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domenica 8 aprile 2012

LA LEGGENDA DI BERENICE

“Non lontano da una strana macchina giaceva il corpo esanime di una donna vestita con abiti serafici. Portava un copricapo rigido simile a un elmo e impugnava una splendida spada di metallo lucente, con cui, evidentemente, aveva tenuto a bada gli avvoltoi. Alcuni di questi uccelli giacevano al suolo trafitti da piccoli dardi: tenerli lontano doveva essere stata dura. Tuttavia, adesso si mantenevano, nervosi, a rispettosa distanza: erano intimoriti da un animale potente, che Enok ancora non riusciva a individuare. Di solito si trattava di un felino, di iene oppure di sciacalli.
Uan si liberò del saio, appoggiò a terra il sacco e ne trasse un rettangolo di stoffa bianca e pulita. La bagnò, usando l’acqua della sua strana anfora metallica e cominciò a pulirle le ferite. La donna sembrò riprendersi, poiché aprì gli occhi.
Enok notò che Uan, come pure la donna, vestiva una corta tunica di stoffa lucente, simile a quel tessuto di bisso che i sacerdoti usano indossare durante le cerimonie.”


È Damkina la donna vestita di bisso di cui parla questo stralcio del mio libro “Il signore delle aquile”. Ma cos’è mai questo bisso?
Il “bisso” è quel filamento con cui le gnacchere, enormi bivalve, si ancorano alla sabbia. Chiara Vigo che vive a Sant’Antioco, in Sardegna, ancor oggi stacca le conchiglie dai fondali, ne taglia le radici, poi le risistema in acqua dove tornano a farsi cullare dalle onde. C’è chi definisce il bisso “seta di mare” e di seta di mare si parla già nella Bibbia. Salomone era vestito di bisso e come lui i faraoni e gli antichi Re fenici. Probabilmente, l’arte di Chiara è stata importata qui da Tiro o da Sidone ma, alla tessitrice piace credere che il filato sia arrivato con Berenice, l’amante ebrea dell’Imperatore Tito, mandata in esilio a Solchi dove morì. Chiara tinge il suo bisso con erbe che raccoglie solo durante la luna nuova, che stende solo quando tira il Libeccio, che tratta con il latte di capra. Lo fila col fuso di canna, lo tesse su un pesante telaio di legno. In Italia pochi la conoscono ma, a Basilea una sua opera è esposta al museo internazionale.

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