Un antico
ossario risalente al 63 d.C. è stato scoperto dall'archeologo Andre Lemaire a
Gerusalemme. Lo scrigno porta una chiara scritta in aramaico:
“Ya‘akov bar Yohosef akhui Yeshua”
che, tradotta,
significa: “Giacomo, figlio di Giuseppe, fratello di Gesù".
Gli ambienti
intellettuali sono in fermento, tutto il mondo ne parla, tranne che in Italia.
Hershel Shanks, editore della Rivista Biblical Archeology, scrive che: ”l'Ossario di Giacomo può essere la più
importante scoperta nella storia dell'Archeologia del Nuovo Testamento”.
Questo ha delle forti implicazioni per la comprensione e la condivisione della
Bibbia nel mondo. L’ossario, infatti, realizzato interamente in pietra
calcarea, potrebbe ora fornire la prima prova scientifica dell'esistenza di Gesù
di Nazareth. Secondo quanto dichiarato da Lemaire, insegnante presso la Sorbona
di Parigi, “è molto probabile che
l'ossario appartenesse al fratello di Gesù, Giacomo, che nella tradizione
cristiana fu il capo della prima chiesa di Gerusalemme”.
L'annuncio è
stato dato a Washington il 21 Ottobre 2002, anche se in Italia “stranamente”,
non se ne parla quasi. L'urna funebre è stata rinvenuta in Israele, a
Gerusalemme, e se da una parte offre una traccia materiale dell'esistenza di
Gesù di Nazareth, dall'altra fornisce la prova che Maria ebbe altri figli.
Questo ossario è stato datato dagli archeologi al 63 dopo Cristo. Ora, dai
riferimenti storici, sappiamo che Giacomo, detto “il Giusto”, morì lapidato nel
62 d.C., su istigazione del sommo sacerdote Anano II. Egli era denominato
"il Minore" per distinguerlo da Giacomo "il Maggiore",
martirizzato nel 44 d.C. Per ordine di Erode Agrippa. A sostegno della
veridicità della scoperta, vi è il fatto che quel tipo di sepoltura veniva
praticata dagli ebrei soltanto nell'arco temporale che va dal 20 al 70 d.C.
L'autenticità del reperto è stata verificata dai più qualificati esperti del
settore tramite test effettuati sia sulla pietra calcarea dell'ossario che sui
residui di terra e altri elementi in esso rinvenuti. Oltre al Dr. Andrè Lemaire
— famoso epigrafista a livello internazionale e specialista in iscrizioni
antiche — hanno valutato l'originalità del reperto anche esperti della Geologic
Survey of Israel e studiosi della John Hopkins University. Anche il Rev. Joseph
Fitzmyer, biblista, docente alla Catholic University, dopo aver studiato
l'ossario, ha dichiarato che l'iscrizione sull'ossario “corrisponde perfettamente allo stile degli altri esempi del primo
secolo” e che “la combinazione dei
tre famosi nomi impressi, oltre a essere evidente, è straordinaria”. Molti
Vangeli Apocrifi dunque esponevano quella verità che la cristianità
istituzionale ha sempre respinto: Gesù aveva sorelle e fratelli, nati dalla
normale relazione fra Maria e Giuseppe. Una verità naturale ed evidente —
sostenuta nei secoli da migliaia di studiosi, da milioni di credenti sinceri e
da semplici amanti della verità — che tuttavia le chiese istituzionalizzate
rigettano tenacemente adducendo argomenti grotteschi, a volte offensivi
dell'intelligenza. Quando si tratta di mettere in gioco la sopravvivenza di
corporazioni di un certo livello, tutto diventa lecito, dalla negazione
dell'evidenza, alla contraffazione, all'occultamento, alla menzogna, il tutto,
chiaramente, a discapito della verità. Lo strettissimo legame di parentela con
Gesù Cristo — legame che va ben oltre la fratellanza spirituale — e
l’importanza di Giacomo, (Iácobos, detto “…
il Giusto, figlio di Maria e Giuseppe, fratello del Signore il quale si
spegnerà nella morte, ma verrà trovato vivo...”), nell'ambito della chiesa
primitiva sono da decenni oggetto di prolungate controversie
politico-religiose, e trovano conferma in numerosi documenti. Di seguito si
elencano i principali:
Giuseppe
Flavio, 'Antichità Giudaiche' XX, 9, 1 "... Convocò una sessione del
sinedrio e vi fece comparire quel fratello di Gesù, detto Cristo, che si
chiamava Giacomo..."
Paolo Epistola
ai Galati I 19 (lettera alle Chiese della Galazia, controversia sul giudaismo)
"... E non vidi nessun altro degli apostoli; ma solo Giacomo, il fratello
del Signore..."
Eusebio Da
Cesarea, ‘Historia Ecclesiastica’ III, 20, 1 “... Della famiglia di Gesù
rimanevano ancora i nipoti di Giuda, detti fratelli suoi secondo la carne, i
quali furono denunziati come appartenenti alla stirpe di David...”
Eusebio Da
Cesarea, ‘historia ecclesiastica’ II, 23, 4 “... Giacomo, fratello del Signore,
succedette all'amministrazione della Chiesa...”
Gesù aveva sorelle e fratelli, nati dalla normale relazione fra Maria e Giuseppe. Una verità naturale ed evidente — sostenuta nei secoli da migliaia di studiosi, da milioni di credenti sinceri e da semplici amanti della verità — che tuttavia le chiese istituzionalizzate rigettano tenacemente adducendo argomenti grotteschi, a volte offensivi dell'intelligenza.
RispondiEliminacontevincenzo@hotmail.it
RispondiEliminaSpero di non offendere gli illustri studiosi citati nel testo se dico che i fratelli e sorelle di Gesù (Giacomo, Giuseppe, Giuda e Simone, Lisia e Lidia) che avevano da 42 a 27 anni alla nascita di Gesù, mentre Giuseppe ne aveva 72, non erano nati dalla relazione di Giuseppe con Maria, ma erano già esistenti prima che Maria e il figlio appena nato fossero imposti a Giuseppe, vedovo da molti anni. Maria essendo orfana era stata affidata al Sinedrio, e come tutte le ragazze orfane, come di consuetudine, doveva essere ingravidata da un monaco, con la promessa di affidare il figlio, se maschio, al Sinedrio, al raggiungimento del sesto anno di età, per destinarlo al sacerdozio. Per ingravidare Maria fu scelto il monaco Grabiele, che aveva (come altri monaci giovani) il titolo di Angelo. L'annunciazione da parte di Gabriele infatti aveva lo scopo di avvertire Maria che ad ingravidarla era stato scelto lui. Maria conosceva questa prassi perché Lei stessa era nata per intervento di un Angelo, essendo il padre Gioacchino infertile. Giuseppe non aveva gradito l'imposizione del Sinedrio ed educava Gesù ad avere opinioini critiche contro il Sinedrio. Criticità che Gesù esprimeva quando a 6 anni veniva condotto a Gerusalemme per essere selezionato, insieme ad altri coetanei, per il sacerdozio. E per tali criticità scartato. Per la delusione Gesù scappava rendendosi conto che doveva quella dolente esclusione al padre adottivo e di esser stato tradito dai suoi insegnamenti. Alla morte di Giuseppe, 7 anni dopo, Maria diventata maggiorenne tornava in possesso delle proprietà dei Genitori e riprese con se Gesù, per prerparalo al matrimonio. Gesù, per evitare il matrimonio, chiese al fratellastro Giacomo di farlo entrare nella setta degli Esseni, dove esercitava la professione di Maestro di Giustizia, e per questo chiamato il Giusto. Gesù rimase nella setta degli Esseni per oltre un decennio, dove raggiungeva vari gradi di iniziazione. Dagli Esseni apprendeva la convinzione dell'imminente fine del mondo e sceglieva per missione di diffondere tale credenza e la necessità di preparare i popoli ad essere buoni e dividere le ricchezze coi poveri per meritare la clemenza divina. Si recava pertanto nei monasteri dell'India e del Tibet, dove la sua dottrina non fu accettata, e trattato in malo modo. Fino a quando non decideva di tornare a casa e sposarsi. E per prepararsi al matrimonio, partecipava allo Hieros Gamos, festa di iniziazione al sesso dove partecipavano maschi e femmine in forma anonima, alla prima esperienza sessuale. Così incontrava la Maddalena, una pronipote della Regina di Saba, che a 23 anni non aveva ancora avuto esperienza sessuale. I due si sposeranno poi a Cana, dove Gesù inizia la sua missione in patria. Alla sua crocifissione Gesù aveva un figlio maschio, Giacomo, e in attesa di un secondo figlio, che la Maddalena partorisce in Egitto, una fermmina che chiama Sara, la principessa, dove aveva studiato per molti anni. Gesù, che non era morto sulla croce, dopo aver affidato la missione ai suoi apostoli va a vivere nel Cashemire, dove morirà in tarda età, dov'è sepolto, e avrà un figlio da una donna che le faceva da badante. I suoi eredi sono ancora in vita. Maria invece fu accomopagnata con la figlia Sara in Francia da Giuseppe d'Arimatea, suo padre naturale, dove darà inizio alla dinastia dei Merovingi, mentre Giuseppe si reca in Scozia portando con se il nipote Giacomo, primo figlio di Gesù, dal quale deriva la dinastia dei Re di Scozia.
Nei vangeli Tommaso viene chiamato Didimo, cioè gemello, presumibilmente di Gesù,o meglio Giosuè, cosa non strana,visto che ogni qualvolta interveniva un Gavriel nella famiglia di Abramo nascevano dei gemelli,tipico della fecondazione assistita, è rimasto anche il detto secondo cui i gemelli sono un dono degli dei,non a caso
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