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sabato 21 aprile 2012

COLAZIONE DA TIFFANY


Editore Garzanti

“Colazione da Tiffany” di Truman Capote, uno dei grandi classici della letteratura internazionale, è un romanzo (anzi un racconto lungo) che si legge tranquillamente in meno di un giorno, diverso dal film diretto da Blake Edwards, ma non per questo meno bello. Chi non ha letto il romanzo e non ha visto il film, influenzato dal nome della lussuosa gioielleria che da il titolo al libro, nonché dall’elegante immagine glamour della Hepburn ha della storia un’immagine distorta, come di una trama leggera ricca di pranzi alla moda e belle donne.
Niente di tutto questo in realtà, basta fare una riflessione sul suo autore che amava dire di sé: “Sono un alcolizzato. Sono un tossicomane. Sono un omosessuale. Sono un genio.” I demoni che inseguivano Truman Capote erano parecchi, tanto che lui stesso dirà nel 1948, all’indomani dell’uscita di Altre voci, altre stanze, di averlo scritto nel tentativo di esorcizzare le proprie paure e i propri demoni.
Colazione da Tiffany” è ambientato, contrariamente a quanto si possa pensare, non in costosissimi e lussuosi hotel ma in piccoli appartamenti in affitto, quelli abitati rispettivamente dalla bella e affascinante Holly Golightly e dal suo vicino di casa, la nostra voce narrante.
La protagonista non è una ricca dama dell’alta società ma quella oggi definiremmo una escort. Una ragazza frizzante, che affascina e ammalia con il suo anticonformismo, ricordiamo che il periodo in cui si svolgono i fatti, il 1958 americano, è fortemente schiavo del puritanesimo. Una ragazza, sebbene intelligente e determinata, non priva di una certa ingenuità, che la porterà a rimanere vittima involontariamente di una storia di droga.
Come nella pellicola di Blake Edwards si fa fatica a non innamorarsi dell’insicura e capricciosa Holly Golightly (interpretata magistralmente nel film di Edwards da Audrey Hepburn). Il finale proposto da Capote si inserisce meglio nel contesto rispetto a quello del film: meno romantico, ma decisamente più in linea con la sua protagonista.

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