“Operazione locusta” è il racconto che prende spunto da una lettera dal fronte. Descrive, per sommi capi, le vicende di un pilota italiano, Lo coglie nell'atto in cui scriveva a sua moglie, le raccontava degli uomini, degli equipaggi, di come scherzavano tra loro: in volo c’era un'atmosfera goliardica che serviva a stemperare la tensione.
Molti anni dopo, mentre rovistava nei cassetti, trovò per caso quella lettera e sul filo dei ricordi, ritornò con la mente in Africa, al tempo in cui, poco più che trentenne, era un brillante pilota militare.
Alla fine, la rimise dove l’aveva scovata pensando che, un giorno, qualcun altro potrà trovarla. Forse suo figlio, che gli fa tante domande, che a volte gli chiede: - papà, com’era la guerra? Hai mai avuto paura? Hai mai visto morire qualcuno? –
Gli dice anche: - papà, da grande farò il pilota. – La qual cosa lo riempie d’orgoglio.
Tuttavia, spera vivamente, che non debba mai ritrovarsi in Africa, come suo padre e suo nonno prima di lui, per combattere ancora un’altra guerra.
Era giusta o sbagliata quella guerra? Forse, l'unica cosa buona di una guerra è la sua fine. Lui, però, non si è mai posto quella domanda: era un militare, faceva il suo dovere, in fondo, era pagato per quello. Si era arruolato perché voleva volare sui jet ma, fin dall’inizio, era consapevole che poteva capitargli di andare in guerra e non si sarebbe tirato indietro.
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