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giovedì 19 aprile 2012

IL NOME DELLA ROSA


Editore: Bompiani


Uno dei romanzi più letti e conosciuti del Novecento. Una storia coinvolgente che ha saputo incantare il pubblico a ogni latitudine, dai lettori pendolari in bilico su treni infiniti agli studenti universitari che già riconoscevano Umberto Eco come uno dei padri della filologia contemporanea.
Un romanzo che dalle prime pagine può apparire ostico, grazie all’abilità dell’autore nel costruire uno stile in grado di rendere la suggestione del linguaggio medievale. Ma basta poco per adattarsi e farsi trascinare indietro nel tempo, attraverso il più antico degli stratagemmi letterari: quello del manoscritto ritrovato, firmato da un certo frate Adso da Melk, che tratta dei fatti oscuri avvenuti in un monastero benedettino dalla località imprecisata, “tra Lerici e Turbe”. Una serie di orrendi delitti sconvolge la tranquilla vita del convento. Un frate francescano ex inquisitore, Guglielmo da Baskerville, viene inviato sul posto a indagare. Adso lo segue in qualità di giovane novizio. Ben presto si renderanno conto che dietro i delitti scorre la vita oscura dell’abbazia, fatta di segreti inconfessabili, sullo sfondo di un panorama religioso e politico frastagliato. Un mondo solo in apparenza perfetto in cui nessuno può davvero essere considerato innocente.
Un romanzo che si presta a più livelli di lettura. Una ricostruzione storicamente impeccabile e ricca di pathos. Dal libro, tradotto in più di 40 lingue, è stato tratto un fortunato film che vedeva Sean Connery vestire il saio di Guglielmo da Baskerville, mentre Adso era interpretato da un giovanissimo Christian Slater. Il film ha il merito di essere riuscito a tradurre in linguaggio cinematografico un libro molto complesso, ma inevitabilmente si perde gran parte dello spessore storico e filosofico del romanzo, che dietro gli intrighi crea una storia parallela assolutamente da non perdere.


1 commento:

  1. Dal libro, tradotto in più di 40 lingue, è stato tratto un fortunato film che vedeva Sean Connery vestire il saio di Guglielmo da Baskerville, mentre Adso era interpretato da un giovanissimo Christian Slater.

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