Adam, nel corso del suo lungo viaggio, s’imbatte nelle vestigia di un’antica civiltà. Scopre che questi esseri millenari non si limitavano ad erigere delle costruzioni ma fabbricavano, addirittura, dei pianeti e li ponevano in orbita attorno a una stella!
La leggenda, infatti, narra che in alcuni sistemi planetari i vari pianeti orbitano a distanze prestabilite, scandite da una precisa formula matematica. Invertendo la formula è possibile stabilire l’unità di misura astronomica che determina il pianeta su cui è stata instillata la vita. Il pianeta che orbita dalla sua stella alla distanza “uno” è quello abitato. Non solo, ma si scopre che i pianeti riflettono, rispettivamente, l’esatta sequenza delle frequenze dell’iride. In poche parole: sono “dipinti” nei colori dell’arcobaleno.
Un’ipotesi molto suggestiva ma, sorpresa! E' tutto vero: non si tratta di una leggenda.
Se rispolverate i vostri studi di astronomia, vi accorgerete di aver già studiato la legge di Bode.
La cosiddetta “Legge di Bode” non è molto nota perché crea un evidente imbarazzo tra gli scienziati, che la evitano come la peste. Ma anche chi non se ne intende di astronomia o di matematica è in grado di capire che qualcosa non quadra, poiché non c’è niente che spieghi quei numeri. Bode ci arrivò per via empirica, misurando le orbite dei pianeti del nostro sistema solare e cercando una relazione che le collegasse. Scoprì così che la relazione c’era ma, da allora in poi, nessuno è più stato capace di aggiungere altro, nessuno è stato più in grado di spiegare il significato di quei numeri.
Perché proprio quei numeri e non altri?
La risposta ce la da il nostro protagonista:
La leggenda, infatti, narra che in alcuni sistemi planetari i vari pianeti orbitano a distanze prestabilite, scandite da una precisa formula matematica. Invertendo la formula è possibile stabilire l’unità di misura astronomica che determina il pianeta su cui è stata instillata la vita. Il pianeta che orbita dalla sua stella alla distanza “uno” è quello abitato. Non solo, ma si scopre che i pianeti riflettono, rispettivamente, l’esatta sequenza delle frequenze dell’iride. In poche parole: sono “dipinti” nei colori dell’arcobaleno.
Un’ipotesi molto suggestiva ma, sorpresa! E' tutto vero: non si tratta di una leggenda.
Se rispolverate i vostri studi di astronomia, vi accorgerete di aver già studiato la legge di Bode.
La cosiddetta “Legge di Bode” non è molto nota perché crea un evidente imbarazzo tra gli scienziati, che la evitano come la peste. Ma anche chi non se ne intende di astronomia o di matematica è in grado di capire che qualcosa non quadra, poiché non c’è niente che spieghi quei numeri. Bode ci arrivò per via empirica, misurando le orbite dei pianeti del nostro sistema solare e cercando una relazione che le collegasse. Scoprì così che la relazione c’era ma, da allora in poi, nessuno è più stato capace di aggiungere altro, nessuno è stato più in grado di spiegare il significato di quei numeri.
Perché proprio quei numeri e non altri?
La risposta ce la da il nostro protagonista:
E ci dice anche:“Perché a loro piace così, è il loro modo di vedere le cose.”
“Le distanze tra quei pianeti e il loro sole seguono uno schema prestabilito che non ha nessuna pretesa scientifica solo... Artistica? Non so se è la parola adatta, ma non riesco a trovare un aggettivo migliore. In effetti, ci troviamo di fronte a un’opera d’arte che rispetta il gusto dei suoi creatori."
Se rispolverate i vostri studi di astronomia, vi accorgerete di aver già studiato la legge di Bode.
RispondiEliminaLa cosiddetta “Legge di Bode” non è molto nota perché crea un evidente imbarazzo tra gli scienziati, che la evitano come la peste.