La costante ricerca dell’insolito, mi portò alla scoperta di alcuni
articoli, apparsi sui giornali dell’epoca, che recavano notizia di grandi
aeronavi, comparse nei cieli degli USA (ma anche altrove) verso la fine del
1800 (Cfr.LE MISTERIOSE NAVI VOLANTI DEL 1897). È plausibile che qualcuno, dopo aver letto i post sul mio blog, liquiderà
l’intera faccenda dicendo: erano solo dei dirigibili. A tal proposito vorrei
proporvi uno stralcio di un articolo dal nome “LA NAVIGAZIONE AEREA CON PALLONI DIRIGIBILI –
PARTE STORICA” pubblicato su “LA SCIENZA PER TUTTI” N° 24 del 15 dicembre 1915
(quindi meno di venti anni dopo l’epoca dei fatti) CASA EDITRICE SONZOGNO, che
rende chiaramente l’idea della forma e soprattutto delle “prestazioni” dei
primi dirigibili.
Il primo pallone dirigibile, o per lo meno a motore,
è dovuto al Giffard, l'inventore dell'iniettore che porta il suo nome...
Nel 1852 egli ebbe il coraggio d'applicare una macchina
a vapore con la condotta del fumo rovesciata, che metteva in moto un'elica. Il
pallone era all'allungamento 5, non aveva palloncino di compensazione, e quindi
non poteva conservarsi senza deformazione. Ma siccome non aveva che una
velocità limitatissima di 2 o 3 metri al secondo, il difetto passò inosservato.
Per aumentare la velocità, egli portò
l'allungamento a 7, e alla discesa, per la contrazione che segue ogni
ascensione, nel prendere terra, l’involucro sfuggÌ dalla sua rete.
TaIe insuccesso dovuto a un non completo studio del
problema produsse un lungo periodo di inattività.
In effetti si trattò di un vero
fallimento tanto che, per lungo tempo, nessuno volle più riprovarci.
Solo nel 1870 il Dupuy de Lame, ingegnere di costruzioni
navali, ottenne dal Governo della Difesa Nazionale i mezzi per costruire un
pallone, che disgraziatamente non potè essere adoperato per essere stato
terminato solo nel 1872 e provato a Vincennes.
Il pericolo del motore a fuoco, gli fece scegliere
la forza umana costituita da otto marinai che facevano girare un'elica di 9 metri
a 21 giri al minuto. La potenza sviluppata poteva essere al massimo da 2 a 3
HP, e la velocità constatata fu di soli m. 2,80 inferiore a quella del vento.
Il Dupuy de Lome però ebbe il merito di gettare le
basi di un dirigibile razionale. Egli dimostrò come la resistenza degli
accessori fosse tutt'altro che trascurabile e, per assicurare la stabilità longitudinale,
oltre al palloncino di compensazione egli collocò molto bassa la navicella per
avere una coppia di richiamo a gran braccio di leva e quindi sufficientemente potente.
Nessun
motore: era propulso a forza di braccia e un misero venticello di prua lo
avrebbe spinto all’indietro.
Vedemmo pure, nel 1884, il pallone France, degli
allora capitani Renard e Krebs, librarsi su Parigi nella direzione di una delle
vie del nuovo quartiere Morbeuf… Come si ebbe occasione di sapere dal
colonnello Renard stesso – nella visita fattagli a Chalais nel 1900 - Il volume
era di soli 1800 m.c. e l'allungamento di 6, con forma dissimetrica la parte
più grossa all'avanti e dotato di un motore elettrico con pila speciale capace
di durare due ore. Dopo avere visto l'assoluta insufficienza di volume dei due
ultimi tentativi, in una comunicazione letta alla Società degli Ingegneri
Civili di Francia (17 ottobre 1884), noi proponevamo la cubatura di 100.000 m.c.
come la sola capace di permettere allora un aerostato interamente metallico capace
di trasportare a bordo motori a esplosione e a combustibile liquido,
sufficienti a dargli la velocità di 8 a 10 metri al secondo, calcolando il peso
dei motori col peso fortemente elevato dei motori a scoppio esistenti,
funzionanti a gas, e dal numero di giri limitato… I progressi del motore furono
rapidi e dovuti soprattutto all'aumento del numero dei giri. La sostituzione
del combustibile liquido al gasoso fu compiuta dal Daimler tre anni dopo la
nostra proposta, la prima in data, poichè se nel 1873 l'ingegnere austriaco Haenlein
aveva proposto di azionare il motore a esplosione col gas del pallone, cosÌ
facendo non aveva fatto che trasportare sul pallone il motore a gas esistente,
e progredito da chè il motore Lenoir era comparso alla Esposizione di Parigi
nel 1867. Nella nostra comunicazione dell'84 avevamo previsto l'impiego del
liquido proveniente dalla rettificazione della benzina per estrazione nelle
parti più volatili e che, sotto il nome di gasolina, era già impiegato in
Francia per fornire l'illuminazione gasosa in campagna…
I tentativi
di dotare i dirigibili di un motore e soprattutto di un motore efficiente, non
sono stati ancora risolti. E siamo nel 1884!
Neanche la
forma è ancora quella tipica, si ha una vaga forma di pera e i risultati non sono
entusiasmanti.
Sospeso l'intervento diretto degli ateliers di
Chalais, l'iniziativa dei progressi cadde su tentativi non scientificamente seguiti
e con un lungo intervallo di 13 anni arriviamo al tentativo dell'ing. Schwarz, austriaco,
ma sussidiato dall'imperatore di Germania. Egli costruì nelle vicinanze di
Berlino un pallone, avente esattamente la forma di un obice a punta conica e col
fondo posteriore assolutamente piano. Il motore era a petrolio; il moto alle
eliche era dato da cinghie: queste caddero nel moto e il pallone, certamente
deformato per dilatazione del gas esercitantesi sul fondo piano, cadde e il
pilota, che non era lo Schwarz, si salvò per caso. L'apparecchio s'infranse
completamente nella caduta...
Esso era in lamiera di alluminio, e in una polemica
fra il magg. Gross e il colonn. Zeppelin, intervenne lo scrivente a difendere
quest'ultimo dall'accusa di plagio, nulla avendo plagiato lo Zeppelin.
Nel 1897 un altro ingegnere tedesco: Woelfert costrusse
un dirigibile colla navicella estremamente vicina al pallone; il motore
infiammò l'idrogeno e la navicella fu precipitata a terra con la morte degli
aeronauti.
Santos Dumont iniziò in questo stesso anno la costruzioni
di dirigibili… Egli cercò di rimpicciolire ogni cosa per raggiungere lo stesso
resultato. Si capisce a priori che per un dato tipo di costruzione esiste un
diametro minimo per il quale la forza ascensionale totale è eguale al peso
dell'insieme. A partire da questo diametro cresce una porzione disponibile per
la zavorra e gli approvvigionamenti. Fino dall'84 abbiamo creduto di dovere
aver disponibile il 50% per i motori e loro approvvigionamenti e zavorra, e per
le ragioni già esposte eravamo giunti a un volume veramente impressionante, del
quale non ci siamo nascosti le difficoltà di manovra e di atterrissaggio. Il Santos
Dumont ha risolto il problema partendo dal più piccolo volume possibile, e
siccome il motore rappresentava la parte più difficile, egli principiò col
sopprimerlo, illudendosi di potere dare il moto con dei pedali.
Dobbiamo convenire col colonn. Bouttieaux che il
Santos Dumont non fece compiere grandi progressi alla navigazione aerea, e i
suoi primi tentativi erano un assoluto regresso per rispetto al La France, del
Renard. In alcuni di questi tentativi il suo pallone per assenza della trave
armata si piegò a V, ripetendo, peggiorato e non giustificabile, il caso del
Giffard. Un'altra volta cadde nello stagno di Bagatelle presso Parigi, e una
terza volta sovra i tetti strettissimi di case in fianco al palazzo del Trocadero…
È scoraggiante:
siamo nel 1897 (esattamente all’epoca dei fatti) e i dirigibili sono gracili,
ingombranti, lenti e pesanti. Decisamente poco manovrabili. Riescono ad alzarsi
in volo, ma sono coinvolti in incidenti che dimostrano quanto siano
inaffidabili. Si continua a discutere sulla forma che, ancora, non è propriamente
“a sigaro”. Niente a che vedere con le scattanti macchine volanti avvistate
negli USA.
Per chi volesse
approfondire l’argomento, ecco il link:
La costante ricerca dell’insolito, mi portò alla scoperta di alcuni articoli, apparsi sui giornali dell’epoca, che recavano notizia di grandi aeronavi, comparse nei cieli degli USA (ma anche altrove) verso la fine del 1800 (Cfr.LE MISTERIOSE NAVI VOLANTI DEL 1897). È plausibile che qualcuno, dopo aver letto i post sul mio blog, liquiderà l’intera faccenda dicendo: erano solo dei dirigibili. A tal proposito vorrei proporvi uno stralcio di un articolo dal nome “LA NAVIGAZIONE AEREA CON PALLONI DIRIGIBILI – PARTE STORICA” pubblicato su “LA SCIENZA PER TUTTI” N° 24 del 15 dicembre 1915 (quindi meno di venti anni dopo l’epoca dei fatti) CASA EDITRICE SONZOGNO, che rende chiaramente l’idea della forma e soprattutto delle “prestazioni” dei primi dirigibili.
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