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mercoledì 23 maggio 2012

EROI SCONOSCIUTI


I fratelli Judica Cordiglia avevano una potente stazione ricevente, e sfruttando le loro conoscenze, riuscirono a captare molti messaggi inviati da cosmonauti sovietici. Ciò fu possibile in quanto quei satelliti utilizzavano particolari frequenze rintracciabili quando, in orbita, sorvolavano il territorio sovietico. I due fratelli, trovandosi nel nord Italia, erano in una posizione ideale per tali intercettazioni. Furono captati anche segnali di veicoli spaziali americani.
Dal 1957 i fratelli Judica Cordiglia cominciarono a captare i segnali, le conversazioni e persino le immagini dei principali voli spaziali dell'epoca, dal primo satellite in orbita, lo Sputnik, al primo uomo nello spazio, Yuri Gagarin.
Nel maggio 1961 circolavano voci di un imminente lancio di un veicolo spaziale sovietico con persone a bordo. Di conseguenza, i fratelli Judica Cordiglia iniziarono a monitorare le frequenze sovietiche e riuscirono ben presto a registrare e documentare le comunicazioni tra la base di lancio e tre cosmonauti nello spazio: due uomini e una donna (la prima nello spazio). I discorsi, col passare del tempo, si fecero sempre più concitati, evidenziando serie difficoltà tecniche. Di particolare effetto una fu frase pronunciata dalla donna: “Già! Tanto questo il mondo non lo saprà”. Ben presto la situazione precipitò diventando drammatica: i dialoghi evidenziarono, oltre alle difficoltà tecniche, la mancanza di ossigeno e il malessere dei cosmonauti. La situazione si trascinò per sette giorni. Alla fine, le voci maschili scomparvero e al transito successivo, si sentì solo la voce femminile che si lamentava per la scarsità di ossigeno e per l’intenso calore. Chiedeva continuamente se sarebbe rientrata, se sarebbe precipitata. Infine, la donna prese a urlare dicendo che vedeva una fiamma. Il segnale si interruppe subito dopo.
L'analisi accurata di tali intercettazioni evidenziò che la missione spaziale sovietica, il cui scopo era di compiere il maggior numero di rivoluzioni intorno al globo, battendo ogni primato e portando, per la prima volta, una donna nello spazio; si era conclusa tragicamente, causando la morte dell’equipaggio. Inoltre, evidenziò i problemi che impedirono il rientro sulla Terra e la completa distruzione del veicolo spaziale, che si disintegrò nell'atmosfera.
L'Unione Sovietica era apertamente ostile ai fratelli Judica Cordiglia tanto che nel 1965 diramò un comunicato in cui li etichettava come imbroglioni. Tuttavia, i due fratelli replicarono alle accuse, dimostrando che le informazioni diffuse erano documentate scientificamente ed ottenute con metodi irreprensibili. Tra l'altro, le ricezioni, avvenute in presenza di testimoni, dimostrarono senza ombra di dubbio l’esistenza degli astronauti scomparsi anche se l'U.R.S.S. continuava a negarlo.
Successivamente, l’atteggiamento dell'Unione Sovietica cambiò e l’occidente venne a conoscenza di altri incidenti, come quelli capitati alla Soyuz 1 nel 1967 e alla Soyuz 11 nel 1971. Cominciò a circolare anche la notizia di cosmonauti sovietici espulsi dal corpo degli astronauti per ammutinamento. Probabilmente i Russi cominciavano a rendersi conto che, nonostante la Cortina di ferro, non era possibile mantenere il segreto sull’intera vicenda.

1 commento:

  1. Alla fine, le voci maschili scomparvero e al transito successivo, si sentì solo la voce femminile che si lamentava per la scarsità di ossigeno e per l’intenso calore. Chiedeva continuamente se sarebbe rientrata, se sarebbe precipitata. Infine, la donna prese a urlare dicendo che vedeva una fiamma. Il segnale si interruppe subito dopo.

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