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sabato 16 gennaio 2016

ALVAREZ: IL MISTERO DELLA GRANDE PIRAMIDE


Quando il prototipo della prima bomba atomica si trovava, ormai, in un avanzato stato di lavorazione, gli scienziati si accorsero che mancava il dispositivo d’accensione, che nel caso di un esplosivo nucleare doveva essere preciso fino al millesimo di secondo.
In teoria si trattava d’avvicinare due semisfere d’uranio tra loro in modo che la sostanza radioattiva, raggiungendo la cosiddetta “massa critica”, iniziasse la reazione a catena. In pratica bisognava determinare l’esatta quantità d’uranio, la velocità con cui i due emisferi dovevano incontrarsi, il percorso dei neutroni e calcolare tanti altri dati che potevano essere ottenuti solo sperimentalmente.
L’uomo che riuscì a preparare il trigger (dispositivo di comando) della bomba fu un giovane scienziato che rispondeva al nome di Luis Alvarez.
 
Luis Alvarez aveva un rarissimo dono. Così come il re Mida poteva trasformare in oro tutto quello che toccava, o i santi di far guarire i loro devoti dalle malattie, Alvarez aveva il dono straordinario di fare sensazionali scoperte scientifiche in qualunque campo o sfera delle applicazioni umane lui decidesse d’impegnarsi. Le sue scoperte, in alcuni casi, erano talmente sconvolgenti che lui stesso, per primo, aveva difficoltà a capirle e/o ad accettarle.
È stato lui a inventare, nel ‘43, il dispositivo per l’atterraggio cieco (il telecontrollo degli atterraggi) quando lavorava nel laboratorio segreto del MIT.
Quando gli venne in mente d’occuparsi di politica, fu proprio lui che riuscì a convincere il Giappone ad arrendersi dopo la distruzione di Hiroshima e Nagasaki. Dopo che erano già state sganciate sul Giappone le uniche due bombe atomiche di cui l’America allora disponeva, suggerì al suo collega giapponese Sagane, di cui era amico, che il Giappone doveva arrendersi se voleva evitare la distruzione totale per opera d’altre bombe nucleari. Sagane fece leggere la lettera, com’era suo dovere, agli alti comandi militari giapponesi e questi gli credettero.
 
Tornando agli ambiti scientifici, è stato sempre lui ad apportare notevoli sviluppi tecnici al sistema di rivelazione dei percorsi delle particelle subatomiche in una camera a bolle e all’analisi meccanica delle tracce registrate, contributo per il quale ottenne il premio Nobel per la fisica nel 1968.
Nel 1969, introdusse rivelatori di particelle nella “camera del re” della grande piramide di Cheope con la convinzione che, se vi fossero state da qualche parte delle camere segrete, il conteggio delle particelle dei raggi cosmici avrebbe potuto rivelarne posizione e consistenza. Fece così una scoperta sensazionale: nella “camera del re” non entravano raggi cosmici. Incredibile! Era come se lo spazio nella camera fosse schermato alla penetrazione di queste particelle che, provenienti dallo spazio, non hanno alcuna difficoltà ad attraversare tutto il globo terrestre e continuare imperturbabili per la loro strada. Poiché una schermatura simile è possibile solo con macchine generatrici di potenti campi elettromagnetici, neanche un genio come Alvarez seppe spiegare il mistero e da allora in poi, non ci riuscì nessun altro. Da parte sua, si rifiutò sempre di parlare in pubblico di questa sua inattesa scoperta e cominciò a “sparare a vista” su chiunque gli si fosse avvicinato col dichiarato intento di fargli domande in merito.
 

1 commento:

  1. L’uomo che riuscì a preparare il trigger (dispositivo di comando) della prima bomba atomica fu un giovane scienziato che rispondeva al nome di Luis Alvarez.

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