tempo) che conservò in due ampolle di vetro.
Un secolo più tardi Giovanni I, il vescovo di Napoli, fece spostare le spoglie di Ianuario nelle catacombe di Capodimonte, che da allora divennero il centro di un intenso culto. Secondo la tradizione il sangue di San Gennaro si sarebbe sciolto per la prima volta proprio nel trasferimento delle sue reliquie. Nell’831 il principe di Benevento, Sicone I, assediò la città di Napoli e volle riportare i resti nella sua città, dove restarono fino al 1154. A Napoli rimasero solo il capo e le ampolle con il suo sangue, ma bastarono a tener vivo il culto di San Gennaro nei secoli.
Storicamente, la prima notizia documentata dell’ampolla contenente la presunta reliquia del sangue di San Gennaro risale soltanto al 1389.
Quando nel 1526 la peste giunse a Napoli i napoletani fecero voto a San Gennaro di edificargli una nuova cappella all’interno del Duomo e così nacque la Cappella del Tesoro di San Gennaro che ancora oggi custodisce le sue reliquie.
Su di essa si può leggere l’iscrizione:
 
“Divo Ianuario e fame bello peste ac Vesaevi igne miri ope sanguinis erepta Neapolis civi patr. vindici ” 

(A San Gennaro, al cittadino salvatore della patria, Napoli salvata dalla fame, dalla guerra, dalla peste e dal fuoco del Vesuvio, per virtù del suo sangue miracoloso, consacra).
 
 

Oggi le due ampolle sono fissate all’interno di una piccola teca rotonda; una delle due è riempita per 3/4, mentre l’altra è semivuota poiché parte del suo contenuto fu sottratto da re Carlo di Borbone che, divenuto Re di Spagna, lo portò con come portafortuna.
Il sangue di San Gennaro viene esposto alla venerazione dei fedeli tre volte l’anno: il sabato precedente la prima domenica di maggio, il 19 settembre, giorno della festa di San Gennaro e il 16 dicembre, anniversario dell’eruzione del Vesuvio del 1631. San Gennaro riuscì a fermare la lava arrivata fin quasi alle porte della città. In queste tre date solitamente si ripete il fenomeno della liquefazione del sangue del santo, considerata dai fedele un miracolo.
Nel corso del secolo scorso vi sono stati alcuni casi nei quali il prodigioso fenomeno non è avvenuto e in concomitanza ci sono stati eventi nefasti:
  • Nel settembre 1939 e 1940, in corrispondenza con l’inizio del secondo conflitto mondiale e dell’entrata in guerra del Paese, il sangue non subì alcuna modifica, rimanendo intatto nelle ampolle.
  • Lo stesso avvenne nel 1943, data dell’occupazione nazista.
  • Nemmeno nel 1973 il sangue divento liquido e fu il periodo in cui si diffuse a Napoli l’epidemia di colera.
  • Successe poi nel settembre 1980, solo due mesi prima il catastrofico terremoto avvenuto in Irpinia.
Sembra quindi che San Gennaro abbia un modo tutto suo di comunicare presagi nefasti per la cittadinanza della sua città.
Da molto tempo il fenomeno della liquefazione del sangue incuriosisce gli scienziati, ma per non rovinare la reliquia non si possono effettuare esami diretti. Dall’analisi spettroscopica sulle ampolle effettuata dai professori Sperindeo e Januario il 25 settembre 1902 risulta che il liquido all’interno è ossiemoglobina, cioè è veramente sangue.
Tuttavia, in un articolo apparso su Nature, alcuni scienziati del Cicap (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze), diretti da Luigi Garlaschelli, hanno mostrato di avere ottenuto una sostanza dal colore del sangue utilizzando molisite (minerale presente sul Vesuvio), sale da cucina e carbonato di calcio. Secondo loro, l’origine del 'miracolo' di San Gennaro risiederebbe nelle proprietà 'tissotropiche' di questa sostanza, cioè la sua capacità di passare dallo stato solido a quello liquido, se agitata e di tornare allo stato precedente se lasciata indisturbata. Nonostante questo parziale successo, la sostanza ricreata dal CICAP ha perso le caratteristiche tissotropiche dopo soli 2 anni e anche i successivi tentativi, portati avanti con sostanze più elaborate, mantenevano quelle qualità al massimo 10 anni.

1 commento:

  1. San Gennaro è un martire venerato dalla Chiesa cattolica (e ortodossa) tuttavia, la stessa Chiesa continua ad essere prudente nei suoi confronti (non parla di miracolo ma di prodigio).

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