In questo episodio de “I FABBRICANTI DI UNIVERSI”, Adam, che ha le sembianze di Filruo, affronta qualcosa di raccapricciante. Serel, che ha mangiato la foglia, cerca di ottenere la prova definitiva che quello non è suo marito. Gli somiglia come una goccia d’acqua, ha i suoi ricordi, ma non si comporta come dovrebbe. Dal canto suo, Adam ha delle remore: sa, dalle memorie di Filruo, com’è fatta una femmina aliena ma, l’idea di andarci a letto lo sconcerta. Ha sognato che Serel ha una lingua verde e appiccicosa e per tranquillizzarsi, da una sbirciatina sotto le coperte: ciò che vede lo rassicura. Tuttavia, la donna che è sulla difensiva, ha delle movenze inusuali: procede a scatti brevi e veloci, come fanno gli scorpioni. Come se non bastasse, la sua cavità oculare appare dotata di una seconda palpebra, traslucida. Adam, preso da un istintivo senso di ribrezzo, la sente allontanarsi, con una certa soddisfazione.
Cercai di trattenere una risata ma, non fu possibile. Con una certa meraviglia mi resi conto di non essere lucido e non ero il solo. Quel piccolo bicchiere conteneva una soluzione concentrata di alcol e stupefacenti.
Serel scosse la testa. Si avvicinò e con la forza propria della sua specie, mi sollevò di peso portandomi fin sul letto, posto nell’altra stanza.
Mi trovavo nella camera di un’aliena, in compagnia di un’aliena, chissà se gli Urani... fui preso da una strana inquietudine. Ebbi la tentazione di andarmene ma, ormai le forze cominciavano a mancarmi. L’ultima cosa che vidi era Serel che cominciava a spogliarsi.
Non ricordo di aver fatto sogni tranquilli. Sveglio, vidi che Serel, coricata accanto a me, mi osservava con interesse. Fui attratto dalle sue forme, perfette. Nonostante fosse un’aliena, non era poi molto diversa da una qualsiasi donna umana.
- E va bene, quanto tempo ho dormito?
- Hai perso la nozione del tempo?- Rispose.
Ripensandoci, avevo notato che gli Urani non portano orologi, questo non vuol dire che all’occorrenza non misurano il tempo ma, normalmente, si servono di una sorta di orologio biologico. In altre parole sono dotati di un istintivo senso del tempo.
- Come stai?
- Bene. – Risposi, ma sentivo l’insidia di quella domanda.
- Non sapevo che una “Nana Bianca” potesse farti quell’effetto!
Il tono allusivo e il particolare atteggiamento di Serel sembravano non lasciare alcun dubbio sul particolare effetto della bevanda ma, ancora una volta, avvertivo l’insidia. Serel mi stava mettendo alla prova! Non risposi. Continuai a fissarla con l’aria di chi la sa lunga.
- Volevo dire - Aggiunse senza mezzi termini - che sei stato particolarmente virile.
Mi stava sfidando. I suoi gesti invitanti, le sue parole erano una provocazione che ero costretto ad accettare. Mentiva. Era chiaro che mentiva: ero più che sicuro di aver solo dormito; oppure no?
L’ultimo ricordo era inquietante: Serel che... si spogliava.
- Chiudi gli occhi! Dai chiudi gli occhi - mi disse - voglio farti una sorpresa.
Mentre pronunciava quelle parole vidi qualcosa nei suoi occhi, era una specie di membrana traslucida, una seconda palpebra che, per un breve istante, li aveva coperti scorrendo in senso orizzontale. Serel, involontariamente, aveva avuto un istintivo battito di quella insolita quanto sconcertante palpebra. Mi sentivo in trappola, come un insetto nella tela del ragno. Dovevo assolutamente uscire da quella situazione. Comunque chiusi gli occhi, scacciando pensieri di Serel che mi baciava con una lunga lingua verdastra. Con sollievo, la sentii sgusciar via silenziosamente, alla stregua di un grosso insetto velenoso.
Nessun commento:
Posta un commento